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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Non venire in ospedale, non te lo meriti": l'infermiera che risponde ai negazionisti

Michela Isca lavora a Pescara: ha trovato un volantino sulla sua auto in cui si negava la pericolosità del coronavirus. E ha risposto punto per punto

Michela Isca, infermiera a Pescara, dopo aver trovato un volantino negazionista sulla sua auto ha pubblicato un video di risposta - qui ripreso da Open - ha ribattuto energicamente punto su punto nel merito del testo: "Già prima della pandemia mi sono sempre fatta il “mazzo” nel mio reparto non Covid", racconta, spiegando poi d’aver trovato il volantino. E apre un dialogo con chi lo ha lasciato: "Non c’è alcuna emergenza, torniamo alla vita normale. Lo confermano quattro notizie", si legge sul volantino incriminato. "Ma, scusate, perché queste quattro notizie sono vere e tutte le altro no? Come hai fatto a scegliere proprio queste quattro notizie?", chiede Michela al negazionistao. "Dici che la mortalità è dello 0,05% e riguarda solo gli over 70, ma sai di quante persone parliamo? È devastante, forse per te è accettabile? Sei un pericolo sociale".

"Non venire in ospedale, non te lo meriti": l'infermiera che risponde ai negazionisti

Poi parla dell'influenza: "D’influenza si muore, nonostante esista il vaccino. In caso del Covid parliamo di una “influenza” per la quale il vaccino neppure esiste, dai che forse ci arrivi... Scorrendo i punti del volantino, Michela parla della guarigione rapida del presidente Usa, Trump, e rivolgendosi al negazionista ribatte: «Le cure di Trump sono forse a disposizione di tutti?". Ed ancora riferimenti ai danni multi-organo che il Covid-19 provoca, Michela racconta l’enorme carico di lavoro e di sofferenza che il personale sopporta ogni giorno, «c’è un infermiere per cinque pazienti intubati» e infine rinfaccia al negazionista la gravità della situazione: "È colpa di quelli come te, che non hanno rispettato le regole proteggendosi con la mascherina, se oggi siamo a questo punto", da qui l’invito, con tono diretto, a non presentarsi in ospedale in caso di necessità "perché non te lo meriti".

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