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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il dibattito

Perché si continua a parlare di maternità surrogata

I motivi, le storie, i temi e le ragioni del dibattito delle ultime settimane

Maternità surrogata, utero in affitto, gestazione per altri. Sono i diversi nomi che assume una pratica ancora illegale nel nostro paese, ma il cui dibattito è tornato sul tavolo in queste ultime settimane. Da chi si dichiara favorevole a chi lo paragona a qualcosa "peggiore della pedofilia", il tema continua a dividere opinione pubblica e politica. Nel mezzo, però, ci sono le storie di chi ha deciso di intraprendere questo percorso per diventare genitore fuori dal nostro paese e di tutti i conseguenti problemi che una scelta cosi difficile ha portato con sé. Cerchiamo di ripercorrere i punti della questione. 

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Chiamatela "gestazione per altri"

Spesso ci si riferisce a questa pratica come "maternità surrogata" o "utero in affitto". Se la prima definizione è considerata un po' equivoca, visto che - come vedremo - non c'è nessun sentimento di maternità che lega chi partorisce al nascituro, la seconda ha volutamente una connotazione negativa. Quasi come a rimarcare solamente l'aspetto più economico della pratica, con questa definizione si vuole sottolineare la concezione secondo la quale la donna è usata semplicemente come uno "strumento" finalizzato a partorire. Non è un caso, infatti, che sia la definizione più gettonata per chi si dichiara contro all'introduzione della legge, come per esempio l'attuale ministra della Famiglia Roccella. Per questi motivi la definizione che è più universalmente conosciuta è "gestazione per altri" (Gpa) in quanto identifica meglio il processo che porta al compimento della nascita di un bambino. 

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Ma perché se ne continua a parlare? 

Tutto è nato intorno al 20 marzo scorso, quando il governo di Giorgia Meloni ha chiesto ai sindaci di smettere di registrare i genitori non biologici nei documenti di nascita dei figli nati attraverso Gpa. La circolare si riferiva ai padri che non avevano donato il seme durante la Gpa o le madri che non avevano donato l'utero e per le sole coppie omosessuali. La circolare che ha riportato in auge il dibattito è stata indirizzata al comune di Milano, in quanto uno degli ultimi comuni che ancora portava avanti la registrazione: non per scelta, quanto piuttosto perché in Italia i casi di registrazione di bambini nati attraverso Gpa si contano sulle dita di una mano. Sala ha promesso una dura battaglia per l'approvazione di una legge che introduca sia la registrazione di figli nati attraverso Gpa, sia la pratica vera e propria. 

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Andando ancora indietro, però, capiamo che anche la circolare inviata da Piantedosi fa capo a un dibattito ancora più antecedente a marzo 2023. Più precisamente a dicembre 2022, quando la Commissione Europea ha avanzato una proposta di regolamento che aveva lo scopo di "armonizzare le norme di diritto internazionale privato in materia di filiazione". Bruxelles, con questa proposta di legge, non voleva imporre all'Italia il riconoscimento di coppie omosessuali o l'introduzione della Gpa (cosa che è di competenza nazionale). Al contrario, chiedeva che venissero riconosciuti i figli delle coppie nati attraverso la Gpa, dal momento che - secondo la commissione - ci sarebbero 2 milioni di minori nell'Unione europea che vivono in una sorta di limbo: riconosciuti come figli in un determinato Stato Ue, ma non in quello di uno dei loro genitori. L'attuale sistema italiano infatti, per una situazione di questo tipo, riconosce come genitori il padre che ha donato il seme e la donna attraverso la quale il bambino è nato, ma che con il neonato non alcun legame se non quello biologico. Per questo, la commissione ha proposto l'introduzione di un Certificato europeo di genitorialità, in modo che un bambino nato da maternità surrogata possa essere riconosciuto come figlio di due genitori in tutti gli stati membri, anche dove la Gpa è fuorilegge. 

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La situazione in Italia

In Italia la gestazione per altri è ancora illegale secondo quanto stabilito dalla legge numero 40 del 2004. Nonostante questo, ci sono numerose famiglie (sia omogenitoriali che non) che hanno figli nati attraverso tale pratica. Storie diverse e situazioni diverse, certo, ma tutte queste famiglie si sono rivolte ad associazioni estere per ottenere la Gpa nei paesi dove questa è legale. 

È il caso, per esempio, di Rayan e Giuseppe, che hanno raccontato la loro storia ad Alfonso Bianchi per Today. La coppia è volata fino agli Stati Uniti per far nascere il loro figlio. Gli States sono spesso una meta molto gettonata per praticare la Gpa, soprattutto per coppie omosessuali, che in alcuni stati europei hanno il divieto di poter accedere alle pratiche per motivi di legge, spesso e volentieri legate alla concezione della "famiglia tradizionale" come unico tipo di famiglia accettato. Sempre Today ha raccolto anche la storia di due gestanti, Sara e Rachel, che hanno raccontato a Alfonso Bianchi cosa significa essere una "madre surrogata". Trai vari temi toccati c'è soprattutto quello della maternità in senso stretto e di come - per loro - non esista un vero e proprio legame con il nascituro che viene "commissionato", se non uno di tipo biologico. Come abbiamo detto infatti, il termine "maternità surrogata" include nel suo significato un senso di, appunto, maternità che molte gestanti non sentono di avere con i bambini che nascono, motivo per cui molte donne - se decideranno di essere presenti nella vita del futuro bambino - si fanno chiamare "zie". 

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Le storie delle persone che Today ha deciso di raccontare sono solo alcuni esempi di come nel nostro paese si riesca a sviare il divieto praticando la Gpa altrove. Una delle associazioni che molti italiani hanno contattato di chiama Gestlife e offre, tramite diversi pacchetti, tutto il servizio completo per effettuare la Gpa. L'ha contattata la nostra Roberta Marchetti, facendosi spiegare quali sono i modi attraverso i quali una donna possa decidere di diventare gestante o donatrice di ovuli. E in tutto quello che si è fatta raccontare, risalta subito la maniera con cui spesso - ma necessariamente - sia le donatrici che i futuri bambini vengono essenzialmente trattati come "prodotti": dalle assicurazioni sul decesso del feto, ai pacchetti "plus", "premium" o "base", fino anche alla scelta dell'ovulo basata sul fenotipo (l'aspetto, ndr) della donatrice, non si può negare come sia "strano" leggere e sentir parlare di genitorialità o gravidanza in questi termini. Per non parlare, poi, dei costi altissimi che la pratica richiede per essere portata a termine. 

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Una questione di etica

La gestazione per altri solleva per forza di cose diverse questioni etiche. Rimane comunque un solo punto fondamentale: non esiste ancora una legge che regolamenti le situazioni già presenti nostro Paese e che si identificano nelle varie storie raccolte poco sopra. La questione che è stata sollevata a Milano fa emergere un importante vuoto normativo che sta lasciando molti bambini - almeno a livello legale - senza un genitore. Bruxelles ha cercato di uniformare la cosa attraverso il disegno di legge dello scorso dicembre, ma prima che venga scritta la proposta definitiva, che venga approvata e poi applicata sicuramente passeranno alcuni anni. La complessità etica, legale e morale della Gpa pone freni importanti alla sua realizzazione nel nostro ordinamento: è un dibattito che va avanti da anni. Tuttavia, in questi casi, sarebbe sempre meglio lasciare libera scelta al singolo cittadino. 

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