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Martedì, 19 Marzo 2024
L'attacco

"Sono traghetti": l'attacco di Giorgia Meloni alle navi Ong

La premier alza i toni e critica in modo aspro le imbarcazioni umanitarie. Nuova tragedia intanto nel mare di Lampedusa: neonato morto gettato in mare, muore anche la madre. Sui migranti l'Italia punta a un intervento europeo basato su tre pilastri, ma non ci saranno novità nei prossimi mesi

Dai "taxi del mare" di Luigi Di Maio ai "traghetti" di Giorgia Meloni. Nel mirino ci sono sempre le imbarcazioni umanitarie. "Le Ong vogliono stare anche settimane davanti alle coste africane: prendono dei migranti e non vanno nel porto ma aspettano di riempire la nave e la vogliono portare al porto che loro ritengono. È più un servizio di traghetto che di salvataggio...". Parole che sembrano stonare con i drammi delle ultime ore: anche un neonato è morto annegato al largo di Lampedusa. Ma procediamo con ordine.

Migranti, Meloni: "Ong vogliono stare settimane davanti alle coste africane"

Alza i toni la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una intervista a Dritto e Rovescio su Retequattro. "Dicono che Ancona è lontana, che i migranti stanno male... ma stanno settimane sulla nave in attesa di salvare altri migranti. Se li stanno salvando vanno portati subito al porto". "Abbiamo fatto un decreto per far rispettare le regole, che viene contestato dalle Ong perché loro vogliono stare settimane davanti alle coste africane, aspettare di riempire la nave e quando la nave è piena, allora la portano nel porto che loro ritengono", sostiene Meloni. Tornano alla mente le dichiarazioni dell'ex ministro Luigi Di Maio, che nel 2017 disse: "Siamo di fronte a un fenomeno in cui delle imbarcazioni prendono dei migranti in mare, e non li salvano mentre stanno per affogare; per me sono taxi".

"Il decreto e la pratica di assegnare porti lontani per lo sbarco delle persone soccorse in mare rischiano di privare le persone in difficoltà dell'assistenza salvavita delle ong sulla rotta migratoria più mortale del Mediterraneo". È un passaggio della lettera che la commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa ha inviato al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Una lettera in cui si chiede all'Italia non solo "il ritiro o la revisione" del decreto sulle ong, ma anche di sospendere il memorandum con la Libia sul contrasto alla migrazione clandestina. Inoltre, si esprime preoccupazione per il modo in cui vengono compiuti i rimpatri "dall'Italia alla Grecia su navi private", ricordando la raccomandazione di Strasburgo "per porre fine ai respingimenti in Europa".

Mai così tanti sbarchi dal 2016 ma non dite che è colpa delle Ong: i dati

Le navi ong (il cui pull factor nel favorire le partenze dal Nordafrica non è mai stato provato, checché ne dicano autorevoli esponenti anche di questo governo) hanno salvato "solo" una minima percentuale dei migranti approdati in Italia nel 2023: tutti gli altri arrivano con barchini (di recente si vedono sempre più scafi metallici di allarmante fragilità, con motore fuoribordo, costruiti in lamiera e neanche verniciati, natanti che hanno una grandissima instabilità) fino a Lampedusa o vengono soccorsi da motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza, che trasferiscono poi uomini, donne e bambini nei porti italiani (quelli vicini, siciliani e calabresi). Dal primo gennaio oltre 4.400 migranti sono stati salvati e portati a terra dalle motovedette della guardia costiera, delle fiamme gialle o sono giunti in Italia con sbarchi autonomi. Poco più di 500 sono stati soccorsi dalle navi umanitarie. Da tenere a mente, quando si affronta l'argomento: Ong o meno, si parte lo stesso, e si sbarca lo stesso.

Il piano di Meloni in Europa sui migranti

Un tour di due capitali europee in un giorno, per cercare 'alleati' e sponde in vista del Consiglio europeo straordinario in programma il 9 e 10 febbraio a Bruxelles. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è oggi a Stoccolma (la Svezia è presidente di turno dell'Unione europea) e nel pomeriggio a Berlino, paese trainante dell'Unione. I temi centrali saranno due: la gestione dei flussi migratori e il sostegno alla competitività economica, con la modifica delle regole sugli aiuti di Stato. Restiamo qui sul primo punto, l'immigrazione dal Nordafrica. L'incontro più difficile è quello con il primo ministro svedese Ulf Kristersson. Sui migranti l'Italia punta a un intervento europeo basato su tre pilastri: due nel breve periodo e l'altro di prospettiva. Meloni chiede una soluzione europea che prevede la difesa dei confini dell'Unione anche nella rotta del Mediterraneo centrale, supportando l'Italia, e una gestione veramente comune dell'accoglienza, per chi ha diritto a restare, e dei rimpatri.

In prospettiva, inoltre, Roma chiede che l'Europa sia più presente in Africa, per favorirne lo sviluppo e quindi disincentivare le partenze. Un progetto che la premier ha sintetizzato nel 'Piano Mattei': un modello di cooperazione "non predatorio", come detto pochi giorni fa ad Algeri. Nell'agenda della presidenza svedese, però, non c'è traccia di modifica dell'attuale sistema: "Non sarà siglato un patto sui migranti durante la presidenza svedese", ha però detto qualche tempo fa al Financial Times Lars Danielsson, ambasciatore della rappresentanza svedese presso Bruxelles, non lasciando molto spazio a interpretazioni. A Kristersson Meloni farà presente la posizione italiana, spingendo sulla necessità di evitare divisioni in Europa. Da parte sua il governo tedesco nelle scorse settimane aveva criticato la "linea dura" dell'Italia sulle Ong e si era detto disponibile ad accogliere, ma Scholz in patria deve comunque fare i conti con un sistema vicino al collasso, con 1,2 milioni di immigrati registrati negli ultimi dodici mesi (un milione sono giunti solo dall'Ucraina).

Nuova tragedia nel mare di Lampedusa: madre e neonato morti

Intanto una nuova tragedia si consuma nel mare al largo di Lampedusa. Un barcone è stato soccorso, in acque Sar Maltesi, da una motovedetta della Guardia costiera. E' stata constata la presenza a bordo di 46 persone ed 8 corpi senza vita, tra cui tre donne. Una era incinta.

Dopo alcuni giorni di tregua, dovuti alle cattive condizioni meteo, sono ripresi gli sbarchi a Lampedusa. In 75 sono giunti nelle scorse ore sull'isola con due diversi approdi. La prima carretta del mare con 37 migranti è stata intercettata dagli uomini della Capitaneria di porto a circa 22 miglia. Tra loro anche 14 donne e 3 minori. Il secondo gruppo di 38 persone, tra cui 2 donne, è stato rintracciato, invece, da una motovedetta della Guardia di finanza a una ventina di miglia dall'isolotto di Lampione su un barchino di circa 6 metri.

Ci sono anche due dispersi, secondo quanto raccontato dai migranti soccorsi dai militari della Guardia costiera in acque Sar Maltesi, a 42 miglia da Lampedusa. I superstiti hanno riferito che sul barcone c'era una donna con il suo neonato di 4 mesi che, a causa del freddo, è morto durante il viaggio e la madre, per disperazione, lo ha gettato in mare. Un uomo s'è tuffato in acqua sperando di recuperare il corpo del neonato, ma sarebbe annegato fra le onde. Anche la madre del piccolo è morta poche ore dopo aver gettato in acqua il suo bambino. E il suo cadavere, così come quello degli altri sette compagni di viaggio, è stato lasciato all'interno dello scafo.

"Rivolgo un appello al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: il Governo non ci lasci da soli a gestire questa immane tragedia". A dirlo è il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, dopo l’ennesima tragedia avvenuta al largo dell’isola. 

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