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Giovedì, 25 Aprile 2024
I dati Gimbe

Perché togliere le mascherine al chiuso non è ancora una buona idea

"Se i dati consentono di guardare avanti con ragionevole ottimismo - spiega il presidente Nino Cartabellotta - non è accettabile “approfittare” della fine dello stato di emergenza per confondere le carte in tavola"

La quarta ondata della pandemia di Covid in Italia è in piena fase discendente. Lo mostrano con evidenza la riduzione della pressione ospedaliera e dei decessi. Tuttavia come mette in mostra la Fondazione Gimbe nel suo tradizionale report con 50 mila nuovi casi al giorno, tasso di positività dei tamponi al 10% e quasi 1,3 milioni di casi attualmente positivi dimostrano che la circolazione del virus è ancora piuttosto elevata.

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"Se i dati consentono di guardare avanti con ragionevole ottimismo - spiega il presidente Nino Cartabellotta - non è accettabile “approfittare” della fine dello stato di emergenza per confondere le carte in tavola: discesa della quarta ondata non significa circolazione endemica del virus né, tantomeno, fine della pandemia. Tali accezioni, infatti, rappresentano distorsioni della realtà che disorientano la popolazione e rischiano di legittimare decisioni azzardate. Indipendentemente dal termine dello stato di emergenza, al momento è impossibile abolire misure di sanità pubblica come mascherine al chiuso e isolamento dei positivi, indispensabili per consentire la completa riapertura di tutte le attività. Infine lo sguardo deve essere sin da ora rivolto al prossimo autunno-inverno: se è ragionevolmente certa una tregua nei prossimi mesi, questo tempo prezioso deve essere sfruttato al meglio per un’adeguata programmazione. Perché con il nuovo inverno il risveglio dal “sogno collettivo” potrebbe essere molto brusco".

Quelli che non fanno la terza dose

In particolare risultano ancora 7,07 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,17 milioni guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni e pertanto temporaneamente protette.  

Come va la pandemia

Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 16-22 febbraio 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (349.122 vs 439.707) e decessi (1.828 vs 2.172). In calo anche i casi attualmente positivi (1.291.793 vs 1.550.410), le persone in isolamento domiciliare (1.277.821 vs 1.533.689), i ricoveri con sintomi (13.076 vs 15.602) e le terapie intensive (896 vs 1.119). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 1.828 (-15,8%), di cui 101 riferiti a periodi precedenti
  • Terapia intensiva: -223 (-19,9%)
  • Ricoverati con sintomi: -2.526 (-16,2%)
  • Isolamento domiciliare: -255.868 (-16,7%)
  • Nuovi casi: 349.122 (-20,6%)
  • Casi attualmente positivi: -258.617 (-16,7%)

Quanto all'efficacia vaccinale idati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:

  • l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 63,3% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 42,4% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 64,3% dopo il richiamo;
  • l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dall’86,8% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’82,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 93,4% dopo il richiamo.

Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 53,3-75,1%), ma soprattutto di malattia grave (del 71,3-88% per ricoveri ordinari; dell’80,7-92,9% per le terapie intensive) e decesso (dell’80,8-91,3%).

Ci sarà una quarta dose?

Con la Circolare del 20 febbraio 2022 il Ministero della Salute - congiuntamente al Consiglio Superiore di Sanità, all’Agenzia Italiana del Farmaco e all’Istituto Superiore di Sanità - raccomanda la quarta dose nelle persone immunodepresse che hanno completato il ciclo primario di tre dosi. Si tratta di una dose con funzione di booster, somministrata ad un intervallo di almeno 120 giorni dalla terza dose (cd. dose addizionale). Per quanto riguarda la popolazione generale, invece, già il 18 gennaio la European Medicines Agency (EMA) aveva chiarito che, al momento, non ci sono sufficienti evidenze scientifiche per raccomandare, o meno, la quarta dose di vaccino. Qualora i dati dimostrassero la necessità di un richiamo annuale, è verosimile che la priorità sarà data alle persone anziane e fragili, sia perché più esposte al rischio di malattia severa, sia perché sono state le prime a ricevere la dose booster. Gli ultimi dati del Centers for Disease Control and Prevention e della UK Health Security Agency confermano la posizione dell’EMA: l’efficacia di tre dosi di vaccino nei confronti della malattia severa, nonostante un lento declino, rimane elevata (75% circa dopo 3-4 mesi). In ogni caso, al di là delle evidenze scientifiche, un ulteriore richiamo per la popolazione generale o per specifiche categorie a rischio, dovrà comunque essere preventivamente autorizzato dalle autorità regolatorie.

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