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Mercoledì, 24 Aprile 2024
L'inchiesta

Maternità surrogata, in Italia è reato ma c'è una società che ti aiuta a farlo

Come diventare genitori all'estero con un click (un buon conto in banca) e senza alcun rischio penale

Gestazione per altri (GPA). È questo il termine politicamente corretto per indicare la forma di proceazione assistita in cui una donna - la gestante - porta avanti la gravidanza per conto di una coppia o di una singola persona, che saranno poi i genitori del bambino. Maternità surrogata è il sinonimo ancora accettato - essendo la traduzione letterale del termine "surrogacy", con cui si definisce la pratica in inglese - mentre utero in affitto è la definizione più "volgare" e "giudicante", secondo i sostenitori del motto "genitori a tutti i costi", con cui si avvalorerebbe la tesi dello sfruttamento e della mercificazione del corpo della donna che si presta alla gestazione. 

In qualunque modo si voglia chiamare, in Italia è reato. La Legge 40/2004, all'articolo 12, comma 6, stabilisce che "Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro". Chiunque - in qualsiasi forma - realizza, organizza o pubblicizza la maternità surrogata. Eppure se digitiamo su Google "maternità surrogata in Italia", tra i primissimi risultati della ricerca balza in cima il sito surrogacyitaly.com, con una descrizione tanto chiara quanto convincente: "Sei a un click dall'essere mamma". E allora clicchiamo. 

"Rendiamo possibile l'impossibile"

La principale agenzia di maternità surrogata in Italia. Questa la definizione che si legge quando si apre il sito, seguita dallo slogan: "Rendiamo possibile l'impossibile". Surrogacy Italy è gestito da Gestlife, una società che offre consulenza e supporto a chi vuole ricorrere alla maternità surrogata, guidandolo in tutto l'iter, dalla scelta del Paese a cui rivolgersi - Georgia, Albania e Grecia sono indicate per le coppie eterosessuali, mentre le coppie gay devono necessariamente arrivare negli Stati Uniti, dove ci sono leggi che lo consentono - fino al ritorno a casa, come si legge tra le informazioni: "Il nostro lavoro si conclude solo quando il neonato si trova nel Paese di origine dei genitori, correttamente registrato e legalizzato, e ci occupiamo di queste procedure se il cliente lo richiede". Dunque c'è un'agenzia italiana - con "la struttura di una multinazionale" specificano - che "prende per mano" un aspirante genitore e "prima che se ne accorga, suo figlio sarà qui" (in Italia, ndr), senza il pericolo di restare imprigionati in altri Paesi né di incappare in interminabili iter burocratici, tutti risvolti possibili quando ci si rivolge direttamente a cliniche o agenzie estere. Sul sito ci sono vari programmi di maternità surrogata da poter scegliere: per coppie etero, coppie lgbt, uomini single, donne single e uno appositamente per persone con Hiv o epatite, un procedimento "più complesso" questo "che richiede un po' più di tempo - si legge - poiché il materiale genetico deve essere 'ripulito' per garantire l'assenza di carico virale". E Gestlife "si vanta di essere una delle poche aziende in Italia" con un programma di Gpa ad hoc per chi ne è affetto. 

La scelta del Paese e i costi

Dunque basta un click dall'Italia per diventare genitori all'estero. Il primo passo è la scelta del programma e di conseguenza del Paese più adatto alle proprie condizioni ed esigenze. Attualmente in Ucraina, che è uno degli Stati con il numero più alto di bambini nati attraverso maternità surrogata, non è più possibile farlo per via della guerra che sta rendendo difficile ormai da un anno il ricongiungimento dei bambini con i genitori committenti (come era già accaduto durante la pandemia). La prima alternativa per una coppia etero è la Georgia, dove la Gpa è legale e regolamentata e il prezzo parte da 58 mila euro, oppure la Grecia - ma qui si parte da 78 mila euro - mentre in Albania il costo si aggira intorno ai 63 mila euro e possono ricorrere alla maternità surrogata anche gli uomini single. Non c'è differenza di stato civile o sesso, invece, negli Stati Uniti, dove anche a single e coppie gay è consentito avviare una "surrogacy", ma il costo sale e si va dai 100 mila ai 180 mila euro - salvo imprevisti che in corsa potrebbero aumentare ancora di più il prezzo - perché non essendoci sanità pubblica tutte le spese mediche sono a carico dei genitori committenti. In Canada, invece, è consentita solo la maternità surrogata altruistica - anche qui senza distinzione di stato civile né sesso - che non prevede per la gestante un compenso economico a parte la copertura delle spese mediche, di conseguenze è molto difficile trovare surrogate, inoltre l'intermediazione è vietata e ci sono rischi penali, motivo per cui sul sito sconsigliano questa destinazione. Scegliere il programma più adatto non è semplice, significa addentrarsi in un ginepraio di nozioni giuridiche fondamentali per bambino e genitori dal quale però si rischia di uscire molto confusi, soprattutto se non si è abbastanza preparati da quel punto di vista. È per questo motivo che il sito consiglia di contattare un consulente familiare per valutare il percorso migliore da intraprendere. Lo facciamo. 

Alcune tabelle sui programmi di maternità surrogata in Grecia e negli Stati Uniti

maternità surrogata grecia vantaggimaternità surrogata grecia svantaggi

maternità surrogata usamaternità surrogata usa svantaggi

L'appuntamento con il consulente familiare

Ci sono vari modi per ricevere informazioni più dettagliate. Sul sito c'è un form da compilare con i propri dati per poi essere richiamati dal consulente nella fascia oraria indicata, oppure si può fissare direttamente un appuntamento consultando l'agenda con le varie disponibilità, altrimenti si telefona. Il numero è spagnolo, dal centralino ci chiedono in quale lingua vogliamo parlare con l'operatore e dopo aver premuto il tasto 3 - quello per l'italiano - ci risponde Belen. Gentilissima. Mi chiede se ho già compilato il form, ma la risposta è no e lo facciamo insieme. "Quello che posso fare per te è aprire una scheda e fissare un appuntamento telefonico con uno dei nostri consulenti familiari. Va bene?". Va bene. Prima mi chiede il numero di telefono, poi se ho un compagno o se ho intenzione di farlo da sola - come confermo -, l'età, infine la mia mail. "La telefonata con il nostro consulente familiare potrebbe durare anche un'ora, quando ti andrebbe bene essere chiamata?". La prima data utile è tra una settimana, nel frattempo cade la linea. Mi richiama - da Barcellona - e fisso l'appuntamento con la mia consulente, Daniela (nome fittizio). Italiana. Qui la telefonata.

Tutto questo è legale?

Seppure si definiscono "agenzia di maternità surrogata in Italia" - dunque i loro clienti sono principalmente, se non del tutto, italiani - la sede di Gestlife si trova a Miami e negli Stati Uniti, precisamente a Delaware, hanno un altro ufficio. Altri studi sono in Russia, Ucraina, Grecia e Spagna. Dell'Italia non c'è traccia, eppure è quello il loro raggio d'azione, tanto da aver comprato il dominio "surrogacy italy", appunto, e aver specificato sul sito tra i vantaggi e gli svantaggi di ogni programma le ore di volo stimate per arrivare nel Paese scelto (tra 1 e 4, ad esempio, per la Grecia). È questo l'escamotage per aggirare la famosa Legge 40/2004 che - ricordiamo - punisce "Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità"? Se per quanto riguarda la realizzazione del processo di Gpa Gestlife si appoggia a Paesi in cui questa pratica è legale - dove hanno i loro uffici - per quanto concerne l'organizzazione e la pubblicizzazione il confine con l'Italia è labile e molto ambiguo. Ne abbiamo parlato con l'avvocato Ida Parisi, specializzata in Diritto di Famiglia e Procreazione Medicalmente Assistita, che parte da un assunto fondamentale: "La legge 40/2004, all'articolo 12, comma 6, punisce chiunque in qualsiasi forma realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità, senza chiarire il contenuto di ogni condotta punita. Vi è una indeterminatezza anche rispetto alla nozione di surrogazione di maternità, considerato che questo percorso si può realizzare in diverse forme". Quindi, secondo l'avvocato Parisi, identificare la condotta di chi pubblicizza la maternità surrogata è difficile nel nostro Paese, vista l'indeterminatezza della norma: "C'è un vulnus a livello di regolamentazione, nel senso che la legge non chiarisce assolutamente qual è il contenuto della condotta punita ma parla soltanto della condotta in sé, senza descriverla puntualmente". Parlando di questo caso specifico aggiunge: "Non conosco il sito né l'agenzia, da quello che dice immagino che la loro sede non sia in Italia. Per le motivazioni che spiegavo, è complicato poter identificare una responsabilità, considerata ormai la vastità della rete e l'ambiguità della norma italiana". Tantomeno si possono condannare le condotte preparatorie delle coppie che decidono di recarsi all'estero per questo tipo di percorso, contattando dall'Italia agenzie come Gestlife: "La Cassazione ha escluso la rilevanza penale di questi atti posti in essere da parte delle coppie - sottolinea l'avvocato Parisi -. Chi decide di affidarsi a queste tecniche all'estero e pone in essere atti preventivi come contattare una struttura sanitaria estera per conoscere le modalità attraverso le quali intraprendere il percorso di surrogazione di maternità non è perseguibile, perché la condotta principale funzionale alla surrogazione di maternità avviene in territorio estero".

Reato internazionale, l'unica soluzione

Tirando le somme, è evidente che in merito alla maternità surrogata la legge italiana ha un enorme vuoto e i metodi per aggirarla sono in casa. L'unica strada percorribile per mettere fine a furbastri escamotage - dietro ai quali, è bene ricordarlo, si muove un enorme business che non necessariamente ha a che fare con ideologie - è rendere questa pratica reato internazionale, ovvero punibile anche se commesso all'estero da cittadini italiani. "Siamo in un ambito di grigio assoluto, c'è un'ambiguità totale" spiega a Today l'avvocato Gianfranco Amato, presidente dell'Associazione giuristi per la vita, che sottolinea l'urgenza di un intervento del genere: "Rendere la maternità surrogata reato internazionale è fondamentale per evitare tutti questi sotterfugi che poi diventano molto difficili da provare. Questa vicenda si può risolvere soltanto con un intervento legislativo. Nel frattempo bisogna tenere alta la guardia perché i tentativi di mettere ostacoli sono tantissimi e provengono soprattutto dall'Europa". Amato si riferisce in particolare alla proposta Ue sul certificato europeo di filiazione, ovvero un documento unico affinché la genitorialità in uno stato membro sia riconosciuta anche negli altri. Per il Senato, che l'ha bocciata, un ulteriore via libera per ricorrere alla maternità surrogata all'estero. "È necessario che la legge faccia chiarezza" conclude l'avvocato. In attesa i bambini pagano il conto più salato. 

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