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Martedì, 19 Marzo 2024
Covid

Mascherine addio anche sui mezzi pubblici

L'obbligo scade venerdì 30 settembre. A meno di (improbabili) ripensamenti dell'ultimo minuto, il governo di Mario Draghi non sembra intenzionato a emanare alcun nuovo provvedimento anti Covid, lasciando lo spazio per eventuali decisioni al nuovo esecutivo che uscirà dalle urne

Mascherine addio, adesso per davvero e quasi ovunque. Il 30 settembre, venerdì prossimo, decadono quasi tutte le ultime restrizioni. Le mascherine solo per un'altra settimana saranno ancora obbligatorie su bus, metro e treni: sugli aerei non lo sono più già da mesi.

A meno di (improbabili) ripensamenti dell'ultimo minuto, il governo di Mario Draghi, alle battute finali, non sembra intenzionato a emanare alcun nuovo provvedimento anti Covid, lasciando lo spazio per eventuali decisioni al nuovo esecutivo che uscirà dalle urne. Il 31 ottobre scadranno poi i protocolli di sicurezza sui luoghi di lavoro, che tra le altre cose prevedono ancora l'uso delle mascherine al chiuso quando non si può mantenere il distanziamento, ed anche in questo caso le parti sociali non sembrano intenzionate a continuare sulla via dell'obbligo.

In pratica, da ottobre in Italia l'unica restrizione legata al Covid con ogni probabilità resterà quella del Green Pass per pazienti e visitatori negli ospedali e nelle residenze per anziani, che scade solo a fine 2022 e che di fatto obbliga a fare il tampone prima di entrare in una struttura sanitaria.

"Credo che dopo il 30 settembre l'obbligo della mascherina sui mezzi pubblici sia anacronistico. Dobbiamo passare dagli obblighi alle raccomandazioni per la tutela della propria salute, i fragili che si mettono la mascherina sull'autobus o sul treno fanno bene", ha commentato Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova.

230 'figlie' di Omicron e 30 varianti mix

L'attuale circolazione del coronavirus Sars-CoV-2 nel mondo è "caratterizzata da sottolignaggi di Omicron e da un'ampia diversificazione genetica. Sono emersi più di 230 discendenti", 'figli' di Omicron, la variante che è stata protagonista indiscussa del 2022 pandemico, "e più di 30 ricombinanti". Queste varianti "sono sotto monitoraggio e valutate dall'Organizzazione mondiale della sanità sulla base di criteri di costellazioni genetiche di mutazioni, di aumento della prevalenza in un'area geografica, nonché di qualsiasi evidenza di cambiamenti fenotipici". A fare il punto sull'evoluzione del virus è l'Oms nel suo report settimanale su Covid.

L'alto numero di lignaggi conferma del resto quanto osservato anche da Marco Cavaleri, responsabile della strategia per le minacce sanitarie e i vaccini dell'Agenzia europea del farmaco Ema, che nei giorni scorsi aveva evidenziato come Sars-CoV-2 fosse "ancora piuttosto imprevedibile". Un dato rilevante, aveva appunto fatto notare Cavaleri, è che "sta mutando a una velocità pazzesca e continua a farlo". L'Oms nel suo focus sulle varianti spiega che tutti questi lignaggi prodotti sotto il cappello della famiglia Omicron "hanno diverse mutazioni aggiuntive, ma la maggior parte non merita preoccupazione, nemmeno sulla base delle attuali conoscenze di siti genetici rilevanti".

Ecco la panoramica tracciata dall'Oms: "A livello globale, dal 19 agosto al 19 settembre 2022, sono state condivise tramite il database Gisaid oltre 120mila sequenze virali. Fra queste, quasi 119.500 erano Omicron, che pesa per il 99% di tutte le sequenze virali riportate a livello globale negli ultimi 30 giorni. In casa Omicron, a partire dalla settimana epidemiologica 35 (29 agosto-4 settembre 2022), i lignaggi discendenti raggruppati sotto BA.5 mostrano la prevalenza relativa più alta (76,6%), seguiti dal gruppo BA.4 (7,5%). Nello stesso periodo, le altre 'sorelle' - cioè il gruppo di BA.3, il gruppo di BA.2 (esclusa la Centaurus BA.2.75) e quello di BA.1 sono diminuite nella prevalenza globale scendendo a meno dell'1%. L'Oms spiega che ad oggi "6 ceppi sono attualmente classificati come sottovarianti Omicron sotto monitoraggio".

Il capitolo BA.2.75, cioè la sottovariante di Omicron 2 battezzata sui social Centaurus, viene affrontato a parte. E l'Oms spiega che "BA.2.75 è monitorata a causa di 9 ulteriori mutazioni osservate nel picco rispetto al suo lignaggio 'genitore' BA.2"; 4 sono all'interno del dominio di legame del recettore (Rbd) e almeno una di queste mutazioni Rbd "è stata associata a fuga immunitaria" nelle varianti precedenti. "La prevalenza globale di BA.2.75 - precisa l'Oms - è bassa (1,26% alla settimana 35), ma è aumentata nelle ultime settimane".

Intanto un totale di 48 Paesi hanno segnalato il rilevamento di Centaurus; la maggior parte delle sequenze riportate provengono dall'India. E anche Centaurus ha già 'figliato': uno dei suoi lignaggi discendenti, BA.2.75.2, mostra 3 ulteriori mutazioni sulla Spike. Le altre sottovarianti emergenti sotto monitoraggio sono evoluzioni di BA.5.1 (con aggiunta di altre mutazioni), BA.5.2, BA.5.2.1 e così via. Si tratta di sottolignaggi con mutazioni nelle posizioni Rbd con effetti fenotipici (come fuga di anticorpi, modifiche all'affinità di legame con il recettore ACE2, e così via). Anche in questo caso l'Oms precisa: "La prevalenza di queste sottovarianti Omicron sotto monitoraggio è ancora bassa, ma in aumento nelle ultime 4 settimane

"Il numero di decessi settimanali per Covid-19 continua a diminuire e ora sono il 10% di quello che erano al picco di gennaio 2021. Ma 10mila morti a settimana sono 10mila di troppo, quando la maggior parte di questi decessi potrebbe essere prevenuta", ha evidenziato il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa ieri pomeriggio.

La curva dei contagi si è invertita

In Italia, dopo quattro settimane consecutive di calo, si è intanto invertita la curva dei contagi da Covid-19 che fa registrare negli ultimi sette giorni +11,3%. E' quanto emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che, nella settimana 14-20 settembre rileva, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi: 120.057 contro 107.876. Prosegue invece la diminuzione dei decessi (-12,8%, 334 contro 383, con una media di 48 al giorno rispetto ai 55 della settimana precedente), i casi attualmente positivi (-8,8%, 414.067 contro 454.035), le persone in isolamento domiciliare (-8,8%, 410.422 contro 450.004), i ricoveri con sintomi (-9,6%, 3.495 contro 3.868) e le terapie intensive (-8%, 150 contro 163).

"Si registra un modesto aumento dei nuovi casi" commenta il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, spiegando che "in sei Regioni si registra un calo percentuale dei nuovi casi (dal -1,5% della Sicilia al -13,1% della Calabria), in 15 Regioni incrementi molto eterogenei (dal +0,1% dell'Abruzzo al +58% della Provincia autonoma di Bolzano)". "Rispetto alla settimana precedente, in 36 province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -0,3% di Genova al -35,9% di Vibo Valentia), mentre 70 province segnano un incremento (dal +0,2% di Verona al +88,9% di Biella). Stabile è la provincia di La Spezia". "L'incidenza rimane sotto i 500 casi per 100mila abitanti in tutte le province: dai 67 casi per 100mila abitanti di Barletta-Andria-Trani ai 384 di Vicenza".

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