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Sabato, 20 Aprile 2024
Scuola / Oristano

Maestra sospesa per le preghiere: "Il ministro non può revocare il provvedimento"

La nota del dicastero sul caso di Oristano

Il ministro "non ha alcun potere di revocare provvedimenti disciplinari, può invece disporre ispezioni per verificare la correttezza dei procedimenti medesimi. La competenza disciplinare è esclusiva dell'amministrazione, non degli organi politici". È quanto precisa in una nota il ministero dell'Istruzione in riferimento al caso di Marisa Francescangeli, la maestra della scuola primaria di San Vero Milis (Oristano) sospesa per 20 giorni dopo aver fatto recitare alcune preghiere in classe agli alunni. 

"Il ministro si è immediatamente attivato per avere una relazione dettagliata sul procedimento disciplinare e sul fondamento delle accuse mosse alla docente" si legge nella nota. "L'amministrazione, su richiesta del ministro, ha altresì incaricato tre ispettori, scelti fra persone di particolare esperienza e competenza, affinché verifichino la regolarità del procedimento e la completezza dell'istruttoria. Ciò premesso, si invita ad attendere serenamente l'esito delle verifiche, avendo fiducia nelle istituzioni". 

"Non è stato un episodio isolato"

L'episodio che ha fatto scattare il provvedimento si è verificato il 22 dicembre scorso. Francescangeli si trovava in un'aula per sostituire un suo collega e, visto che era Natale, ha deciso di far realizzare ai bambini un braccialetto rosso per rappresentare il rosario. Poco prima del suono della campanella, l'insegnante ha fatto recitare ai bambini il Padre nostro e l'Ave Maria. Non si sarebbe trattato però di un episodio isolato. A confermarlo è stato lo stesso ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara intervenuto in diretta al Tg - Diario del Giorno, in onda su Retequattro: "Appena emersa la vicenda ho chiesto una relazione dettagliata sui fatti dopodiché abbiamo mandato gli ispettori per verificare che la procedura sia stata corretta. Posso soltanto dire che non si tratta della recita episodica di una preghiera, ma, dalla documentazione a fondamento della decisione disciplinare si tratta di reiterate preghiere e canti religiosi nelle ore disciplinari".

"Dopo diversi interventi 'bonari' del dirigente scolastico - ha spiegato il ministro - si è arrivati all'attivazione di un procedimento disciplinare che si è concluso con la sanzione di 20 giorni dopodiché io, appena è emersa la notizia, ho richiesto una relazione dettagliata e abbiamo inviato gli ispettori per verificare che la procedura sia stata svolta correttamente. Ovviamente l'insegnante può ricorrere al giudice del lavoro, io posso solamente dire che non si tratta della recita episodica di una preghiera ma, dalla documentazione a fondamento della decisione disciplinare, si tratta di reiterate preghiere e canti religiosi nelle ore disciplinari".

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