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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il dibattito

Abbiamo tolto le mascherine troppo presto?

Nelle ultime settimane il numero di positivi al covid ha ripreso a crescere. A cosa è dovuto? Il parere degli esperti

Ieri in Italia sono stati registrati 94.165 nuovi casi di coronavirus, a fronte di 357.210 tamponi eseguiti. Lo riporta l'ultimo bollettino del ministero della Salute, secondo cui le vittime sono 60 (in lieve calo rispetto alle 69 di martedì). I dimessi e i guariti sono invece 33.632. In rialzo sia le terapie intensive (+11), sia le ospedalizzazioni (+219). Il tasso di positività è al 26,4% (in rialzo rispetto al 25,3% del giorno precedente). Gli attualmente positivi sono 835.213, quindi 61.763 in più rispetto a martedì. Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva sono 37, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 6.254. In totale sono 18.438.877 gli italiani contagiati dall'inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 168.294. I dimessi e i guariti sono 17.435.370. 

Omicron 5 sta ormai prendendo sempre più piede nel nostro Paese, dove le nuove positività sembrano essere in gran parte legate alla nuova variante. Da qui la domanda: abbiamo tolto le mascherine troppo presto? Su Repubblica Walter Ricciardi, ordinario di igiene e medicina preventiva della Cattolica di Roma e consigliere del ministro alla Salute Roberto Speranza, sostiene che "togliere tutte le misure è stato un errore: andavano adattate con le nuove varianti". Secondo Ricciardi adesso però il pericolo vero è ad ottobre: "Ormai abbiamo capito che l'immunità non è duratura, ci si può reinfettare e se questo accade più volte, si rischia maggiormente il long covid. Avremo altre ondate e dovremo contrastarle con il vaccino, che mantiene la malattia in forma attenuata".

I sintomi di Omicron 5

La posizione del consigliere del ministro alla Salute non è condivisa da Matteo Bassetti, ordinario di malattie infettive di Genova e primario al San Martino, che evidenzia come "anche con le mascherine la situazione sarebbe stata identica, non sarebbe cambiato niente. Le misure andavano bene per il coronavirus dell'inizio, con un R0, cioè la capacita di infettare, di 2,5. Oggi Omicron è a 20". Ecco perché, secondo Bassetti, a questo punto bisogna agire in altro modo: "Serve costruire protezione. L'unico modo per convivere è l'immunità passiva, da vaccini e naturale, di chi è entrato in contatto con il virus. Oggi fa meno male Omicron 5, scende meno nei polmoni, visto che il 98 % degli italiani ha gli anticorpi".

Per Massimo Ciccozzi, epidemiologo molecolare e ordinario al Campus biomedico di Roma, le mascherine "andavano lasciate ancora per un po'. Lo so, sono scomode ma utili. Quanto? Non si sa ma un po' di casi ce li avrebbero risparmiati. L'onda ci sarebbe stata ma un po' meno pesante". A questo punto è difficile dire cosa succederà in futuro. "Potrebbe restare Omicron 5, oppure arrivare una variante più contagiosa o più brutta come gravità. L'endemia è probabilmente ancora lontana", sostiene Ciccozzi. Secondo Carlo La Vecchia, ordinario alla Statale di Milano di epidemiologia e statistica medica, "che un virus respiratorio si diffonda così in estate è preoccupante. Perché comunque avere a giugno una sindrome influenzale diffusa, come quelle che si vedono a gennaio negli anni peggiori, è un problema". Un simile aumento dei casi si poteva evitare utilizzando le mascherine e le più comuni regole di protezione? "Le mascherine, anche per come vengono usate da molti, non è che possano molto contro questa sottovariante. Si dovrebbe fare come in ospedale, dove si cambiano spesso, ma non avviene quasi mai", sostiene l'esperto.

La riunione tra governo e sindacati sulle mascherine

In un simile contesto è certamente importante la riunione di oggi tra il governo e le parti sociali: da un lato l'esecutivo spera di poter mantenere una forte raccomandazione all'utilizzo della mascherina Ffp2 nei contesti più a rischio, per esempio chi lavora con il pubblico, dal negozio al mezzo di trasporto, e chi svolge mansioni a stretto contatto con i colleghi, mentre dall'altro i sindacati sono divisi. C'è infatti chi vorrebbe mantenere l'obbligo in più contesti e chi invece vorrebbe eliminarlo.

I nuovi dati sull'aumento del contagio da Covid-19 influenzeranno le decisioni che il governo, confrontandosi con le parti sociali, sta per prendere sui protocolli di prevenzione nei luoghi di lavoro? "Credo assolutamente di no. Per quanto riguarda l'uso della mascherina nei luoghi di lavoro al chiuso, la posizione del governo rimarrà la stessa, cioè quella di una forte raccomandazione". Ha risposto così il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ospite di 'Radio anch'io' su Rai Radiouno, alla domanda della conduttrice in vista dell'incontro di oggi con i sindacati sulle misure anti covid sui luoghi di lavoro.

Dal 22 al 28 giugno sono stati registrati quasi 55 mila casi in media al giorno di covid in Italia e oltre 770mila sono gli attualmente positivi, ma "il numero è largamente sottostimato per il massiccio utilizzo dei tamponi fai da te". A sottolinearlo è il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, che mette in guardia: "La circolazione virale è in forte ascesa" e "ha già effetti evidenti sugli ospedali". Per arginarla "è fondamentale la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati o poco ventilati, e in grandi assembramenti anche all'aperto, ma anche somministrare subito a fragili e immunocompromessi la quarta dose".
 

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