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Sabato, 20 Aprile 2024
Attualità Torino

L'appello dei medici: "Serve il lockdown in Piemonte"

Nel weekend l'Omceo di Torino ha evidenziato come nelle prossime settimane potrebbe essere a rischio la tenuta del sistema sanitario

C'è chi pressa per un lockdown totale in Piemonte, in special modo a Torino. Nel weekend l'Ordine dei medici (Omceo) di Torino ha evidenziato come nelle prossime settimane potrebbe essere a rischio la tenuta del sistema sanitario, basandosi sulle segnalazioni di medici ospedalieri e di medicina generale. Sono 2.024 le persone riscontrate positive al coronavirus nella giornata di ieri in Piemonte. Di queste, 839 (41%) sono asintomatiche.“

L'ipotesi lockdown a Torino

L’Ordine chiede alla Regione "l’istituzione immediata di un nuovo lockdown, a causa dell’aggravarsi dell’emergenza sanitaria in corso. Siamo pienamente consapevoli delle conseguenze economiche, sociali e psicologiche che può provocare per tutte le persone un nuovo lockdown - sottolinea il presidente dell’Ordine Guido Giustetto -. Si tratta di un provvedimento che causa enormi disagi e che, pertanto, rappresenta davvero una soluzione estrema, per cui chiediamo al Governo di mettere in atto tutte le forme di aiuto e sostegno possibili. Tuttavia, la situazione è ora talmente grave che è in gioco la stessa tenuta del sistema sanitario, che altrimenti non sarà più in grado di provvedere alla salute dei cittadini".

L’Omceo Torino parla di stime che evidenziano come, “se l’aumento dei contagi e dei ricoveri dovesse continuare secondo il trend attuale, gli ospedali piemontesi potranno reggere ancora per pochi giorni, poi inizieranno a mancare posti letto a disposizione e personale sanitario sufficiente. Allo stesso tempo non ci potrà essere più alcun supporto da parte della medicina territoriale: già ora i medici di famiglia denunciano l’impossibilità di far fronte alle richieste dei pazienti, mentre il sistema di tracciamento dei casi appare ormai completamente saltato. Il rischio, di questo passo, è che il sistema sanitario non soltanto non sia più in grado di occuparsi dei pazienti Covid, ma nemmeno di prestare le cure ai cittadini colpiti da altre patologie riuscendo, con grande sforzo, a garantire solamente le terapie salva-vita”. Per l’Omceo “occorre dunque scongiurare assolutamente questo scenario, adottando subito un provvedimento drastico, in grado di limitare in modo efficace la crescita dei contagi”

Cirio: "Dobbiamo agire in maniera chirurgica"

Da oggi in Piemonte autobus e treni viaggeranno al massimo "al 50 per cento della capienza. L'obiettivo generale deve essere quello di ridurre il numero delle persone sui mezzi pubblici. Da domani i ragazzi delle superiori faranno scuola a distanza tutti i giorni, in modo da decongestionare i mezzi di trasporto: una scelta dolorosa, ma per i ragazzi più grandi abbastanza efficace, un provvedimento per la tutela della loro salute e di quella dei loro genitori e nonni" dice in un'intervista a La Repubblica il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

"Se vogliamo evitare il lockdown generalizzato, che vorrebbe dire la morte certa per la nostra Regione e il nostro Paese, dobbiamo agire in maniera chirurgica là dove ci sono i problemi. Pur nel rispetto istituzionale - spiega - il Piemonte ha contestato alcune misure dell`ultimo Dpcm, perché si colpiscono categorie produttive, come i ristoranti o le palestre, che in questi mesi si sono adeguate e hanno rispettato i protocolli di sicurezza, e ci si tappa invece gli occhi su quello che capita ogni giorno a bordo dei nostri pullman".

"È una giornata importante e delicata e dobbiamo essere molto lucidi e razionali, per raggiungere le scelte giuste per i nostri territori. Abbiamo una situazione che oggi è diversa da quella di marzo, quando il Governo faceva vedere una cartina dell`Italia divisa in zone arancioni, gialle, verdi, rosse. Avevamo misure diverse per province contigue. Noi stiamo dicendo al Governo che fare lo stesso errore di marzo è sbagliato, ormai abbiamo 11 regioni che hanno l`Rt sopra a 1.5, vuol dire che hanno un rischio alto. Le misure devono essere necessariamente nazionali, perché dalla Valle d`Aosta alla Calabria il virus c`è ovunque e sta crescendo ovunque" ha detto poi Cirio in mattinata a Buongiorno, su Sky TG24.

"Per questo - ha aggiunto - noi chiediamo, con spirito collaborativo e rispetto istituzionale, che ci sia un rapporto collaborativo e ci si renda conto che quella diversificazione fatta a marzo era sbagliata e che il covid è un problema nazionale e servono misure nazionali. Se decidessi ad esempio di chiudere le scuole in Piemonte, non potrei imporre il congedo parentale. Il mio potere arriva a chiudere le scuole, ma non a imporre il regime del congedo parentale, quindi è necessario l`intervento del Governo. Oppure se io in Piemonte decidessi di chiudere le attività X, queste attività chiuderebbero senza accesso al ristoro nazionale, perché quei soldi li dà il Governo. Non è possibile intervenire a pezzi, bisogna intervenire tutti insieme, con un modulo che preveda le responsabilità di Regioni e Governo, che sia completo e che dia una prospettiva. Quello che non vedo oggi è una prospettiva da dare al Paese".

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