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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La campagna di immunizzazione

Mario Draghi si è prenotato per il vaccino: "Farò AstraZeneca, sto aspettando che mi rispondano"

Nessuna corsia preferenziale per il premier: nel Lazio le prenotazioni per gli over 72 anni sono aperte dal 19 marzo. In conferenza stampa il presidente del consiglio ha parlato dei problemi di approvvigionamento dei vaccini, affermando che per avviare una produzione nazionale serviranno "3-4 mesi da ora"

"Mi vaccinerò con AstraZeneca spero la settimana prossima. Ho fatto la prenotazione, sto aspettando che mi rispondano, ma spero di farlo settimana prossima". Lo ha detto il premier Mario Draghi intervenuto oggi in conferenza stampa presso la sala polifunzionale della presidenza del Consiglio, dopo la cabina di regia con i ministri. Il premier dunque si vaccinerà con AstraZeneca anche se non è chiaro ancora quando. Nessuna corsia preferenziale per il presidente del consiglio, 73 anni, che ha atteso il suo turno come ha fatto il presidente della Repubblica Mattarella.

Un esempio, quello del capo dello Stato, che lo stesso premier aveva esortato a seguire quando due settimane fa era stato in visita nel centro vaccinale di Fiumicino. Nel Lazio le prenotazioni per chi ha più di 72 anni sono state aperte lo scorso 19 marzo. E così anche il premier si è messo in coda. L’unica richiesta, a quanto pare, è quella di essere vaccinato con AstraZeneca per provare a scalfire il clima di sfiducia che si è creato nei confronti di questo vaccino dopo lo stop dell’Aifa.

Vaccini, Draghi: "Produzione in Italia in 3-4 mesi. Reithera arriva in autunno"

Il premier ha ovviamente parlato anche della campagna vaccinale e delle difficoltà negli approvigionamenti. Secondo il premier lo stop alle esportazioni dei farmaci andrebbe  attuato soprattutto verso le società che non rispettano i patti. Il blocco totale" di esportazione dei vaccini verso il Regno Unito "interromperebbe la produzione del vaccino, oltre a innescare una tensione politica. Non ci dobbiamo assolutamente arrivare e non ci arriveremo".

Per il presidente del consiglio, dalla penuria di dosi "non ne usciamo con i blocchi ma con la produzione di vaccini, l'unica cosa che ci farà uscire fuori dalla pandemia e restituirà fiducia in sé stessi, fiducia nella possibilità di andare in giro sapendo che si può senza contagiare o essere contagiati, che si può viaggiare, costruire". Quanto ad AstraZeneca, adire le vie legali comporterebbe "aspettare che gli avvocati risolvano, mentre una enorme quantità di vaccini rimarrebbe inutilizzata". Dunque, "nell'interesse di tutti, bisogna trovare un accordo e farlo presto". L’obiettivo a medio termine dunque è produrre un vaccino nel nostro Paese. Quanto tempo ci vorrà? "Parliamo di 3-4 mesi da ora", ha affermato il presidente del consiglio ricordando uno dei "vari accordi per la produzione di vaccini in Italia".

"Il vaccino su cui stiamo puntando come Paese è il vaccino ReiThera -ha ricordato Draghi - su cui c'è stato un investimento in termini di capitale pubblico, le sperimentazioni sono in corso e siamo fiduciosi che a partire dall'autunno potrà essere a nostra disposizione".

In conferenza stampa il ministro della Salute Roberto Speranza ha sottolineato che ier "238mila somministrazioni avvenute 2 giorni fa e 243mila somministrazioni nella giornata di ieri". "Sono numeri che vogliamo crescano in maniera significativa. Per la fine di marzo aspettiamo altre 4 milioni di dosi. Nel terzo trimestre aspettiamo 50 milioni di dosi, nel terzo 80 milioni di dosi". E per Draghi "l'obiettivo del mezzo milione di dosi in aprile comincia a vedersi con più probabilità".

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