Medici no vax: il braccio di ferro tra governo e Regioni "ribelli"
In Emilia Romagna e Lazio i sanitari reintegrati non saranno a contatto con i pazienti fragili. Sugli scudi anche la Campania, ma il caso più spinoso è quello della Puglia che intende mantenere l'obbligo facendo leva su una legge regionale. Il ministro Schillaci: stiamo valutando se impugnare il provvedimento
Il rientro in corsia di medici e infermieri no vax è al centro di un serrato braccio di ferro tra ministero della Salute e i governatori che si sono dichiarati contrari al provvedimento con cui l'esecutivo ha reintegrato i sanitari sospesi perché non vaccinati.
Com'è noto il governo Meloni ha anticipato dal 31 dicembre al 1° novembre 2022, la scadenza dell'obbligo vaccinale per "medici e impiegati in strutture residenziali, socio-assistenziali e socio-sanitarie e per il personale delle strutture che effettuano attività sanitarie e sociosanitarie". Ed è stata eliminata la misura della sospensione dall'esercizio della professione.
Una mossa che la stessa presidente Meloni ha spiegato con la necessità di "contrastare la grave carenza di personale sanitario che si registra sul territorio. Questo - ha detto - ci consente di recuperare quattromila persone ora ferme in un sistema sotto organico". Per quei sanitari che non si sono vaccinati contro il Covid dunque è scattato il rientro immediato al lavoro dopo mesi di stop forzato (senza stipendio).
Le prese di posizione di Emilia-Romagna, Lazio e Campania
La decisione del governo è stata accolta con molte riserve dai governatori di Emilia Romagna e Lazio. La linea delle due Regioni è simile: i sanitari sospesi saranno sì reintegrati, ma non saranno a contatto con i pazienti fragili. Sugli scudi anche la Campania, il cui governatore Vincenzo De Luca ha annunciato che saranno messe "in campo le necessarie azioni dirette a contrastare ogni ipotesi di contagio, evitando il contatto diretto del personale non vaccinato con i pazienti" e tutto ciò per tutelare la salute di questi ultimi "e degli operatori vaccinati". Nel caso della Campania si parla dunque di pazienti tout court, non solo di chi ha particolari patologie.
De Luca ha definito "gravissima e irresponsabile la decisione del governo di riammettere negli ospedali e nelle Rsa medici no vax. Un'offesa alla stragrande maggioranza dei medici responsabili, e un'offesa ai pazienti. Altro che rifiuto di una gestione ideologica dell'emergenza! Questa è davvero una decisione tutta ideologica, totalmente irresponsabile, e degna della peggiore politica politicante".
Il caso della Puglia (che vuole mantenere l'obbligo vaccinale)
Il caso più spinoso (per l'esecutivo) è però quello della Puglia che ha già annunciato di voler mantenere la legge regionale che prevede l'obbligo vaccinale anche contro il Covid per il personale sanitario. Una legge che però verrà impugnata, ha fatto sapere il neo sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. "Il presidente della Regione Puglia, peraltro magistrato, dovrebbe sapere che, nella gerarchia delle leggi, ciò che dice lo Stato centrale non può essere derubricato da una Regione" ha dichiarato il sottosegretario. "Peraltro, se si legge la legge regionale citata, si dice appunto che la fattispecie deve essere quella di una presenza di un obbligo vaccinale, che non c'è più".
Non si è fatta attendere la replica del governatore Michele Emiliano: "Gemmato è un politico di lungo corso e dovrebbe sapere che tra leggi nazionali e leggi regionali nelle materie concorrenti come la sanità non c'è un rapporto di gerarchia che fa prevalere le prime sulle seconde, salvo che ci sia una lesione delle attribuzioni del Parlamento. Ma queste ultime devono essere impugnate tempestivamente dal governo, fatto questo non avvenuto nel nostro caso, essendo la legge in questione del 2021". Non solo. "In passato - ha aggiunto - la Corte costituzionale ha detto che la Regione ha diritto di chiedere ai propri medici di vaccinarsi contro l'influenza, figuriamoci contro il Covid". Insomma, secondo Emiliano sarebbero ormai scaduti i tempi per impugnare il provvedimento. E dunque, questo è il suo ragionamento, in Puglia l'obbligo resterà in vigore.
Il ministro Schillaci: "Stiamo valutando se impugnare il provvedimento"
Cosa farà il governo? Interpellato sul punto, il ministro della Salute Orazio Schillaci non si sbilancia: "Stiamo valutando con i nostri legali" ha fatto sapere questa mattina su Rai Radio1 al Gr1 delle 8.00. Per il ministro, "l'aver messo a lavorare persone che comunque sarebbero rientrate tra due mesi è solamente dare un po' di ossigeno a tante carenze. Penso che il rientro di medici e infermieri in anticipo - ha concluso - sia anche un segno di pacificazione".