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Martedì, 19 Marzo 2024
Covid

Mascherine, le regole "ufficiali" fino al 31 ottobre: quando e dove sono davvero obbligatorie

Il nuovo protocollo covid è un documento "più snello", dicono dal ministero. Tra obblighi derivanti da vecchie ordinanze ancora in vigore e raccomandazioni, ecco come stanno le cose per negozi, bar, ristoranti e tutti i luoghi di lavoro e il confronto con il resto del mondo

Mascherine, cosa cambia in Italia? O meglio, cambia qualcosa dopo il nuovo protocollo siglato ieri? Le Ffp2 sono raccomandate sul luogo di lavoro nel privato (dove però decidono le singole aziende. Negli uffici pubblici la mascherina è soltanto "raccomandata" dalla circolare emanata dal ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, il 29 aprile scorso. Va usata solo quando il personale è a contatto con il pubblico senza idonee barriere protettive, in fila a mensa o in altri spazi comuni, in stanza quando la si condivide con una persona fragile, negli ascensori e negli spazi soggetti ad affollamento, durante le riunioni in presenza. Non è invece necessaria nel pubblico quando si è in stanza da soli, in ambienti ampi, come corridoi e scale, quando è possibile mantenere il distanziamento. Ma torniamo alle novità. C'è il nuovo protocollo covid, un documento "più snello", spiega una nota del ministero del Lavoro che ha sottoscritto il documento con ministero della Salute, Mise e Inail e parti sociali. Si concretizza una semplificazione importante del quadro di regole dunque, ma, ammonisce il ministero, "non è un liberi tutti, considerata l’impennata dei contagi di questi giorni". Le misure verranno riesaminate entro il 31 ottobre. Di fatto l'obbligo generalizzato di Ffp2 nei luoghi di lavoro scompare, si rimanda la decisione al medico aziendale, che però spesso non esiste, dunque ogni realtà farà come meglio ritiene. Non si parla più di obbligo generalizzato, ma di lavoratori maggiormente a rischio e di imposizione al datore di dare mascherine ai suoi dipendenti.

Mascherine, cosa cambia in concreto

Non c'è più un obbligo generalizzato legato alle mascherine ma le aziende devono mettere a disposizione dispositivi Ffp2. Il Protocollo prevede infatti che l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo facciali filtranti Ffp2 resti "un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative". Per questo "il datore di lavoro assicura la disponibilità di Ffp2 al fine di consentirne a tutti i lavoratori l’utilizzo". Inoltre, il datore di lavoro, su specifica indicazione del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi sopra richiamati," individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (FFP2), che dovranno essere indossati, avendo particolare attenzione ai soggetti fragili".

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"Grande senso di responsabilità è stato dimostrato da tutte le parti sociali che, in un momento di ripresa dei contagi, hanno saputo fissare alcune regole-chiave che avranno un ruolo importante nel contribuire al contenimento del virus", prosegue la nota ministeriale. "L’impegno è stato unanime per adottare misure adeguate ad affrontare l’attuale fase pandemica", aggiunge sottolineando come le misure prevenzionali riguardino "le informazioni, attraverso le modalità più idonee ed efficaci, a tutti i lavoratori e a chiunque entri nel luogo di lavoro del rischio di contagio da Covid-19, le modalità di ingresso nei luoghi di lavoro, la gestione degli appalti, la pulizia e la sanificazione dei locali e il ricambio dell’aria, le precauzioni igieniche personali. E ancora: i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, la gestione degli spazi comuni, la gestione dell’entrata e uscita dei dipendenti, la gestione di una persona sintomatica in azienda, la sorveglianza sanitaria, il lavoro agile, la protezione rafforzata dei lavoratori fragili".

Centrale è poi il ruolo dei comitati aziendali per l’applicazione e la verifica delle regole prevenzione. Le parti si impegnano ad incontrarsi ove si registrino mutamenti dell’attuale quadro epidemiologico che richiedano una ridefinizione delle misure prevenzionali qui condivise e, comunque, entro il 31 ottobre 2022 per verificare l‘aggiornamento delle medesime misure. Nello specifico, gli esiti del costante monitoraggio sulla circolazione di varianti di virus Sars-cov-2 ad alta trasmissibilità delle ultime settimane sottolineano l’importanza di garantire condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti e delle modalità di lavoro a specifica tutela dei lavoratori stessi.

In sintesi, chi lavora in contesti al chiuso o aperti al pubblico e dove non è possibile mantenere il metro di distanziamento, le Ffp2 le dovrà indossare. A individuare queste categorie di lavoratori sarà il medico competente dell'azienda o il servizio prevenzione della stessa impresa. All'ingresso dei luoghi di lavoro il personale potrà ancora essere sottoposto al controllo della temperatura, che se superiore a 37,5 non consente l'ingresso. Le stesse regole valgono anche per dipendenti o collaboratori di ditte esterne. Si dovranno favorire orari scaglionati di ingresso e uscita dai luoghi di lavoro, e l'accesso agli spazi comuni, come le mense, sarà contingentato (ma decide l'azienda come e quando). Sempre a causa della situazione epidemiologica si chiede di prorogare la legge sullo smart working, che ha dimostrato di essere uno strumento utile per contrastare il virus e proteggere in particolare i fragili. 

Bar e ristoranti

I clienti di bar e ristoranti già da mesi non devono più indossare mascherine né al chiuso né all'aperto, mentre camerieri e barman in teoria dovrebbero continuare a indossare le mascherine giacché lavorano a stretto contatto con i clienti e rientrano per questo tra le categorie di lavoratori alle quali il datore di lavoro deve "fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (Ffp2), che dovranno essere indossati": è scritto a chiare lettere nel protocollo. Le mascherine non sarebbero in questo caso facoltative ma obbligatorie? Non proprio, perché spetterà ai medici aziendali competenti o ai servizi di prevenzione aziendali individuare i lavoratori più esposti a rischio di contagio che devono per forza indossarle. Ma queste figure non esistono in bar e ristoranti: dunque di fatto ogni esercente farà come meglio crede. In base all'ordinanza del ministero della Salute del primo aprile scorso, in vigore fino al 31 dicembre, resta comunque la regola del distanziamento di un metro tra un tavolo e l'altro al chiuso. Inoltre "non possono essere continuativamente presenti all'interno del locale più clienti di quanti non siano i posti a sedere". Regole che quasi ovunque restano soltanto sulla carta.

Ricordiamo che le mascherine non sono più obbligatorie in Italia nemmeno nella maggior parte dei luoghi al chiuso. L'obbligo, fino al 30 settembre, resta sui mezzi di trasporto pubblico (bus, tram, metropolitana e treni), e nelle strutture sanitarie comprese le Rsa. Dal 15 giugno 2022 non è più obbligatoria la mascherina in aereo, solo raccomandata.

Negozi e mercati

Come nei bar e nei ristoranti commessi e proprietari dei negozi dovrebbero continuare a servire i loro clienti con Ffp2, così come barbieri e parrucchieri. Ma a decidere se servirà la mascherine o meno per lavorare è il medico aziendale o il responsabile della prevenzione nella stessa azienda (figura che spesso non esiste, dunque decide il titolare). In mercati e mercatini all'aperto la mascherina non serve, ma chi li gestisce deve impedire si creino assembramenti. In teoria anche se all'aperto la distanza di un metro va mantenuta.

Hotel, alberghi, b&b

Nelle strutture alberghiere la mascherina non la indossa chi vi soggiorna e da ora chi ci lavora senza stretto contatto con il pubblico, come gli addetti alle pulizie, i tecnici della manutenzione, chi lavora nelle cucine. Chi è alla reception dovrebbe indossarla se non c'è una barriera in vetro o plexiglas e a proteggerlo, così come chi serve al bar o al ristorante dell'hotel. Le stesse disposizioni valgono anche per agriturismi, B&B, ostelli e rifugi. 

Spiaggia

Al mare senza mascherina, non solo i turisti ma anche bagnini e chi lavora all'aperto. Invece il datore potrebbe chiedere (condizionale) di indossare le Ffp2 a baristi e camerieri che lavorando in bar e ristoranti al chiuso collocati nello stabilimento balneare. Ci sono alcune regole che i gestori degli stabilimenti dovranno continuare a rispettare per tutto il 2022 in base alla vecchia ordinanza di Speranza su frequente igienizzazione di spogliatoio, cabine, docce, servizi igienici. 

I commenti di Cgil e Cisl

"Soddisfatti per la sottoscrizione del Protocollo. Quanto firmato quest’oggi corrisponde agli orientamenti che avevamo assunto attraverso l’equiparazione tra luoghi di lavoro pubblici e privati e il superamento dell’obbligo di mascherina come deciso dal legislatore con la sola eccezione a tutela dei fragili, nel caso sia disposta dal medico competente". Così, in una nota, la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David commenta l'accordo e la sottoscrizione del Protocollo di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 in ambiti di lavoro. "Il Protocollo - spiega - è stato confermato nel suo impianto e semplificato rispetto alle nuove norme: Comitati informazione, modalità di ingresso, appalti, gel e sanificazione, distanziamento, gestione degli spazi comuni, dell’entrata e dell’uscita, sorveglianza sanitaria, medico competente, Rls, fragili". Infine, precisa Re David "le mascherine non più obbligatorie restano un presidio importante nei luoghi chiusi, a contatto con il pubblico e dove non si riesce a garantire il metro di distanziamento. Una verifica del protocollo - conclude - è prevista entro il 31 ottobre".

"È un risultato molto importante l’accordo raggiunto oggi per l’aggiornamento del protocollo anti covid nei luoghi di lavoro dopo un intenso negoziato tra parti sociali e ministeri competenti. Tagliamo un nuovo grande risultato frutto del confronto e della partecipazione attiva delle parti sociali". È quanto sottolinea il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra commentando il lungo incontro tecnico di oggi . "Si afferma la centralità della valutazione specifica e l’individuazione delle misure necessarie per ogni contesto e popolazione lavorativi, sulla base di regole certe. Il protocollo aziendale aggiornato dovrà declinare dove, quando e per chi sarà obbligatorio l’uso delle mascherine FFP2, tenendo a riferimento in particolare i luoghi al chiuso e quelli con maggiore affollamento ed affluenza di persone, non potendo comunque infrangere la regola del distanziamento minimo. La giusta attenzione dovrà essere riservata ai lavoratori fragili", spiega. "Resta determinante l’interazione ed il confronto tra le figure principali della prevenzione, oltre al datore, l’RSPP, il medico curante e gli RLS/RLST. Importante anche la conferma di una ampia disponibilità di igienizzante in tutti i contesti lavorativi ed un presidio maggiore nella pulizia, arrivando in certi casi anche alla sanificazione. Adeguata la possibilità di favorire, dove praticabile, il lavoro agile. Prevista una revisione entro il 31 ottobre, alla luce dell’andamento della curva epidemiologica", conclude.

Ma nel resto del mondo?

Insomma, in Italia siamo in una fase in cui è netto e consolidato l’incremento della circolazione virale, dovuto a due fattori. Abbiamo delle varianti con indici di contagiosità altissimi, a livello del morbillo, come Omicron Ba4 e Ba5 che oggi rappresentano già abbondantemente più del 50% dei ceppi virali identificati nel Paese. Il secondo fattore nasce dall’abbandono di gran parte delle misure non farmacologiche di contenimento. Ma non si va verso la reintroduzione di alcuni obblighi, come le mascherine diffuse. Franco Locatelli, uno degli esperti più ascoltati dal governo, oltre che  presidente del Consiglio superiore di sanità, dice "no, e ne sono profondamente convinto. Ora deve entrare in gioco la responsabilità individuale. Le mascherine vanno usate quando ci sono rischi di contagio". Ognuno si regoli come crede. Nulla vieta che il governo introduca in futuro una nuova stretta sulle mascherine tramite decreto o con nuove ordinanze coordinate col ministero della Salute, ma non succederà, secondo gli esperti.

Nel resto del mondo che regole ci sono? Il Regno Unito è stato tra i primi paesi ad aver tolto le restrizioni. Dal 24 febbraio scorso l’obbligo di usare le mascherine è sparito ovunque, dai mezzi pubblici ai luoghi di lavoro. Sui trasporti c'è il suggerimento di usare le protezioni, non l'obbligo.

In Germania sui mezzi pubblici e in limitati ambienti chiusi, a seconda dei Lander, è previsto l’obbligo di indossare di mascherina Ffp2. Le aziende possono continuare a chiedere la mascherina o ilrispetto di altre misure di sicurezza ai lavoratori.

In Francia Dal 16 maggio la mascherina non è più obbligatoria nemmeno a bordo dei trasporti pubblici: serve solo per gli ospedali Da marzo sono decaduti i pass vaccinali. I non vaccinati positivi devono fare 10 giorni di isolamento, i vaccinati 7.

Negli Usa la mascherina è obbligatoria nelle strutture sanitarie. Gli Stati poi decidono in autonomia. A New York è richiesta nella metropolitana. L’isolamento dei positivi dura 5 giorni e dopo, senza sintomi, si può tornare al lavoro.

In Spagna dalla primavera l’obbligo di mascherina vale solo sui mezzi di trasporto e nelle strutture sanitarie (non nelle scuole). Spetta poi alle aziende stabilire se i propri dipendenti devono indossarle sul luogo di lavoro.

In Grecia dal primo giugno le mascherine sono obbligatorie solo sui mezzi pubblici (salvo quelli con posti numerati come treni e bus). Nei traghetti devono essere usate solo all’interno L’isolamento dei positivi dura cinque giorni.

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