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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lo studio presentato a Milano

Gli italiani fanno pochi figli per motivi economici: costa troppo mantenerli

Secondo una ricerca dell'Università di Padova nel 68% dei casi i genitori sono spaventati dalle spese legate alla loro crescita

Gli italiani fanno pochi figli, ormai è cosa risaputa. La crisi demografica è uno dei problemi più importanti che il Paese deve affrontare. E, tra i motivi che spingono gli italiani a fare pochi figli, quello più importante sarebbe quello legato ai costi economici da sostenere per mantenerli. 

È quanto emerge dalla ricerca "Figli: una ricchezza onerosa", commissionata dall'azienda Plasmon e condotta da Community Research&Analysis sotto la direzione di Daniele Marini dell'Università di Padova, presentata a Milano in occasione dell'anteprima del cortometraggio 'Adamo'. Secondo questa analisi il 69,2% delle persone spiega che i costi da sostenere per il mantenimento sono la principale motivazione che spinge a non fare figli, mentre al secondo posto c'è la paura di perdere il lavoro (60,2%) e poi la carenza di servizi per le famiglie (55,1%). 

Secondo la ricerca il costo medio per mantenere un figlio in Italia è di 640 euro al mese. Le motivazioni economico-organizzative-lavorative sono quindi la prima causa che spinge a non fare figli o a non farne altri (53,5%), la sfera personale incide per il 40,9% e quella relativa alla fertilità e salute per il 36,4%. Eppure gli italiani anche se non fanno i figli li vorrebbero: più di una persona su due (57,4%) ha almeno un figlio e un terzo di loro vorrebbe avere altri bambini (34,3%), fra quelli che non hanno figli invece il 40,4% vorrebbe averne uno.

A Milano Plasmon ha presentato in anteprima, al cinema Anteo, il cortometraggio 'Adamo', da un'idea creativa di Dude e con la regia di Beppe Tufarolo. Siamo nel 2050 e il numero di nuove nascite è diminuito sempre più fino ad arrivare a uno, Adamo, che è l'ultimo bambino nato in Italia. 'Adamo' è anche una piattaforma promossa in collaborazione con Fondazione per la Natalità per raccogliere proposte concrete per provare a invertire il trend negativo della natalità con strumenti di supporto alla genitorialità.

"Bisogna coinvolgere e promuovere una mobilitazione collettiva sulla natalità a partire da aziende, sindacati, enti no-profit, associazioni, enti locali, per cercare di cambiare anche un clima culturale", ha detto la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella, intervenendo in collegamento alla presentazione.

Secondo la ministra "bisogna investire su politiche che creino un ambiente economico e culturale a favore della natalità e per questo serve anche la complicità di tutti gli attori della società civile". Il desiderio di maternità in Italia "non è cambiato negli ultimi venti, trent'anni, le donne dicono che vorrebbero due figli e poi non li fanno, o ne fanno uno solo, lo fanno tardi, o a volte non ne fanno nessuno - ha proseguito -.

Fare politiche demografiche non significa cercare di convincere le persone a fare figli, vuol dire però assicurare, in particolare alle donne, la libertà di fare i figli se li vogliono. C'è evidentemente un ostacolo se si desiderano due figli e poi non si fanno".
L'obiettivo è quello di cercare di "accompagnare la maternità con una serie di servizi, una filiera di accompagnamento fino almeno al primo anno di vita del bambino - ha concluso -. Dobbiamo costruire questo welfare di prossimità, poi bisogna mettere a sistema tutte le buone pratiche che in questi anni sono nate nei comuni e nelle aziende"

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