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Giovedì, 25 Aprile 2024
Facciamo due conti

La Lombardia è davvero vicina all'immunità di gregge?

Secondo l'Assessore al Welfare Letizia Moratti la Regione si avvicina "velocemente a toccare il 70% della popolazione vaccinata". Ma le cose non stanno proprio così. E in Italia come siamo messi?

"Nella giornata di ieri sono state oltre 103mila le somministrazioni effettuate in Lombardia. Ci avviciniamo velocemente a toccare il 70% della popolazione vaccinata. Una percentuale che significherebbe il raggiungimento dell'immunità di comunità". È quanto ha annunciato ieri la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, su Facebook, confidando dunque di chiudere la partita col Covid in brevissimo tempo. È davvero così? In realtà a guardare i dati Moratti avrebbe potuto essere un po' più cauta.

Al momento la Lombardia ha infatti effettuato 4.350.715 prime dosi e 2.077.019 richiami. Il che significa una percentuale di persone vaccinate con la prima dose inferiore al 45%, mentre le persone totalmente immunizzate sono meno del 25%, stando ai dati del Ministero della Salute che probabilmente include nel computo anche i vaccinati con il monodose J&J. Il 66,8% di somministrazioni è avvenuto con il vaccino Pfizer-BioNTech, il 20,85% con AstraZeneca e per la restante parte con Moderna (9,32) e Janssen (3,03).

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Anche considerando il fatto che i vaccini a mRNA sono particolarmente efficaci e secondo molti studi riescono nella maggior parte dei casi anche a prevenire l'infezione, l'immunità di gregge non sembra proprio ad un passo. Peraltro, come emerge chiaramente dai grafici pubblicati dalla fondazione Gimbe (aggiornati al 4 giugno), come percentuale di popolazione vaccinata la Lombardia si colloca appena sopra la media.

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Quanto è lontana l'immunità di gregge

Ciò non toglie che dopo un avvio stentato la Regione abbia ingranato la marcia e che oltre 100mila somministrazioni al giorno siano un risultato ragguardevole. Quanto è lontana allora l'immunità di comunità? La maggior parte degli esperti situano l'asticella intorno al 70-80% di popolazione vaccinata, ma non è affatto detto che si arriverà a stroncare completamente il coronavirus. Per il virologo Fabrizio Preglisco è più probabile che "nella pratica reale con questa tipologia di malattia" si arrivi "a un contenimento e a una convivenza sempre più civile con il virus", mentre Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, ha affermato di recente che sarebbe "pericoloso" in questo momento "pensare che i vaccini già funzionano nel dare immunità di gregge" contro Covid-19, "quando le percentuali di persone vaccinate sono ancora relativamente basse, come quelle attuali". Questo è "davvero il punto critico". "Questo atteggiamento - ha spiegato su Facebook, in un post su quelli che chiama "negazionisti" della stagionalità del coronavirus pandemico - porterebbe a rilassare la campagna vaccinale, quando invece dobbiamo spingere tutti per vaccinare come matti, da adesso fino ad ottobre" proprio per arrivare a quel 70-80% di vaccinati, "che davvero permetterà di stroncare la diffusione di Sars-CoV-2". 

L'incognita della variante Delta

Infine c'è un'altra incognita di cui tenere conto: la variante Delta (o indiana) che sebbene sia scarsamente presente oggi in Italia è diventata in breve tempo dominante nel Regno Unito scalzando la mutazione del Kent (B.1.1.7 o Alpha) che già di per sé era molto più contagiosa del ceppo di Wuhan. Oltre ad essere più virulenta (secondo i primi studi condotti in UK sarebbe associata anche ad un rischio di ospedalizzazione fino a 2,6 volte superiore rispetto ad Alpha) questa variante si è dimostrata anche più resistente alla prima dose dei vaccini. In particolare il calo nel prevenire la malattia sintomatica sarebbe pari al 15-20%. La buona notizia è che con la seconda dose la protezione resta comunque molto alta. In parole povere con una variante così pericolosa ha forse poco senso parlare di immunità di gregge basandosi solo sul numero delle prime dosi. In Italia ad oggi la percentuale di persone totalmente immunizzate è pari al 23,78 % della popolazione sopra i 12 anni. C'è ancora tanta strada da fare. 

(Grafico in alto Fondazione Gimbe)

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