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Martedì, 23 Aprile 2024

Antonio Piccirilli

Giornalista

Ivermectina per guarire dal Covid? Le conseguenze delle cure fai da te

Rifiutano i vaccini ("sieri sperimentali" secondo la strampalata narrazione no-vax), ma non si fanno problemi ad assumere un antiparassitario per cavalli di cui hanno letto su facebook. Negli Stati Uniti i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno lanciato un nuovo allarme sull'abuso di ivermectina, un farmaco dipinto dagli anti-vax come la cura definitiva contro il Covid il cui utilizzo, recita la bibbia complottista, sarebbe stato boicottato dalle autorità sanitarie al soldo di Big Pharma, complici ovviamente giornalisti prezzolati e tv di regime. Si tratta di un medicinale usato di solito sugli animali, ma che a dosi specifiche può essere somministrato anche alle persone per eliminare vermi e parassiti. 

Come farmaco anti-Covid è ancora oggetto di studi, ma finora non c'è alcuna evidenza scientifica che ne attesti l'efficacia. Tant'è che il suo utilizzo nei pazienti infettati da Sars-Cov-2 non è stato approvato né dalla Fda americana né dall' ente regolatorio europeo Ema. L'agenzia italiana del farmaco (Aifa) spiega che gli studi clinici "hanno prodotto risultati diversificati: alcuni non hanno dimostrato alcun beneficio, mentre altri hanno indicato un beneficio potenziale", ma avverte che parte degli studi "era di piccole dimensioni e presentava ulteriori limitazioni, tra cui regimi posologici differenti e ricorso a medicinali concomitanti". 

Il sunto è che ad oggi non ci sono prove sull'efficacia di questo farmaco che di contro - specie se assunto senza rispettare la posologia indicata dal medico - può avere effetti collaterali molto seri: sintomi gastrointestinali come nausea e vomito, diarrea, eruzioni cutanee, gonfiore del viso e degli arti nonché - nei casi di sovradosaggio - calo della pressione sanguigna ed effetti neurologici (vertigini, allucinazioni e convulsioni). La notizia è che da quando l'ivermectina viene usata off-label come cura anti-Covid, negli Stati Uniti le prescrizioni sono passate da una media di 3.600 a settimana alle 88.000 di luglio, mentre le chiamate arrivate ai centri antiveleni per l'abuso di questo medicinale sono quintuplicate.

I Cdc americani riportano alcuni casi limite. Un paziente si è presentato in ospedale in preda ad allucinazioni, tachipnea e tremori ed è stato ricoverato per più di una settimana. Un altro era così stordito da non riuscire a rispondere alla domande. Ai medici ha raccontato di aver ingerito cinque compresse al giorno per cinque giorni e di essersi procurato il farmaco su internet. Insomma, la situazione è così seria che qualche giorno fa Fda si è vista costretta a lanciare un appello agli americani: "Non siete cavalli. Non siete mucche. Seriamente, smettetela".


Non sappiamo cosa ne sarà dell'ivermectina, ma guardando indietro non possiamo non ricordare il caso dell'idrossiclorochina, il farmaco antimalarico che a detta dei soliti cospirazionisti avrebbe svuotato gli ospedali e risolto alla radice il problema del virus. Alla fine tutto è finito con un buco nell'acqua: strano a dirsi, ma non ha funzionato. Morale della favola? Le valutazioni sui farmaci lasciamole fare a chi ne sa più di noi. E per le terapie c'è il nostro medico curante. 

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