rotate-mobile
Sabato, 23 Settembre 2023
Carenze in ospedale

Ospedali senza infermieri, il governo: "Li prenderemo dall'India"

Il piano annunciato dal ministro Schillaci prevede l'assunzione di personale proveniente da Paesi extra europei

Gli ospedali italiani sono a corto di infermieri: ne servirebbero 70mila per coprire i preoccupanti vuoti in organico. E così il governo sta pensando di 'importarli' dall'estero, a partire dall'India. "Hanno una scuola infermieristica di alta qualità e ovviamente tantissimi abitanti", ha spiegato il ministro alla Salute Orazio Schillaci nel corso di un'intervista a Repubblica. 

Perché l'India

L'India ha già chiuso accordi di questo tipo con il Giappone e gli Stati Uniti. Ma non è l'unico Paese a cui guarda Schillaci: "Gli infermieri mancano in tutta Europa - premette - Per questo stiamo pensando ad accordi con Paesi extraeuropei, che potrebbero metterci a disposizione professionisti già ben formati, dal punto di vista sanitario e della conoscenza della nostra lingua". 

La carenza di medici di famiglia è un'emergenza nazionale

Stando a un recente report di Fossc, il forum delle 30 società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari, la carenza attuale di infermieri è di 70mila unità. Ma non è solo questo a preoccupare: anche tra i medici mancano almeno 30mila specialisti. Nei pronto soccorso, in particolare, servirebbero 4.200 camici bianchi in più (in sei mesi, da gennaio a luglio 2022, se ne sono dimessi 600, circa 100 al mese). Tra medici neolaureati e specializzandi, più di 1.000 l'anno si trasferiscono all'estero per stipendi e condizioni di lavoro nettamente migliori.

L'altra emergenza

Su questo fronte, però, il governo non vede nella ricerca di nuova forza lavoro straniera la soluzione più adatta. "La loro carenza è diversa" in quanto "è mirata, nel senso che riguarda alcune specializzazioni che non sono attrattive, come il pronto soccorso", spiega Schillaci. Il quale assicura che grazie a un recente decreto, il lavoro nella medicina d'urgenza sarà "più remunerativo e meno pesante".

Secondo Fossc, però, bisogna fare di più: la spesa sanitaria nel 2023 tornerà al 6,3% del Pil dopo essere cresciuta nel tempo della crisi sanitaria pandemica. Una media nettamente inferiore a quella dei Paesi Ocse (8%) e di Francia e Germania che spendono approssimativamente il 10% del Pil in sanità . Il Pnrr, nato per rispondere alla crisi pandemica del Covid-19, dovrebbe servire, tra le altre cose, a migliorare proprio il sistema sanitario italiano. Ma finora i fondi destinati al settore sono stati pochi: in base al cronoprogramma del Pnrr, "i soldi destinati" alla sanità "devono essere spesi dal 2024 in poi", ha spiegato Schillaci.

Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ospedali senza infermieri, il governo: "Li prenderemo dall'India"

Today è in caricamento