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Martedì, 23 Aprile 2024

Charlotte Matteini

Opinionista

State tranquilli, non li aboliremo mai i jet privati

Abolire i jet privati per salvare il pianeta. E’ bastata questa proposta, anche piuttosto banale, per scatenare un vero e proprio putiferio sui social. Per un attimo ai più anziani è sembrato di essere stati catapultati di nuovo nel 2006, quando Rifondazione Comunista fece uscire il famoso manifesto con lo yatch superlusso e lo slogan “Anche i ricchi piangano” per protestare contro la legge finanziaria che il governo stava approntando, manifesto che fece venire un mezzo coccolone a D’Alema, Vendola e agli esponenti dell’allora Unione.  

La polemica è deflagrata sui social in maniera talmente violenta che scorrendo le timeline di Twitter e Facebook sembrava quasi di abitare in un Paese in cui tutti i cittadini possiedono un jet privato da difendere da quest’abolizione. “I moderati si spaventano con queste proposte”, hanno sostenuto esponenti della vera sinistra al caviale, quella totalmente scollegata dal Paese Reale e che immagina esista un’Italia dei balocchi spaventata più dall’improbabile abolizione dei jet privati e dalle patrimoniali per i multimilionari che dal caro bollette, dal precariato e dalla crisi economica che arriverà in Autunno. Una distopia che ha assunto contorni assolutamente grotteschi vedendo la quantità spropositata di cittadini con redditi assolutamente normali, se non bassi, tutti intenti a twittare per difendere i ricchi possessori di jet privati dalle angherie di politici di sinistra che si preoccupano di difendere l’ambiente, segnalando peraltro una notizia dirompente come la scoperta dell’acqua calda.  

Una polemica pretestuosa, nata grazie alla manipolazione che alcuni politici di centrodestra e del Terzo Polo ne hanno fatto, cercando di cavalcare un argomento che nemmeno hanno compreso. “L'1% della popolazione più ricca del pianeta inquina il doppio della metà più povera. È per questo che il prezzo dei capricci dei super ricchi lo paghiamo tutte e tutti, nonché le prossime generazioni. Lo vediamo ogni giorno sui social. Celebrità che ostentano il loro stile di vita ad alto impatto sul clima. Temperature caraibiche in case enormi d'inverno, inquinanti mega yacht per le vacanze d'estate. Jet privati per spostamenti brevi e superflui, come un aperitivo a Mykonos dalla Sardegna e ritorno, in 24 ore. Tonnellate e tonnellate di CO2 emesse quasi per gioco. Una follia”, si leggeva nel post pubblicato dagli esponenti dell'alleanza Verdi-Sinistra, riprendendo peraltro un’iniziativa già diramata dai Verdi Europei.  

"In attesa che lo stesso slogan abbia “proprietà” al posto di “jet” (è solo questione di tempo, visti i soggetti), una riflessione: al 31/12/2021 risultano 133 jet privati registrati fiscalmente in Italia. Sicuramente abolendoli si risolve il problema dell’ambiente nel mondo", ha commentato via Twitter il deputato di Italia Viva Marattin, dimostrando di non essere in grado di comprendere il focus del discorso nemmeno per sbaglio. Ma la campagna elettorale è anche questo: strumentalizzare il messaggio dell’avversario per deriderlo evitando qualsiasi tipo di confronto argomentato.  

“E’ tutta invidia sociale”, il solito refrain che i liberali tirano fuori quando qualcuno osa parlare di redistribuzione della ricchezza o di mettere al centro dell’agenda politica l’ambiente e le soluzioni per tamponare le preoccupanti conseguenze del cambiamento climatico derivante dall’effetto antropico. La libertà di pochi sembra valere più di quella della maggioranza della popolazione, costretta a subire gli effetti dei comportamenti di chi pensa di poter fare qualsiasi cosa per il solo motivo di essere ricco.  

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