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Venerdì, 19 Aprile 2024
Non solo cemento selvaggio

Un abuso ogni 133 metri e l'Italia "perde" il suo mare

I dati del rapporto Mare Monstrum di Legambiente: nel 2021 accertati 55.020 illeciti penali e amministrativi, alla media di 7,5 ogni chilometro di costa. Il business del mare violato è di oltre 626 milioni di euro. Le regioni maglia nera e quelle virtuose

Italia Paese del mare maltrattato. Sono stati 55.020 i reati contestati nel 2021 alla media di 7,5 ogni chilometro di costa, ossia un illecito ogni 133,3 metri. Sono state 24.900 le sanzioni, 20.485 le persone arrestate o denunciate, 7.021 i sequestri, 392 le società denunciate e 270 quelle sanzionate. Il business del mare violato è di oltre 626 milioni di euro. Il quadro per nulla confortante arriva da Legambiente, col rapporto Mare Monstrum 2022 (redatto su dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto).

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Mare violato, le regioni maglia nera

A guidare la classifica delle aggressioni all’ecosistema marino su base regionale è, anche nel 2021, la Campania, seguita da Sicilia, Puglia, Toscana, Calabria e Lazio. Prima regione del Nord è il Veneto, mentre in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia si concentra il 46,1% di tutti i reati e gli illeciti amministrativi accertati nel nostro Paese.

Analizzando, invece, i reati per chilometri di costa, la classifica cambia radicalmente: qui il primo posto è della Basilicata, seguita da Abruzzo, Molise, Emilia-Romagna, Veneto e Campania. Secondo Legambiente, "il fattore di pressione di gran lunga prevalente rimane quello del ciclo illegale del cemento, dalle villette abusive all’occupazione illegale delle spiagge, che da solo rappresenta il 50,3% del totale degli illeciti accertati, seguito dall’illegalità connessa ai fenomeni d’inquinamento e alla gestione dei rifiuti (25,3%) e dalla pesca di frodo (20,8%)". Chiudono questa classifica, con il 4%, le violazioni relative al Codice della navigazione anche nelle aree marine protette. 

mare monstrum 2022 3-2

"Mare Monstrum, in maniera ancora più completa quest’anno, accende i riflettori sulle pressioni illegali che danneggiano il nostro ecosistema marino: dall’abusivismo edilizio al deficit di depurazione, dagli sversamenti di liquami inquinanti d’ogni tipo fino all’assalto al patrimonio ittico e alla biodiversità, con l’incubo della pesca di frodo – spiega Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente – Vale la pena ricordare come solo grazie all’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice penale nel 2015 sia stato possibile sviluppare inchieste adeguate alla gravità dei reati e come, ancora, anche i delitti contro la fauna attendano di esservi inseriti. Solo potenziando le attività di controllo e rafforzando gli interventi normativi, in primis quelli contro l’abusivismo, con l’affidamento ai prefetti delle demolizioni quando i Comuni non le eseguono, e quelli contro la pesca illegale, si può fronteggiare l’assalto degli ecocriminali e dei predoni del mare. Ma, a fronte di chi puntualmente saccheggia, deturpa, inquina il nostro patrimonio marino e costiero, ci sono anche le storie di chi s’impegna a tutelarne le straordinarie risorse e a valorizzarne le potenzialità per affrontare sfide che ci riguardano tutti come quella climatica, ad esempio attraverso la produzione di energia pulita, possibile anche con un eolico off-shore ben progettato e realizzato”.

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