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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il lockdown nazionale si sta davvero allontanando?

Per Garattini sarebbe "inutile". Sileri conferma le restrizioni per fasce. Ricciardi invita alla cautela. Crisanti riporta tutti per terra: "Il governo eviterà la chiusura totale? Non ci scommetterei neanche una lira". E da alcune zone gialle arriva un grido d'allarme

Il lockdown nazionale si allontana? Non si possono avere certezze, ma ci sono indicatori secondo cui l'Italia non stia andando verso una chiusura totale come quella di marzo e aprile. Il picco della seconda ondata potrebbe arrivare il 27 novembre. Il numero delle vittime è molto alto e lo sarà per giorni. Ma sono in tanti a sostenere che un lockdown "vero e proprio" non sia all'orizzonte. 

Il lockdown nazionale è un'ipotesi realistica al momento?

Il professor Silvio Garattini, farmacologo e presidente dell'istituto Mario Negri, usa parole chiare in merito all'utilità di un secondo lockdown: "Non sarebbe utile: la gente non lo rispetterebbe così scrupolosamente come durante la prima ondat - dice al Corriere della Sera - Le dimostrazioni contro le misure governative nelle nostre città lo indicano. Occorrono invece misure specifiche per singoli settori, dai trasporti alle scuole agli ambienti di lavoro''. Non è tutto ''Sbagliato - osserva - riportare i trasporti pubblici all'80% della capienza; in più c'è stata troppa confusione nella scuola, fra lezioni in presenza e a distanza, troppe indecisioni che hanno fatto aumentare i contagi fra i ragazzi, uniti ai comportamenti di cui dicevo prima. I rischi sono troppo elevati, anche perché le forme lievi che si registrano in tanti adolescenti possono contagiare tutta una famiglia". Niente lockdown quindi ma misure specifiche, nonostante le difficoltà dovute al fatto che non sia stato approntato "un piano per fronteggiare la seconda emergenza. Ecco, la mancanza di un insieme di misure straordinarie da parte delle autorità ci sta costando e ci costerà carissimo".

La situazione è grave. Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, nel corso del programma Omnibus, su La7, allontana lo scenario della chiusura totale, ma non la esclude per il momento. Parla di "probabilità basse". "Attenzione, non possiamo capire come andrà nelle prossime settimane - dice l'esponente M5s -  Abbiamo fatto il massimo per suddividere il Paese in aree e le misure che abbiamo assunto sortiranno degli effetti. Ma se 21 sistemi regionali, che verranno valutati domani, dovessero mostrare che la situazione e' molto a rischio questo significherà un lockdown nazionale. Ma prima che qualcuno dica che ho annunciato il 'lockdown nazionale' io aggiungo che la probabilità a oggi è bassa: la situazione tenderà a migliorare ed è verosimile che una zona diventi rossa, un'altra arancione e un'altra gialla. E avremmo una situazione a macchia di leopardo, andando avanti così per altro tempo. Spero e credo che la Lombardia in un paio di settimane tornerà su dati migliori. Nel complesso se lei mi chiede 'domenica scattera' per tutti il lockdown'? Io le rispondo di no, ma ci saranno altre regioni più gravi come colori, questo sì".

Lockdown in Italia? Che cosa ci aspetta tra novembre e dicembre

Prende tempo anche Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e docente di Igiene all'università Cattolica di Roma: Il rischio lockdown generalizzato "non è scongiurato perché dobbiamo valutare gli effetti" delle misure adottate contro la corsa di Covid-19, dice a SkyTg24. "Quello che sta succedendo è che in molte regioni la situazione sta peggiorando, in altre è stabile. E noi dobbiamo, nelle regioni che stanno peggiorando, arrestare questo peggioramento e nelle regioni che sono stabili invertire la curva e farla diminuire. Soltanto quando saremo certi che questo avviene allora potremo trarre delle conclusioni. Però tutti quanti stiamo cercando di evitare il lockdown nazionale, di elaborare delle misure proporzionate alla circolazione del virus". Sì, dall'analisi della curva dei contagi emergerebbero segnali positivi, ma la cautela è doverosa. "Lo speriamo tutti - sottolinea - ma per essere certi dobbiamo aspettare ancora una decina di giorni. Perché le misure che sono state introdotte una settimana fa e quelle rafforzate pochi giorni fa, per dare degli effetti stabili bisogna valutarle dopo 2 settimane. Stiamo andando nella giusta direzione con le misure prese, speriamo di vedere presto tutti quanti i risultati".

Un Natale in lockdown non è nei pensieri nemmeno del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. "Mi auguro proprio di no, ma sono convinto che le cose si metteranno a posto gradualmente" ha detto in collegamento radiofonico su Rtl 102.5. "Faccio un appello ai cittadini: comportatevi nel rispetto delle norme, non fate assembramenti, fate quello che si deve fare altrimenti anche Natale rischia di avere dei problemi".

Riporta però tutti coi piedi per terra  Andrea Crisanti, docente di Microbiologia e Microbiologia clinica all'università di Padova. A 'The Breakfast Club' su Radio Capital racconta: "Sulla possibilità che il Governo eviti il lockdown non ci scommetterei neanche una lira. Con più di 30mila casi al giorno, e con il numero dei morti vicini a quelli di marzo, a un certo punto anche se ci sarà il vaccino bisognerà abbassare il numero dei casi". 

Se dalle zone gialle chiedono il lockdown totale...

Da alcuni territori classificati come zona gialla, ad esempio la Sardegna, chi lavora sul campo chiede un lockdown totale. "La situazione sanitaria dovuta alla pandemia da COVID-19, sta assumendo ogni giorno di più caratteri di estrema gravità. Essa è più grave di quanto si creda - scrive su facebook Nicola Addis, presidente dell'Ordine dei Medici della provincia di Sassari e Olbia-Tempio - La classificazione in zona gialla della Sardegna può indurre a sottovalutare il problema sanitario. La decisione del governo è decisamente di tipo politico per salvaguardare la grave situazione economico sociale. Gli Ospedali del Nord Sardegna, (territorio che ricade nella competenza dell’ Ordine dei Medici di Sassari) sono in una situazione di grave emergenza. Uno dopo l’altro i reparti di degenza vengono convertiti in reparti Covid e le Terapie intensive sono al limite".

"I dati epidemiologici - continua Addis - registrano picchi verso l’alto giorno dopo giorno ed il personale lamenta situazioni difficilmente gestibili e seppur con grande sacrificio, non riesce più a svolgere con serenità il proprio lavoro. Con l’approssimarsi delle malattie stagionali, il sistema non potrà reggere ancora per molto e, allo stesso tempo, non potrà più esserci un valido supporto da parte della medicina territoriale. Vi è il rischio concreto che il sistema sanitario non solo non sia più in grado di farsi carico dei pazienti Covid, ma nemmeno di assicurare le cure ai cittadini colpiti da altre patologie, riuscendo con grande sforzo, a garantire solo le terapie salva-vita. Si sta rendendo necessario un nuovo lockdown totale".

Sono giorni di decisioni difficili: sei regioni sono già in bilico tra lockdown "regionale" e chiusure territoriali. Ma sul possibile lockdown nazionale è impossibile avere certezze.

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