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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Coronavirus, Crisanti: "Mascherina anche al banco, a scuola si parla e si emette droplet"

Andrea Crisanti: "Se  teniamo gli studenti tutti zitti per ore va bene che non la indossino in classe, ma non ce la vedo una classe che sta in silenzio per ore"

La sua è diventata ormai una delle voci più ascoltate dagli italiani. Parla Andrea Crisanti: a scuola mascherine anche al banco, il vaccino entro fine 2020 è solo una lontana speranza, e dobbiamo trovare il modo di arrivare a fare 400mila tamponi al giorno. Ha detto questo e altro ancora giovedì a Sky TG24 l'ordinario di microbiologia all'Università di Padova: "I tamponi che facciamo adesso ci bastano appena per controllare la situazione. L’aumento del numero dei tamponi è una cosa positiva ma consideriamo che le scuole non sono ancora ripartite, che le attività produttive ripartono questa settimana e che ci sono milioni di persone che entrano e escono dall’Italia ogni mese. Ci dovrebbero bastare tra i trecentomila e i quattrocentomila tamponi al giorno".

Bisogna fare più tamponi, farli a tappeto, essere pronti a circoscrivere qualsiasi focolaio nel giro non di giorni, ma di ore. "Adesso aprono le scuole – continua - e sono circa otto milioni di bambini, per ogni ragazzo che ha la febbre immediatamente scatta il tampone per il ragazzo, per la classe, per gli insegnanti, per i bidelli, per i genitori dei bambini. Ogni persona genera la necessità di fare cento o centocinquanta tamponi. Pensiamo alle elezioni con sessantamila sezioni elettorali con scrutatori e rappresentanti di lista che ovviamente vengono esposti alla possibilità di contagio. In Francia dopo le elezioni c’è stata un’esplosione".

"Le mascherine servono e funzionano. Se  teniamo gli studenti tutti zitti per ore va bene che non la indossino in classe, ma non ce la vedo una classe che sta in silenzio per ore. Di fatto aboliamo l’interazione sociale in una classe, perché nel momento in cui si parla si emette droplet. Bisognerebbe che i ragazzi abbiano a disposizione la mascherina e se parlano se la mettono. Le mascherine andrebbero indossate anche seduti al banco, specialmente se si inizia una conversazione. A scuola si parla. Probabilmente non hanno ancora raggiunto la capacità di fornire quindici milioni di mascherine al giorno" ha poi ipotizzato Crisanti rispondendo a una domanda sul motivo per il quale si sia deciso - per il momento - di non rendere obbligatoria la mascherina anche agli studenti seduti al banco.

Il vaccino contro il coronavirus non arriverà entro la fine del 2020 secondo Crisanti. I tempi saranno per forza di cose più dilatati: "Un vaccino è una cosa estremamente complicata, purtroppo non ha tempi comprimibili. La fase cosiddetta di sicurezza di un vaccino dura circa un anno e mezzo o due solo quella, perché bisogna darlo a circa centomila persone in tutto il mondo. Questi sono tempi non comprimibili. Capisco l’esigenza e l’aspettativa, però non vorrei che si prendesse una scorciatoia, perché ogni scorciatoia che prendiamo aumenta il rischio o che il vaccino non sia efficace o che abbia degli effetti indesiderati".

"Si diceva – ha continuato Crisanti - che il vaccino sarebbe stato pronto a dicembre, adesso si parla della fine dell’anno prossimo. Alla fine dell’anno prossimo si dirà fra altri sei o sette mesi, perché i tempi sono quelli. Un vaccino sicuro, testato con efficacia avrà quei tempi. Secondo me lo avremo nel 2021". Fino ad allora mascherine, distanziamento di un metro almeno, igiene delle mani frequente. E tamponi, tanti tamponi.

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