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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il censimento

Istat, mancano all'appello 400mila italiani: peggio del 2020 solo l'anno della Spagnola

Una tendenza accentuata dalla pandemia, sottolinea l'Istat che ha diffuso i risultati del suo censimento. Sud e Isole si spopolano di più

L'Italia è sempre meno popolata. Una tendenza alla recessione demografica già in atto negli ultimi tempi ma che la pandemia da Covid-19 ha accentuato, come sottolinea l'Istat, diffondendo oggi i dati del Censimento della popolazione e dinamica demografica 2020. "Il nuovo record minimo delle nascite (405 mila) e l'elevato numero di decessi (740 mila) aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese", commenta l'istituto nazionale di statistica, ricordando che "il deficit di 'sostituzione naturale' tra nati e morti (saldo naturale) nel 2020 raggiunge -335 mila unità, valore inferiore, dall'Unità d'Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila), quando l'epidemia di 'spagnola' contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni di decessi registrati in quell'anno".

In totale, "al 31 dicembre 2020, data di riferimento della terza edizione del Censimento permanente, la popolazione in Italia conta 59.236.213 residenti, in calo dello 0,7% rispetto al 2019 (-405.275 individui). Questo calo è attribuibile prevalentemente alla dinamica demografica tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2020: infatti, il saldo dovuto al movimento demografico totale (saldo naturale più migratorio), desumibile dalle fonti anagrafiche, ha fatto registrare 362.507 unità in meno". "Il conteggio della popolazione abitualmente dimorante, effettuato sulla base dei 'segnali di vita amministrativi', ha poi determinato un ulteriore aggiustamento statistico pari a -42.768 unità: si tratta - aggiunge - di un saldo dovuto alla differenza tra unità conteggiate in aggiunta rispetto alla popolazione iscritta in anagrafe e unità in detrazione. A livello di ripartizione geografica, il saldo dovuto all'aggiustamento statistico censuario è positivo al Centro-nord e negativo nel Mezzogiorno; in particolare, nell'Italia Centrale sono state conteggiate come abitualmente dimoranti quasi 30mila unità in più rispetto alla popolazione calcolata, e 20mila unità in più nell'Italia Nord Occidentale, mentre nel Mezzogiorno oltre 97mila in meno".

Gli stranieri censiti sono 5.171.894; l'incidenza sulla popolazione totale si attesta a 8,7 stranieri ogni 100 censiti. A fronte di una maggiore presenza della componente straniera rispetto al 2019, la popolazione italiana risulta inferiore di 537.532 unità", conclude Istat aggiungendo che tuttavia il risultato è frutto di "un effetto dovuto prevalentemente alla diversa metodologia adottata per il conteggio.

Meno residenti soprattutto al Sud e nelle Isole

La popolazione è diminuita in tutte le regioni, ma soprattutto nel Mezzogiorno. Si segnalano infatti -1,2% nell'Italia meridionale e -1% nelle isole. Uniche in controtendenza le province autonome di Bolzano e di Trento. "La distribuzione territoriale della popolazione è pressoché immutata rispetto al censimento del 2019: il 46,3% risiede nell'Italia Settentrionale, il 19,8% in quella Centrale, il restante 33,8% nel Sud e nelle Isole. Più del 50% dei residenti è concentrato in 5 regioni, una per ogni ripartizione geografica (Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia)  - spiega l'Istat - Tutte le regioni registrano una contrazione di popolazione residente ad eccezione della Toscana, che ha una variazione pressoché nulla rispetto al 2019 per effetto del recupero censuario che ha annullato il contributo negativo della dinamica demografica. I cali maggiori si osservano in Molise (-2,1%), Calabria (-1,8%), Campania (-1,5%) e Sardegna (-1,3%)".

Più anziani e più donne

Le donne rappresentano il 51,3% del totale, superando gli uomini di 1.503.761 unità. "Il rapporto di mascolinità è quindi pari a 95 uomini ogni 100 donne, più equilibrato rispetto al 2011 quando si contavano 93,5 uomini ogni 100 donne - sottolinea Istat - Come nel 2019, il rapporto di mascolinità più alto si registra in Trentino-Alto Adige (97,7) mentre si abbassa ulteriormente in Sardegna (95,8 da 96,6) e in Calabria (95,3 da 96)".

"La struttura per età si conferma anche nel 2020 fortemente squilibrata a favore della componente anziana della popolazione - prosegue Istat - Rispetto all'anno precedente per entrambi i generi scende leggermente il peso percentuale delle classi 25-29, 35-39, 40-44 e 75-79 anni mentre aumenta (sempre di poco) quello delle classi 55-59, 60-64 e 70-74 anni. Di conseguenza anche l'età media si innalza, da 45 a 45,4 anni, pur con una certa variabilità nella geografia dell'invecchiamento".

La Campania si conferma la regione più giovane d'Italia, con un'età media di 42,8 anni (42 nel 2019), mentre la Liguria è la più anziana (48,7 come nel 2019. "Lo squilibrio della piramide per età della popolazione è ben evidenziato anche dal confronto tra la numerosità degli anziani (65 anni e più) e quella dei bambini sotto i 6 anni di età. Nel 2020 per ogni bambino si contano 5,1 anziani a livello nazionale, valore che scende a 3,8 in Trentino-Alto Adige e Campania, e arriva a 7,6 in Liguria", sottolinea l'Istat.

Gli stranieri sono oltre 5,1 milioni

Gli stranieri sono 5.171.894, 132.257 in più dell'anno precedente. "Il conteggio della popolazione straniera è stato definito sulla base della dinamica demografica di fonte anagrafica (saldo naturale e saldo migratorio) intercorsa nell'anno 2020, combinata alle risultanze derivanti dai 'segnali di vita amministrativi' (saldo tra sovra e sotto copertura anagrafica degli stranieri) – osserva l'ente di statistica - Dunque, rispetto alla popolazione ottenuta a fine anno in base ai soli dati di flusso della dinamica demografica, gli stranieri censiti sono circa 150mila in più, per effetto di un 'aggiustamento statistico' di tale entità".

Nel caso degli stranieri, l'età media è di 34,8 anni ma la componente maschile (32,9) è più giovane di quella femminile (36,7) di quasi 4 anni, grazie a una maggiore incidenza di maschi in età 0-29 anni. I minori stranieri sono 1.047.873, pari al 20,3% del totale della popolazione straniera censita.

"Confrontando la struttura per genere ed età degli italiani con quella degli stranieri emerge una piena similitudine nella distribuzione per genere, con una leggera prevalenza di donne (51,2% per gli stranieri e 51,3% per gli italiani) e una rilevante difformità nel profilo per età: la piramide delle età degli italiani ha infatti una forma invertita rispetto a quella degli stranieri – conclude la nota dell'Istat - La quota di minorenni è pari al 15,4% tra gli italiani e al 20,3% tra gli stranieri. In particolare, ha meno di 10 anni il 12,3% degli stranieri contro il 7,7% degli italiani mentre gli over 60 sono circa il 9% tra gli stranieri e quasi un terzo tra i connazionali".

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