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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Valditara: "L'Italia avrà un milione e mezzo di studenti in meno"

Se l'andamento demografico non cambierà rotta, tra un decennio circa 130mila cattedre in meno

Tra dieci anni in Italia ci saranno un milione e mezzo di studenti in meno. È l'allarme lanciato dal ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara degli Stati Generali della Natalità, l'evento a Roma dedicato all'analisi dello stato di salute demografico del nostro Paese. "Il quadro è effettivamente allarmante" ha ammesso Valditara, presentando una panoramica preoccupante per il mondo della scuola. Se l'andamento demografico non cambierà rotta, tra un decennio ci saranno quasi milione e mezzo di studenti e circa 130mila cattedre in meno, è il pensiero del ministro. Il calo delle nascite e l'invecchiamento della popolazione non avranno conseguenze soltanto nel 2070 quando, secondo le previsioni, spariranno 11 milioni di italiani e 500 miliardi di Pil, ma ci saranno "nell'immediato". 

Gli studenti "senza casa" che dormono in tenda all'università

"Fra 10 anni gli studenti da 7,4 milioni passeranno a 6 milioni"

Nell'anno scolastico 2033/34 dai 7,4 milioni di studenti del 2021, si scenderà a poco più di 6 milioni "a ondate di 110/120mila ragazzi in meno ogni anno". Secondo il ministro dell'Istruzione, l''effetto dell'andamento demografico dei prossimi 10 anni si sentirà di più nella scuola secondaria di secondo grado, con una perdita di circa 500mila studenti. Nella scuola secondaria di primo grado il calo sarà invece di quasi 300mila alunni, in quella primaria di circa 400mila scolari e in quella dell'infanzia di oltre 156mila bambini. Quanto alle cattedre si rischierebbe di passare da 684mila a circa 558mila nel 2033/34 con "una riduzione di 10/12mila posti di lavoro ogni anno, ma dobbiamo dare risposte su questo tema".

Per Valditara questa situazione "dovrà condurre a nuovi criteri di formazione delle classi" e "ad una revisione dei criteri di formazione degli organici". Soprattutto è necessario realizzare "una riforma che ci consenta di utilizzare le risorse dei docenti che andranno in eccesso per migliorare la formazione dei nostri ragazzi all'insegna della personalizzazione dell'educazione" ma per farlo bisogna rimettere al centro la persona "per riaffermare la cultura della vita".

Caro affitti, le tende degli studenti invadono le città. Il ministro Valditara zittito dai suoi

"Agire attraverso il sostegno al lavoro femminile"

L'allarme di Valditara è stato rilanciato da diversi esponenti del governo guidato da Giorgia Meloni. Per la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella per battere "non l'inverno ma l'inferno demografico" c'è bisogno di una "rivoluzione culturale, di un cambiamento significativo per quanto riguarda la genitorialità". Mentre per Gigi De Palo, promotore degli Stati Generali, "la natalità è un tema che riguarda la salute economica e sociale del Paese". Roccella ha ribadito che la natalità è per il Governo "una priorità" come dimostrato dall' aumento dell'assegno unico, in particolare per le famiglie numerose, o dagli incentivi alle imprese per valorizzare il lavoro femminile. "Fin quando le donne vivranno la maternità - ha detto la ministra alla Famiglia - come un'opzione alternativa alla realizzazione professionale sarà difficile sperare di invertire la tendenza al declino demografico".

Ma a rallentare il numero dei nuovi in Italia è l'aumento dell'inflazione e del costo della vita, dovuto al caro energia e caro affitto. Senza dimenticare una carenza di servizi destinati all'infanzia. Proprio sul tema, l'ex presidente dell'Istat, Giancarlo Blangiardo, ha ricordato numeri alla mano che "avere figli allontana dal mercato del lavoro", come dimostra il tasso di occupazione delle single, quasi il doppio rispetto alle madri.

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Ma è soprattutto nella delega fiscale, ha spiegato Roccella, che sono contenuti "i parametri essenziali" per aiutare a far fronte ai costi sostenuti per la crescita dei figli perché "noi - ha sottolineato abbiamo il dovere di dare al lavoro di cura un concreto riconoscimento" ribadendo ancora una volta che "essere genitori, esser madri è il vero lavoro socialmente utile".

L'emergenza culle vuote

Intervenuto con un video messaggio, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha affermato che "il sistema economico è strettamente correlato al fenomeno della natalità. C'è anche la possibilità di quantificare in qualche modo un modo quello che è l'impatto: da qui al 2042 con gli attuali tassi di fecondità il nostro Paese rischia di perdere per strada percentuali del Pil impressionanti, pari al 18%. Questo è un primo dato da cui partire".

A rilanciare invece un'iniziativa economica è il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini: "Se riteniamo che l'emergenza culle vuote sia nazionale, senza colore politico, allora una detrazione di 10mila euro per ogni figlio spero che metta d'accordo tutti".

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