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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Redazione

L'ennesimo manifesto sessista e le "scuse" di chi non vuole capire

Per pubblicizzare pulizia e sanificazioni di condomini, uffici, negozi, abitazioni e locali, una ditta salentina ha pensato che nel 2021 potesse essere ancora divertente e soprattutto “utile” usare lo slogan “Ve la diamo gratis” (la sanificazione, che avete capito) e accompagnarla dall’immagine di una giovane donna con quello che più che un abito da lavoro sembra un costume di carnevale da “cameriera sexy”, con gonna corta e décolleté bene in vista. Il paradosso del “purché se ne parli” ha fatto il suo tempo e se si sta parlando in questo momento della SGS Outsourcing con sede legale a Lizzanello non è certo per la qualità dei suoi servizi o della sua comunicazione, anzi. 

A Repubblica il responsabile legale dell’azienda ha detto che non era intenzione della ditta “lanciare un simile messaggio”. La locandina incriminata “è stata realizzata dall'azienda che gestisce l'immagine della ditta che ha scelto uno slogan solo un po' diverso ma mai e poi mai possiamo essere tacciati di sessismo”, ha aggiunto, sottolineando (“peraltro”), che “l'80 per cento del nostro personale è composto da donne”. Il responsabile legale ha poi puntato il dito contro “insulti e cattiverie” che sono arrivate all’indirizzo dell’azienda per la campagna: “In un mondo civile non è questo il modo di manifestare il proprio dissenso e per dimostrare la nostra buona fede ci scuseremo con una lettera che sta preparando il nostro legale Andrea Maggiulli chiarendo, una volta per tutte, quest'equivoco".

L'azienda ha risposto su Facebook con delle scuse che in realtà non sembrano veramente le scuse di chi ha compreso quale sia davvero il “problema”. Si parla infatti di “fraintendimento”, dovuto a una “cattiva interpretazione del nostro messaggio pubblicitario”, che “voleva essere solo motivo di un sano sorriso e non un attacco sessista, tanto che è stato creato da un grafico ‘donna’ e che la SGS Outsourcing risponde di personale quasi totalmente ‘donna’” (Ci sarebbe poi da aprire un altro capitolo sul ricorso alle virgolette per sottolineare la parola donna…). 

sgs outsourcing manifesto sessista-2

Sommersa dalle critiche, l’azienda si è poi lasciata andare allo spiegone: “Una cosa è il sessismo, lo stalking, la violenza di genere che da sempre condanniamo e combattiamo anche attivamente, altra cosa è l'ironia che contraddistingue gli uomini e le donne liberi”. A giudicare dai commenti ricevuti, sono tanti quelli che ritengono di aver capito perfettamente il senso della locandina e dello slogan e non ci stanno a passare per quelli che non sanno farsi una risata… 

Chi non è riuscito a vedere il lato simpatico della cosa, tra gli altri, è anche il comune di Lizzanello, che su Facebook ha scritto un duro post contro l’iniziativa della SGS Outsourcing. “Una pubblicità sessista oggi ha disturbato la consueta quiete che contraddistingue le domeniche pomeriggio della nostra comunità”, si legge in un post intitolato significativamente “Fuori da Lizzanello”. “Di fatto, un errore ha richiamato Lizzanello quale località di appartenenza della società che ha sfruttato lo slogan sessista per il proprio business. Lizzanello ne è solo la sede legale, la compagine, per fortuna, è altrove. Ad ogni modo Lizzanello e Merine non si tirano indietro e saranno sempre presenti per parteggiare contro le ingiustizie e combattere per una buona causa e questa di certo lo è!”. Il Comune ha annunciato l’intenzione di scrivere “un regolamento comunale che ispirato al rispetto dei principi fondamentali escluderà dalla negoziazione privata col comune le imprese che si siano negativamente distinte per comportamenti sessisti, discriminatori e razzisti, oltre a negare ogni forma di affissione pubblicitaria di natura sessista”. 

Questo purtroppo non è il primo caso di pubblicità sessista e, temiamo, non sarà nemmeno l'ultimo. Cambiano i soggetti, cambiano i claim, le foto, ma il problema rimane.  

La pubblicità della SGS Outsourcing è diventata sì, virale, ma per l’uso spregiudicato del corpo femminile e degli stereotipi di genere che ancora in Italia qualcuno pensa possano aiutare a vendere e farsi conoscere, ammiccando sempre nei confronti di quello che viene considerato l’unico, vero padrone di tutto, il cliente con i soldi in mano: l’uomo. E chi non ride, per loro, non è altro che un perbenista rompiscatole. 

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