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Martedì, 16 Aprile 2024
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L'Italia verso la zona rossa a Natale 2020: come sarà il nuovo lockdown

L'esecutivo corre ai ripari dopo le scene di assembramenti viste nel week end. Per gli esperti del Cts servono "regole più rigide" per evitare una terza ondata che sarebbe altrimenti devastante. L'ipotesi di una nuova serrata solo nei giorni festivi e prefestivi

Il ministro della Salute Roberto Speranza lo ha detto chiaro al Tg3: "Germania e Gran Bretagna annunciano nuovi lockdown. Sarà inevitabile pure per l'Italia. Stiamo ragionando sulle due settimane delle vacanze di Natale, che è il periodo più complicato". Oggi il Cts ha chiesto al governo nuove misure anti contagio. Nel vertice tra il presidente del consiglio Giuseppe Conte, i capi delegazione delle forze di maggioranza, alcuni membri del Cts e vari ministri, si è parlato di una possibile nuova stretta in vista delle festività natalizie ma anche di soluzioni per evitare gli assembramenti nelle vie dello shopping come quelle che si sono registrati lo scorso weekend.

L'esecutivo sembra intenzionato a varare un nuovo Dpcm e si parla sempre più insistentemente di un lockdown. Almeno nel periodo clou delle feste di Natale. Un nuovo giro di vite "è inevitabile, su questo siamo tutti d'accordo", avrebbe detto all'Adnkronos uno dei presenti al vertice. Secondo l'agenzia Dire il governo avrebbe accolto senza eccezioni le misure chieste a gran voce dal Cts.  Toccherà ora allo stesso Comitato Tecnico Scientifico - che si riunirà alle 17 - formulare proposte concrete per il lockdown di Natale. Le nuove norme potrebbero essere introdotte con un nuovo Dpcm.  Sembra tramontata invece l'ipotesi di una modifica all'ultimo decreto in sede di conversione. Dal Cts è arrivato anche l'alt alla circolazione tra Comuni in un raggio ampio come quello del territorio provinciale. 

Alla riunione hanno preso parte tra gli altri i ministri Luciana Lamorgese (interni), Francesco Boccia (Affari regionali) e Alfonso Bonafede (Giustizia). Nel corso del confronto sono stati valutati tre scenari: portare l'Italia in zona rossa o arancione per otto giorni dal 24 dicembre al primo gennaio, oppure nei giorni festivi e prefestivi (24-27 dicembre, 31 dicembre - 2 gennaio e dal 5 al 7 gennaio), oppure direttamente dal 24 dicembre al 7 gennaio. 

Gli esperti del Cts hanno parlato di "misure da consolidare" ed eventualmente estendere e rafforzare con una sorta di lockdown per tutto il periodo di Natale. La necessità di una nuova stretta, hanno spiegato i tecnici, è legata da un lato  all'impossibilità di un controllo capillare del territorio e dall'altro ai dati ancora "preoccupanti" del'epidemia. 

Il Comitato Tecnico Scientifico ha espresso forte preoccupazione su un possibile allentamento delle misure che potrebbe pregiudicare una nuova evoluzione negativa della curva, ora in lentissimo miglioramento. I risultati di comportamenti sbagliati, hanno sottolineato gli esperti, arriverebbero proprio a gennaio e in particolare a partire dal 7 gennaio quando invece il paese dovrebbe ripartire e milioni di persone si rimetteranno in moto tra la scuola e il lavoro.

Come sarà il nuovo lockdown

Che cosa dobbiamo aspettarci? "Repubblica" scrive che è "sempre più probabile un lockdown nazionale, sul modello della Germania di Angela Merkel, nei giorni festivi e prefestivi nel periodo che va da Natale all'Epifania". Tutta l'Italia dunque potrebbe diventare zona rossa, ma solo nei giorni clou delle feste di Natale. Ad ogni modo restano in piedi le tre ipotesi a cui abbiamo accennato sopra, ovvero istituire una zona rossa su tutto il territorio nazionale: 

  • Dal 24 dicembre al 1° gennaio;
  • Nei giorni festivi e prefestivi (24-27 dicembre, 31 dicembre - 2 gennaio e dal 5 al 7 gennaio);
  • Dal 24 dicembre al 7 gennaio;

Gli esperti del Cts hanno spiegato che servono misure più rigide per evitare che le vacanze di Natale si trasformino nella premessa di una terza ondata a gennaio. Su questo pare ci sia totale accordo con il governo. I tecnici hanno fatto notare che l'incidenza dei nuovi casi è ancora altissima, 193 casi per 100mila abitanti, molto al di sopra della soglia di rischio di 50. Una ripresa dei contagi in questa situazione sarebbe devastante. Ma non è tutto. Sì perché sempre dal Cts è arrivata la contrarietà ad allentare le restrizioni relative agli spostamenti tra comuni come invece chiesto a gran voce da governatori, opposizione ed esponenti della stessa maggioranza. Non è pensabile dare il segnale di un'apertura generalizzata e poi illudersi che sia possibile controllare capillarmente strade e piazze.

Natale 2020: un lockdown soft solo nei giorni festivi?

Secondo AdnKronos il Cts avrebbe tuttavia fatto notare che mentre in Germania, che ha decretato il lockdown nazionale per tutte le feste di Natale, la curva epidemiologica sale, in Italia abbiamo una curva finalmente discendente, seppur il calo procede lentamente. Ad essere convinti della necessità di un nuovo lockdown, con negozi e ristoranti chiusi e impossibilità di spostarsi, i ministri Dario Franceschini, Francesco Boccia e Roberto Speranza. Da parte sua il Cts ha chiesto sì "misure più rigide" ma non necessariamente una 'zona rossa' per l'Italia intera. Altro nodo da sciogliere è quello dei ristori, inevitabili se si procederà con la chiusura delle attività, ma con non pochi problemi dal punto di vista economico. Il governo tornerà ad aggiornarsi nelle prossime ore per decidere. Intanto il braccio di ferro è in atto.

La sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ha confermato a Rainews24 che "verranno assunti provvedimenti più stringenti", ma "non so fino a che punto".  "Il Cts discuterà alle 17 di nuove misure restrittive: credo che gli scienziati faranno una scelta attenta, ma non posso anticipare altro" ha aggiunti. "Noi, come Italia, non siamo nella stessa posizione della Germania in questo momento, ma certamente siamo in una condizione ancora molto critica, in cui non possiamo non pensare al numero delle persone che muoiono ogni giorno. Dobbiamo fare ancora dei sacrifici". "La curva è in lieve discesa - ha spiegato ancora il sottosegretario - però ci sono numeri ancora molto preoccupanti. La velocità in cui tutto questo si muove è straordinaria. È triste e doloroso, ma rinunciare tutti serve a garantire la salute di ognuno di noi e a vedersi magari a Pasqua e al prossimo Natale tutti insieme".

Ospite de "La Vita in diretta" su Rai 1, il ministro Francesco Boccia ha fatto sapere che nulla al momento è ancora deciso. "Stiamo valutando in queste ore è se siamo in grado con queste misure e una zona gialla nazionale di contenere eventuali aumenti del contagio che toccheremo con mano a gennaio: non possiamo arrivarci con gli ospedali appesantiti, non possiamo permettercelo. Dobbiamo essere più rigorosi durante le festività". Insomma, secondo Boccia "le regole stanno funzionando e andiamo avanti così nei giorni lavorativi che abbiamo di fronte, per le festività dobbiamo decidere se chiudere di più". "Secondo me sì" ha aggiunto il ministro specificando però che "se ci saranno restrizioni ulteriori dobbiamo sapere che saranno solo per un periodo". 

Ma all'interno dell'esecutivo c'è anche chi non sembra del tutto convinto del cambio di rotta deciso in giornata. "E' essenziale che il Cts ci fornisca indicazioni di merito per assumere scelte politiche conseguenti ispirate a quella coerenza che in questo momento ritengo sia una esigenza forte del Paese". Lo avrebbe detto, scrive l'Adnkronos citando fonti di governo, la ministra Teresa Bellanova al tavolo della capidelegazione. La riunione si è aggiornata nel pomeriggio, subito dopo l'incontro del Cts convocato ad hoc. "Prima di assumere decisioni - le parole di Bellanova -, chiedo al Cts di fornire le indicazioni di merito necessarie".

Intanto giovedì alle 9 è stata convocata dal presidente Stefano Bonaccini la Conferenza delle Regioni che dovrà fare il punto sulle misure relative al contrasto della pandemia da coronavirus. Le successive Conferenze Unificata e Stato-Regioni si riuniranno a partire dalle 15.30 in modalità streaming dal palazzo della Stamperia, sede del dicastero degli Affari regionali guidato dal ministro Francesco Boccia. 

Il perché delle nuove misure anti-Covid a Natale 2020

La nuova stretta si è resa necessaria dopo le scene di assembramenti viste nel week end nelle grandi città dove le strade dello shopping sono stata prese d'assalto. L’area pedonale del centro di Bologna ieri si è riempita di cittadini, stessa situazione anche a Milano dove si sono formate lunghe code all’esterno delle boutique. Nel tardo pomeriggio di sabato folla anche nel centro di Firenze con molta gente che passeggiava nelle centralissime piazza della Repubblica e in via Calzaioli, ma anche in prossimità del Ponte Vecchio. Pienone , traffico e strade affollate anche in centro a Roma, complice anche la giornata di sole. Insomma, con l'avvicinarsi delle feste i negozi si sono riempiti, com'era peraltro ampiamente prevedibile. E il governo ha deciso di correre ai ripari. 

Zaia: "Nel fine settimana ho visto uno spettacolo immondo"

"Dalle città si è visto uno spettacolo immondo nello scorso fine settimana". È il duro j'accuse lanciato dal presidente del Veneto Luca Zaia che oggi ha stigmatizzato duramente "la situazione, un assembramento che ormai è continuo. Io l'ho detto già in passato, moltissime volte: regioni con aree e fasce diverse dalla nostra come ad esempio il Friuli Venezia Giulia che è stato due settimane in area arancione, hanno ripreso la crescita dei contagi". E tra le regioni italiane, il Veneto è quella che sta facendo peggio dal punto di vista dell'aumento dei nuovi casi. Da qui la preoccupazione del governatore: "La partita degli assembramenti è la vera partita: ed è uno spettacolo immondo quello che è accaduto nel fine settimana nelle città del Veneto, in tutti i capoluoghi di provincia: sono stati letteralmente presi d'assalto". Per Zaia non c'è dubbio: "Capite, che è difficile vincere una battaglia senza la collaborazione dei cittadini"

Coronavirus, nuove misure a Natale. De Micheli: "Dal Pd una richiesta di realismo"

A chiedere una nuova stretta era stato soprattutto il Partito Democratico che oggi torna sull'argomento. "Dobbiamo farci carico di grande responsabilità per evitare che ci sia la percezione che oggi è consentito quello che non era consentito prima" ha spiegato oggi la minisra il ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, tornando sull'argomento. "Noi come Pd abbiamo fatto una riunione e ci siamo ritrovati su una richiesta di maggiori restrizioni nel periodo natalizio per affrontare a gennaio la fase della vaccinazione e la riapertura delle scuole in una condizione sanitaria che si stabilizzi verso il basso. È una richiesta di grande responsabilità e realismo".

"La discussione è in corso - ha fatto sapere ancora la ministra -, oggi ci sarà un incontro con il comitato tecnico scientifico per approcciare alcune valutazioni approfondite sui rischi della terza ondata. La seconda ondata è arrivata quando le nostre relazioni si vivevano soprattutto all'aperto, immaginate il rischio che corriamo durante l'inverno quando queste relazioni si sviluppano al chiuso".

"C'e' una discussione in corso" aveva fatto sapere in mattinata il vice ministro dell'Istruzione, Anna Ascani. "Ovviamente quello che noi vogliamo è proteggere i nostri cittadini: in questi giorni abbiamo visto tanti assembramenti, ma noi dobbiamo in ogni modo arrivare alla fase del vaccino riducendo il piu' possibile i contagi e il governo in queste ore sta immaginando delle soluzioni che vanno in questa direzione". 

Pregliasco: "Se non c'è responsabilità bisogna dare delle regole"

"Disporre nuove restrizioni" anti-Covid "a questo punto sarà necessario" ha ammonito in mattinata il virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, che  ha definito "preoccupante" la folla che in molte città si è riversata per strada e nei negozi. "Non va bene", ha affermato il medico all'Adnkronos Salute. "È davvero fondamentale arrivare a dover stringere un po', se no fra 15 giorni ci ritroviamo con effetti pesanti". Quello che si è visto a Milano nel primo giorno di zona gialla "è stato un eccesso" ha detto Pregliasco. "È vero che nessuno ha fatto niente di illegale", considerando che la riapertura c'è stata, "ma così, tutti insieme appassionatamente" affollati, "non va bene. E se non c'è la responsabilità di ognuno finisce che bisogna arrivare a dare delle regole". 

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