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Giovedì, 25 Aprile 2024
Come contenere l'epidemia?

Chi vuole un nuovo lockdown totale in Italia

Cts e Iss chiedono di rafforzare le misure. L'esigenza di un'immediata e rigorosa stretta è stata sollecitata da alcuni esperti per arginare la diffusione delle varianti covid, ma non tutti sono d'accordo. E si accende il dibattito politico: contrari Salvini, Meloni e Toti

Continuare a convivere con il virus usando il sistema dei colori per le diverse aree di rischio o chiudere tutto, come nella primavera del 2020? L'emergenza sanitaria legata alla pandemia di coronavirus non accenna a fermarsi, con la curva dei contagi che nelle ultime settimane non ha dato segni di discesa. E riprende quota l'ipotesi di un lockdown totale per l'Italia, soprattutto per arginare la diffusione delle varianti più contagiose. Con l'indice Rt in risalita a 0.95 e l'istituzione di alcune zone rosse in diversi comuni italiani, l'esigenza di un'immediata e rigorosa stretta è stata sollecitata da alcuni esperti, ma non tutti sono d'accordo con l'esigenza del ritorno a una chiusura totale. Quest'ipotesi, come abbiamo spiegato qui, ha già provocato le prime scintille nel governo di Mario Draghi.

Chi vuole un nuovo lockdown totale in Italia?

A caldeggiare un lockdown duro è in primis Walter Ricciardi, docente di Igiene e Medicina preventiva all'università Cattolica di Roma e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l'emergenza coronavirus. "Al ministro ho sottoposto la necessità di proporre al governo tre cose, anche alla luce del problema delle varianti: lockdown breve e mirato per 2, 3 o 4 settimane, ossia per tutto il tempo necessario a riportare l'incidenza di Covid-19 al di sotto dei 50 casi per 100mila abitanti. Tornare a testare e tracciare; vaccinare a tutto spiano".

"Io sono consigliere del ministro della Salute e a lui mi rivolgo - ha detto Ricciardi -. E Speranza ha sempre accolto i miei suggerimenti. Nel precedente governo, però, trovava un muro, trovava la linea di chi voleva convivere con il virus. Questo ha causato decine di migliaia di morti e ha affondato l'economia. Spero che la strategia del nuovo governo sia 'no Covid' e che ci riporti a una prospettiva di normalità in tempi ragionevoli. Ci riavvicineremmo al ritorno alla vita normale e alla ripresa economica, come dimostrano gli esempi di Cina, Taiwan, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda. Ora anche Usa, Germania e Danimarca vanno in questa direzione".

Cts e Iss chiedono di rafforzare le misure

La richiesta di Ricciardi non è rimasta isolata. Il Comitato tecnico scientifico ha messo a verbale venerdì scorso che serve un rafforzamento delle misure anti covid, per tentare di arginare i contagi dovuti alle nuove varianti del coronavirus: "L'incidenza dell'epidemia risulta nuovamente in crescita, con un impatto sostenuto sui sistemi sanitari", hanno scritto i tecnici e gli scienziati al termine della riunione in cui hanno analizzato gli ultimi dati epidemiologici. E considerata la circolazione nelle diverse aree del Paese "si raccomanda di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione della variante VOC 202012/0 (quella inglese, ndr), rafforzando/innalzando le misure in tutto il Paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto", afferma l'Istituto superiore di sanità nello studio di prevalenza della variante inglese in Italia, relativo all'indagine svolta lo scorso 4-5 febbraio.

Le parole di Ricciardi hanno scatenato le critiche di diversi politici. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha commentato: "Spero che con il nuovo governo finisca anche la stagione degli allarmismi su giornali e tg. Noi proponiamo che la comunità scientifica si metta intorno a un tavolo, decida numeri alla mano e poi, in base ai numeri e alle decisioni, comunichi. Non è possibile che ci sia qualcuno che si alza la mattina, gettando nel panico milioni di italiani, parlando di morti e chiusure senza che ne abbia discusso con altri". Contraria anche Giorgia Meloni: "Ricciardi, consulente del ministro della Salute, propone un nuovo lockdown totale. La proposta è surreale. Se dopo un anno e più siamo ancora a parlare di lockdown totale, significa che la politica di lotta alla pandemia è stata totalmente fallimentare". E su Twitter il governatore ligure Giovanni Toti attacca: "Tutte le sante domeniche il super consulente del Ministero della Salute Ricciardi invoca un nuovo lockdown totale. Ogni domenica i cittadini e le imprese italiane si chiedono perché non sia possibile un lockdown ad personam per Ricciardi".

Il nuovo lockdown totale divide virologi e politici: cosa pensano gli esperti

Sulla stessa linea di Ricciardi è il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova. "Il 20% dei contagiati presenta la variante inglese e la percentuale è destinata ad aumentare. Bisognava fare il lockdown a dicembre, prevenendo tutto questo, mentre ora siamo nei guai. Serve un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese diventi prevalente e per impedire che abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele. E neanche zone arancioni, va chiuso tutto e va lanciato un programma nazionale di monitoraggio delle varianti", afferma. "Dove si trovano le varianti brasiliana e sudafricana servono lockdown stile Codogno, non le zone rosse che sono troppo morbide - ha aggiunto Crisanti -. La Germania continua il lockdown, la Francia pure, l'Inghilterra anche, solo noi pensiamo asciare e a mangiar fuori. Tutti vogliamo una vita normale, ma non si realizza se non si controlla la pandemia".

Per Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, "un lockdown totale per due settimane farebbe abbassare la curva per poter riprendere il tracciamento", mentre senza alcuna chiusura "bisognerà continuare con stop&go per tutto il 2021".  Parlando ai microfoni di Radio Cusano Campus, Cartabellotta si è soffermato sulla richiesta di chiusura generale da parte del consigliere del ministro della Salute: "Credo che il suo ragionamento sia allineato con quello che abbiamo pubblicato prima del periodo natalizio. La strategia che il governo ha assunto è quello della convivenza con il virus, varando misure per evitare la saturazione degli ospedali. Ora sulle varianti bisogna ipotizzare lo scenario peggiore per evitare di farci trovare impreparati".

"Si rischierebbe la ribellione sociale"

Per Claudio Mastroianni, direttore del dipartimento di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma, "ora più che mai serve la massima attenzione e bisogna stare molto accorti e valutare misure più stringenti e anche l'idea di un lockdown. Siamo di fronte a una settimana decisiva". Per il virologo dell'università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, un lockdown totale subito, come suggerito da Walter Ricciardi, servirebbe "da un punto di vista scientifico", rispetto al fatto che una chiusura drastica di 3-4 settimane fermerebbe sul nascere la 'rimonta' di Sars-CoV-2. "Credo però che un lockdown totale sia difficile da proporre dal punto di vista dell'opportunità politica e del disagio e della ribellione sociale che si rischierebbe".

Per l'esperto, meglio tentare prima una via "più accettabile", provare a "rivedere i parametri" su cui far partire le chiusure. "Le persone - ammette Pregliasco, parlando con l'Adnkronos Salute - sono provate dalla lunga maratona" di chiusure a zone e aperture a scatti, "a cui il virus ha costretto tutti noi. I risultati sono stati importanti, intendiamoci, perché il metodo dell'Italia a colori ci ha permesso ad oggi tutto sommato di mitigare la diffusione di Covid-19. Non siamo riusciti ad arrivare al controllo dell'epidemia, che era la speranza con cui si era partiti. Rispetto al lockdown puro è stato possibile solo rallentare la velocità di circolazione del virus, ma non dimentichiamo che in questo modo è stata garantita alle persone che si stanno ammalando la miglior condizione possibile, perché la situazione attuale vede la presenza di un 30% circa di occupazione dei reparti, ancora accettabile".

"A mio avviso - aggiunge quindi Pregliasco - forse sarà necessario rivedere i parametri di aperture e chiusure, essere più flessibili. Perché, si sa, quando una regione va nella fascia gialla, il rischio di perdere i progressi ottenuti c'è. Vediamo se saranno fattibili interventi chirurgici, zone rosse come l'Umbria, da far scattare in base a valutazioni più stringenti".

Secondo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, "abbiamo una situazione epidemiologica di stallo, in cui i numeri si stanno mantenendo costanti. Questo può essere letto in modo positivo da una parte e negativo dall'altro, perché è partita anche la campagna vaccinale e fare le immunizzazioni mentre il virus circola aumenta la capacità delle varianti di resistere. È quindi obbligatoria una cautela, ma ridiscutere oggi di fare o meno un lockdown nazionale non serve a nulla, come non serve minacciarlo. Il Paese ha fatto un scelta che è quella di convivere con il virus".

Burioni: "Il problema si risolve con il vaccino"

"Una cosa vi dico: è molto difficile per un vaccino avere un'efficacia sul campo maggiore di questa. Adesso sbrighiamoci. Il problema non si risolve con le chiusure che servono solo a guadagnare tempo. Si risolve con il vaccino", scrive su Twitter il virologo e docente all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano Roberto Burioni, commentando un nuovo studio israeliano che conferma un'efficacia del 94% dopo due dosi del vaccino anti covid di Pfizer/BioNTech, all'indomani dell'appello lanciato da Walter Ricciardi.

"Se c'è bisogno di mettere un'area in zona rossa va fatto rapidamente, ma evitiamo di continuare a parlare di lockdown nazionale perché c'è qualcuno che è diventato un disco rotto". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente dell'Unità di crisi Covid-19 della Liguria. "Non siamo alla soglia di un nuovo lockdown - afferma Bassetti -. Dobbiamo avere un po' di pazienza e di ordine, e le boutade non aiutano. I numeri dicono che abbiamo il 5% dei positivi, le ospedalizzazioni sono calate e la situazione non è di emergenza. Guardando a quello che è successo un anno fa con i primi casi di coronavirus al Nord, è verosimile pensare che questo virus si correla con la stagione invernale e potrebbe esserci un aumento dei casi. Questa volta, però - ricorda l'infettivologo - abbiamo gli strumenti per contrastare la pandemia. Se c'è aumento dei casi e dei ricoveri, si dovrà intervenire a livello locale con le chiusure".

Zone rosse e variante inglese: cosa sta succedendo regione per regione

E dice no all'ipotesi di un nuovo lockdown anche Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Inmi Spallanzani di Roma, ospite di RaiNews24. "Il nostro laboratorio sta lavorando sulle varianti" di Sars-CoV-2, "che sono un problema che deve destare attenzione, ma non panico. Siamo contrari che si creino delle psicosi di massa", ha spiegato. "A settembre la variante spagnola ha determinato un aumento dei contagi nelle fasce giovanili e il messaggio era ai ragazzi di fare attenzione perché potevano essere dei vettori per gli anziani". Quanto all'ipotesi di un nuovo lockdown totale, per Vaia "non si tratta di aggravare le misure" anti-Covid, "ma applicare con severità le misure che abbiamo. Un lockdown severo non serve, ma occorrono chiusure chirurgiche". "Voglio dire un no netto e chiaro all'utilizzo delle varianti come 'clava politica'. La scienza sia sempre libera da interessi economici e politici", ha scritto poi Vaia in un post su Facebook.

Cosa farà il governo?

Cosa farà Draghi sull'ipotesi di un lockdown totale? In attesa dei numeri aggiornati della curva epidemiologica e di una loro eventuale crescita, il nuovo premier avrebbe intenzione di usare i poteri del governo sulle regioni e di seguire l'esempio di Angela Merkel in Germania. La cancelliera ha usato la linea dura prolungando le restrizioni in polemica con i governatori locali.

Cosa farà Draghi sull'ipotesi di lockdown totale

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