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Giovedì, 25 Aprile 2024
Covid

Mascherine, dal 1º maggio spazio alle chirurgiche: cosa cambia

Il monitoraggio dell'Iss. Scendono Rt e incidenza. Sarà con ogni probabilità un maggio con le mascherine su naso e bocca, ma si vedranno molte più chirurgiche in giro e meno Ffp2: ecco perché

Mascherine al chiuso, prende piede l'potesi di prorogare l'uso delle mascherine al chiuso anche a maggio, per ora obbligatorie solo fino al 30 aprile. "Sono un presidio fondamentale - ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza - dopo Pasqua faremo una valutazione e decideremo sul loro utilizzo". La pensa così anche il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, che raccomanda il loro uso in contesti come trasporto pubblico, cinema e teatro. Secondo il direttore Malattie Infettive del San Martino di Genova Matteo Bassetti, invece, "è doveroso toglierne l'obbligo al chiuso dal primo maggio". Posizioni diverse, a decidere sarà il governo.

Mascherine, cosa succede dal 1º maggio (intanto scende l'Rt)

Ieri, dopo giorni di costante anche se lento calo, i casi sia pure di poco hanno ripreso a salire, da 62.037 a 64.951. È presto per dire se ci troviamo o meno davanti a un'inversione di tendenza, ma come rileva il monitoraggio settimanale di Gimbe, dal 6 al 12 aprile la discesa è stata lenta, -6,5%, con i ricoveri stabili e i decessi giù dell'11,4% ma pur sempre su una media di circa 150 al giorno. Scende l'indice di trasmissibilità Rt questa settimana: è pari a 1 rispetto al valore di 1,15 della settimana scorsa. Scende anche l'incidenza dei casi di Covid-19 per 100mila abitanti: da 776 a 717. Emerge dal monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.

Uno dei più ascoltati consulenti di Speranza, Walter Ricciardi, ritiene  che il picco epidemico non sia stato raggiunto e invita alla prudenza. "È probabile che guardando i dati si decida di non togliere le mascherine al chiuso, così come all'aperto in caso di assembramenti", anticipa quelle che potranno essere le prossime mosse dell'esecutivo.

Al massimo, questo sarebbe l'orientamento, ci sarà lo stop alle mascherine in bar e ristoranti quando non si è al tavolo, così come in palestre e piscine mentre non ci si allena, visto che per il resto si sta senza e, quindi, il rischio di contagiarsi c'è comunque. Sul fronte scuola il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ha già fatto sapere che a scuola resteranno, così come dovrebbero rimanere nei luoghi di lavoro, visto che governo e parti sociali hanno concordato di lasciare per ora immutati i protocolli di sicurezza. Per mezzi di trasporto, cinema e teatri la mascherine dovrebbe restare fino all'estate. Ma si potrebbe realisticamente passare un po' ovunque dalle Ffp2 alle più economiche chirurgiche, comunque protettive se indossate da tutti e in modo corretto. Una sintesi che potrebbe mettere d'accordo tutti.

In vista della Pasqua,  le processioni per due anni cancellate dal Covid in molte città si svolgeranno sì, ma con obbligo di mascherina. E non solo. Da Nord a Sud, sindaci, Asl e persino vescovi e parroci, hanno messo un freno ai riti per la paura dei contagi. Il ritorno di statue e Misteri nelle piazze va in scena con qualche divieto, che varia da comune a comune.

Bassetti: "Doveroso togliere l'obbligo"

C'è anche una linea molto più "aperturista", secondo cui è tempo di cambiare passo nell'affrontare il virus. "Toglierne l'obbligo al chiuso dal 1° maggio è doveroso. E poi negli ultimi due anni non mi pare che con la mascherina si siano ridotti i contagi" dice a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il professor Matteo Bassetti. "Oggi - ha spiegato il medico - la mascherina andrebbe utilizzata come gli occhiali da vista: li porti con te e li utilizzi quando ti serve". Sulla sua pagina Facebook Bassetti elabora così il concetto. "Io sono dell'idea che si dovrebbe finire con questa declinazione dell'obbligo e andrei sulla raccomandazione della mascherina per gli anziani e i fragili al chiuso e all'aperto. Gli altri la useranno come il gel alcolico che uno si porta dietro e lo usa quando serve. Deve diventare un oggetto che può servire se usato appropriatamente, ma non va declinato come obbligo" scrive l'infettivologo genovese. "La pandemia - aggiunge Bassetti - non è finita e dobbiamo continuare sulla linea percorsa finora ma oggi la linea rigorista sull'uso della mascherina serve a molto poco, visto che abbiamo ancora 60 mila contagi al giorno e l'obbligo delle mascherina c'è da 2 anni. Oggi c'è un monoteismo quotidiano sbagliato. Non esiste solo il Covid anche le altre malattie, anche infettive. Dobbiamo tornare a dire alle persone - conclude l'infettivologo - che ci sono le infezioni da pneumococco, da klebsiella, da emofilo, che c'è l'influenza, i metapneumovirus o anche altri coronavirus".

Sarà dunque, con ogni probabilità, un maggio con le mascherine su naso e bocca, ma si vedranno molte più chirurgiche in giro e meno Ffp2.

Il monitoraggio di oggi 15 aprile 2022

Ecco i dati principali emersi dalla cabina di regia:

  • In calo l’incidenza settimanale a livello nazionale: 717 ogni 100.000 abitanti (08/04/2022 -14/04/2022) vs 776 ogni 100.000 abitanti (01/04/2022 -07/04/2022).
  • Nel periodo 16 – 29 marzo 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1 (range 0,94 – 1,09), in diminuzione rispetto alla settimana precedente. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero diminuisce leggermente e si colloca al di sotto della soglia epidemica: Rt=0,92 (0,9-0,94) al 05/04/2022 vs Rt=1,03 (1,00-1,05) al 29/03/2022.
  • Il tasso di occupazione in terapia intensiva scende al 4,2% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 14 aprile) vs 4,7% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 07 aprile). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 15,6% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 14 aprile)   vs il  15,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 07 aprile)
  • Una Regione/PA è classificata a rischio Alto a causa di molteplici allerte di resilienza. Otto Regioni/PPAA sono classificate a rischio Moderato, di cui una ad alta probabilità di progressione a rischio alto; le restanti Regioni/PPAA sono classificate a rischio basso secondo il DM del 30 aprile 2020.
  • Sedici Regioni/PPAA riportano almeno una singola allerta di resilienza. Tre Regioni/PA riportano molteplici allerte di resilienza.
  • La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve diminuzione (12% vs 13% la scorsa settimana). È in aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (41% vs 38%), mentre diminuisce lievemente la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (47% vs 48%).
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