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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Cv a confronto, Michela Murgia fa impallidire Salvini: "Sei tu quello fuori dalla realtà"

La scrittrice, bollata come "radical chic" dal ministro dell'Interno, lasciando sottintendere che sia lontana dalla realtà della gente, ha replicato alle accuse in un lungo e duro post su Facebook nel quale riassume la propria vita da lavoratrice precaria contro la carriera politica e professionale di Salvini

Non ci sta più Michela Murgia a sentirsi dare della “intellettuale radical chic” da Matteo Salvini, il quale sottintende così che la scrittrice faccia parte di una schiera di criticoni e rosiconi che in realtà lo attacca soltanto perché non ha mai fatto un solo giorno di onesto lavoro in vita sua, troppo lontana dai bisogni della gente vera. Un’accusa a cui la scrittrice ha risposto con un lungo e argomentato post, che in poche ore è diventato virale.

“È il suo giochetto preferito quello di far passare chiunque lo critichi per un ricco altolocato che non ha contatto con la gente e con la realtà, che non conosce i problemi veri e che non sa cosa sia la fatica del lavoro, ambiti in cui lui invece si presenta come vero esperto. Le propongo un gioco, signor Ministro: si chiama “sinossi dei curriculum”, scrive Murgia.

Michela Murgia contro Matteo Salvini: cv a confronto

Segue l’elenco dei lavori che l’autrice di Accabadora ha fatto dall’età di 14 anni fino ad adesso, tutti all’insegna della precarietà (compreso quello di scrittrice a tempo pieno, di certo non il lavoro più sicuro e garantito al mondo): cameriera stagionale in una pizzeria per pagarsi l’ultimo anno di scuola, un impiego in una società di assicurazioni per sostenersi negli studi successivi, insegnante a 900mila lire al mese, un cococopro per consegnare cartelle esattoriali a domicilio, un lavoro stabile perso quando si è dovuta licenziare perché ha scelto di testimoniare contro il suo datore di lavoro in un “grave caso di inquinamento ambientale”, cameriera in un albergo al passo dello Stelvio, un’esperienza in un call center a 230 euro al mese più di 8 euro per ogni appuntamento fissato, la portiera notturna in un albergo. Dal 2007 Michela Murgia vive del suo lavoro di scrittrice, “della fiducia degli editori e di quella dei lettori e delle lettrici”.

Nel mezzo, Murgia inserisce anche il percorso professionale e politico di Salvini, ricordando la sua carriera all’interno della Lega Nord (“Non avendo mai svolto altra attività lavorativa, è lecito supporre che la pagasse il partito”), l’essere diventato giornalista grazie alla Padania e Radio Padania (“Testate di partito che si reggevano sui finanziamenti pubblici, ai quali io non ho nulla in contrario, ma contro i quali lei ha invece costruito la sua retorica”), l’esperienza da “parlamentare europeo a 19.000 euro al mese”, quando “a Bruxelles bruciava un quarto delle sedute del parlamento ed era già lo zimbello dei parlamentari stranieri, che nelle legislature successive le avrebbero poi detto in faccia quanto era fannullone”, fino all’accenno ai famigerati 49 milioni della Lega.

Se adesso le è chiaro con chi è che sta parlando quando virgoletta il mio nome nei suoi tweet, forse le sarà altrettanto chiaro che è lei, signor Ministro, quello distaccato dalla realtà. Tra noi due è lei quello che non sa di cosa parla quando parla di vita vera, di problemi e di lavoro, dato che passa gran tempo a scaldare la sedia negli studi televisivi, travestirsi da esponente delle forze dell’ordine e far selfie per i social network a dispetto del delicatissimo incarico che ricopre a spese dei contribuenti. Lasci stare il telefonino e si metta finalmente a fare il ministro, invece che l’assaggiatore alle sagre. Io lavoro da quando avevo 14 anni e non mi faccio dare lezioni di realtà da un uomo che è salito su una ruspa in vita sua solo quando ha avuto davanti una telecamera

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