rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Attualità

"Marchionne per me era come un figlio, tradito dalla passione per le sigarette"

La lettera di Franzo Grande Stevens al Corriere della Sera: "Il dolore per la sua malattia è indicibile. Quando ho appreso del ricovero pensai subito che fosse in pericolo di vita". Ma dalla clinica svizzera dov'è ricoverato c'è il massimo riserbo sulle condizioni del manager

"Per me era come un figlio e invece divenne un fratello". Franzo Grande Stevens, legale di Gianni Agnelli e presidente onorario della Juventus, racconta in una lettera al Corriere della Sera la sua amicizia di lunga data con Sergio Marchionne, l'ex ad di Fca ricoverato in terapia intensiva in una clinica svizzera.

"Il dolore per la sua malattia è indicibile. Quando dalla tv di Londra appresi il giovedì sera che egli era stato ricoverato a Zurigo, pensai purtroppo che fosse in pericolo di vita. Perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette" racconta Grande Stevens. "Tuttavia, quando seppi che era soltanto un «intervento alla spalla», sperai. Invece, come temevo, da Zurigo ebbi la conferma che i suoi polmoni erano stati aggrediti e capii che era vicino alla fine". 

Le condizioni del manager, secondo quanto riportano oggi diversi quotidiani, sarebbero irreversibili, anche se la clinica svizzera dov’è ricoverato in terapia intensiva non ha confermato la notizia. Certo è che le parole usate da John Elkann in una lettera inviata ai dipendenti Fiat ("le sue condizioni sono peggiorate nelle ultime ore e non gli permetteranno di rientrare in Fca") non fanno pensare a nulla di buono. Per ora comunque nessuno - se non i familiari e gli affetti più stretti - sa con certezza quali siano le reali cause dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute. 

"Umberto Agnelli lo volle alla Fiat"

"La sua scelta di amministratore delegato della Fiat (oggi Fca) è dovuta a Umberto Agnelli - racconta ancora Grande Stevens -, che prima di morire raccomandò a Gabetti e a me di chiamarlo in azienda".

"Umberto aveva valutato Marchionne dai risultati eccezionali che aveva raggiunto lavorando per la Sgs, Société Générale de Surveillance, società di assicurazioni ginevrina. Umberto ci disse che quest’uomo aveva avuto un’idea geniale: quella di incaricare un suo uomo in ogni scalo marittimo o aereo del mondo".

Sergio Marchionne, la discreta presenza della compagna Manuela 

Così quel manager allora sconosciuto entrò a far parte della galassia Fiat e in breve tempo ne diventò l’anima e la mente. "Quando conobbi Marchionne gli citai per caso, nel nostro colloquio, un filosofo e mi accorsi che egli conosceva benissimo la filosofia a cominciare da Voltaire e Machiavelli: e gli consigliava perciò il «senso della disciplina» e la consapevolezza dell’«importanza della cultura»". 

La passione per la filosofia

"La prima - spiega ancora l’avvocato - gli veniva dall’infanzia che fu difficile. Da ragazzino, dopo la scomparsa del padre maresciallo dei carabinieri, con la mamma emigrò da Chieti negli Abruzzi a Toronto in Canada, presso una zia che commerciava in dettaglio ortofrutticoli. Un trasferimento affatto facile per lui. Imparò così il rigore e capì il binomio disciplina-cultura".

La sua eredità? "Marchionne ha lasciato una società che ha raggiunto l’incredibile risultato dell’azzeramento del debito e l’avvio di una vita di successi. Mi auguro che sulla strada che egli ha tracciato, sul suo esempio, la Fca prosegua con gli stessi risultati. Soltanto così il grande dolore di tutti noi potrà alleviarsi".

Marchionne, gli operai si dividono: "È stato un grande". "No, ha fatto poco per i lavoratori"

L'ultima uscita pubblica di Marchionne, video

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Marchionne per me era come un figlio, tradito dalla passione per le sigarette"

Today è in caricamento