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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La nomina di Foa a presidente della Rai: "La mia vita è cambiata in 24 ore"

Il video del giornalista su Facebook: "Lusingato di essere il prescelto. Mi ispirerò a Montanelli". Ma la partita non è ancora chiusa: per la nomina effettiva servirà l'ok di Forza Italia

Fabrizio Salini amministratore delegato, Marcello Foa consigliere indicato come Presidente. La quadra in maggioranza sui vertici Rai è stata raggiunta intorno a questi due nomi: l’ex direttore de La7, scelto da Luigi Di Maio; e il giornalista ‘sovranista’ voluto da Matteo Salvini. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole: i due partiti di governo hanno nominato i dirigenti della tv pubblica secondo le stesse logiche del passato.

Ieri sera Marcello Foa ha parlato per la prima volta in video da presidente designato, spiegando di essere  in vacanza e di aver saputo in mattinata di essere il “candidato prescelto per l'incarico di presidente della Rai”.

"Montanelli il mio maestro"

"Questa scelta ha rivoluzionato la mia vita in pochissimo tempo – ha spiegato il giornalista -, mi lusinga, ho accettato con molto piacere, ringrazio chi me l'ha proposto come ho fatto oggi sulla mia pagina Facebook e non posso che promettere un impegno molto autentico, sincero, sull'onda di colui che è stato il mio maestro, Indro Montanelli, alla cui scuola sono cresciuto e al cui giornalismo mi sono sempre ispirato".

Il video postato su Facebook da Marcello Foa

"Farò di tutto per essere alla vostra altezza"

"Credo che l'onestà intellettuale e la capacità di riconoscere i propri errori, la capacità di essere autenticamente pluralisti, autenticamente al servizio dei cittadini sia una caratteristica indispensabile", ha sottolineato il neo presidente Rai,."E io come presidente della Rai farò di tutto per essere alla vostra altezza e per aiutare la Rai a tornare ad essere un esempio per tutti e mi auguro citato e apprezzato anche nel mondo".

Chi è Marcello Foa

Ma chi è Marcello Foa? Intanto, come ha ammesso di recente in un suo post su Il Giornale, Foa condivide appieno le ragioni dei sovranisti. Nonostante abbiano contro i media mainstream, spiegava Foa, “la Lega passa di vittoria in vittoria e i 5 Stelle hanno schiantato a sinistra quel Pd per cui tifano quasi tutti i talk show".

"Tutto questo accade perché i cittadini sono stufi di non essere più padroni del proprio destino e non si fanno più incantare dalla narrativa, inzuppata di spin, volta a creare l’impressione che lo Stato sia una reliquia del passato e che il mondo sarà ineluttabilmente multiculturale, multietnico, governato da democrazie virtuali ma controllato di fatto da élite autonominatesi e prive di legittimità popolare. Altro che reliquia, lo Stato è più vivo che mai!".

Il curriculum del presidente incaricato

Giornalista, dirige il Corriere del Ticino, docente universitario, dal 2014 Foa è vicepresidente di Asimmetrie,l’associazione italiana per lo studio delle asimmetrie economiche fondata e presieduta dal senatore leghista Alberto Bagna.  La sua opera più recente è il saggio Gli stregoni della notizia – Atto secondo. Come si fabbrica informazione al servizio dei governi.

Il Pd sulle barricate

Insorge invece il Pd: Foa è figura “inadeguata”, attaccando in particolare il profilo ‘sovranista’ del giornalista, ricordando un post del 27 maggio scorso in cui – dopo lo stop a Savona ministro dell’Economia – definiva "disgustoso" il discorso di Sergio Mattarella: “Uno che potrebbe essere imputato per vilipendio presidente della Rai? Questa maggioranza ormai non ha più il senso della vergogna”, denuncia Alessia Morani. 

Ma per la nomina effettiva serviranno i voti di Forza Italia

Ma per diventare realtà, l’intesa sui nomi di Salini e Foa deve ancora superare lo scoglio della Vigilanza Rai: il presidente, figura di garanzia, deve infatti ricevere il gradimento dei due terzi dei commissari. E dunque, numeri alla mano, la “rivoluzione culturale” annunciata da Di Maio si potrà concretizzare solo con il decisivo ok di Forza Italia.

I componenti della Vigilanza sono infatti 40: la maggioranza dei due terzi si raggiunge dunque con 27 voti. Cinque Stelle e Lega possono contare su 21 voti (rispettivamente 14 e 7). Visto che il Pd ha già dichiarato il suo convinto no ad una figura considerata "inadeguata", l’unico modo per raggiungere la soglia fatidica diventa il sostegno dei 7 commissari di Forza Italia (6 visto che il presidente Barachini non vota). Dalla maggioranza assicurano che "l’accordo con Fi già c’è". Ma per ora i forzisti prendono tempo: "Giudicheremo dai fatti" ha spiegato Giorgio Mulè, capogruppo azzurro a San Macuto. Precisando che "l’unico faro sarà salvaguardare la Rai e le sue straordinarie professionalità e potenzialità".

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