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Giovedì, 28 Marzo 2024
La linea dura dei cattolici

"La maternità surrogata è una pratica abominevole accompagnata da uno squallido business"

Il giudizio è di Don Stefano Stimamiglio, direttore di Famiglia Cristiana che sul tema non risparmia parole durissime: "Il figlio non viene visto come un dono, ma come un prodotto"

La maternità surrogata? Don Stefano Stimamiglio, direttore di Famiglia Cristiana, non usa mezze parole nel descrivere questa pratica come un abominio perché "vede il figlio non come un dono, come realmente è, ma come un vero e proprio 'prodotto', che usa il corpo della donna ledendo la sua dignità umana e che priva, allo stesso tempo, il figlio di un legame con chi lo ha procreato, cullato in seno per nove mesi e partorito".

Rispondendo a un lettore nella rubrica "Colloqui col padre", il direttore della rivista cattolica, definisce la maternità surrogata come "l'abominevole pratica dell'affitto del grembo di una donna (ovviamente a pagamento) da usare come mezzo per avere al termine della gravidanza un neonato generato in laboratorio con i gameti - ovuli e spermatozoi - forniti da donatori esterni alla coppia 'committente'".  Oppure, dice ancora Stimamiglio, "in caso di coppia omosessuale maschile, con gameti femminili di una donatrice e liquido spermatico di uno dei due aspiranti genitori (detti anche 'genitori intenzionali'). Si tratta di una pratica accompagnata dallo squallore di un vero e proprio business milionario costruito intorno a queste donne (spesso di Paesi poveri) e a chi paga il loro 'servizio' e dalla barbarie di contratti, che spesso prevedono anche l'eventualità dell'aborto su richiesta dei committenti in presenza di malformazioni o di gravidanze gemellari". 

"Contro questa pratica", ricorda don Stimamiglio, "peraltro, si esprimono con toni forti anche molti esponenti della sinistra e soprattutto del movimento femminista, che vedono in essa una vera e propria lesione della dignità della donna". Il direttore di Famiglia cristiana ricorda che "il figlio nasce da due identità generanti, una maschile e una femminile. È un dato insopprimibile. Così dice la realtà e la realtà non mente. C'è un padre e c'è una madre. Questo rapporto naturale si consolida poi con il tempo e con il supplemento del cuore nel suo naturale contesto, la famiglia, il luogo migliore in cui un bambino possa crescere".

Insomma, un giudizio del tutto tranchant e dai toni molto duri. Così come sono duri i toni usati da molti esponenti della maggioranza e segnatamente di Fratelli d'Italia. Solo pochi giorni fa il deputato di Fdi Federico Mollicone ha definito addirittura la maternità surrogata "più grave della pedofilia" perché "siamo di fronte a una persona che vuole scegliersi" un figlio "come fosse la tinta di casa o l'arredo dei mobili" e questo "sta succedendo non tanto ancora in Italia, ma in Occidente".
 

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