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Venerdì, 19 Aprile 2024
Verso una nuova emergenza umanitaria?

Raffica di sbarchi di migranti: mille in poche ore, sos da altri barconi in mare

Cinque i diversi sbarchi a Lampedusa dalle prime ore del mattino. Tra i migranti figurano 41 donne e un neonato. Mentre il mar Mediterraneo centrale sta vivendo in queste ore una vera e propria emergenza le associazioni umanitarie denunciano le pratiche disumane messe in campo dell'Ue che avrebbero cagionato la morte di duemila migranti, compresi bambini in fuga dalle guerre

Nuova ondata di arrivi a Lampedusa, dove in poche ore sono circa mille i migranti approdati tra cui figurano 41 donne, 6 bambini e un neonato.

  • Il primo maxi sbarco ha condotto sulla più grande delle Pelagie 325 persone a bordo di un barcone di 20 metri intercettato a otto miglia dall'isola. 
  • Il secondo barcone è stato scortato poco dopo al molo Favaloro: a bordo 85 migranti, tra cui sei donne e una neonata.
  • Alle 8.30 sono sbarcati sul molo Favarolo 98 uomini, quasi tutti del Bangladesh, intercettati a 3 miglia e mezzo da Lampedusa su imbarcazione di legno con motore fuoribordo, lasciata alla deriva.
  • Alle 8.45 una motovedetta della Guardia di Finanza ha scortato altri 16 migranti di nazionalità tunisina, tutti uomini, su una imbarcazione in legno di circa 6 metri con un motore fuoribordo.
  • Il quinto sbarco consecutivo ha riguardato 398 migranti di varie nazionalità, di cui 24 donne e 6 bambini: si trovavano a bordo di un peschereccio in ferro in avaria, intercettato a circa tre miglia da Lampedusa ed è stato poi recuperato dalla Guardia di Finanza.

Tutti, dopo un primo triage sanitario, sono stati condotti nell'hotspot di contrada Imbriacola. Al momento a Lampedusa non sono presenti navi quarantena, l'Allegra ha lasciato l'isola nei giorni scorsi con a bordo 446 migranti. Ferma in porto anche la nave della Ong Sea Watch in attesa della conclusione della quarantena dopo l'ultima operazione di soccorso (6 salvataggi, 456 persone soccorse e 3 respingimenti illegali testimoniati).

Si era già assistita ad una simile ondata di sbarchi tra aprile e maggio: la mattina del primo maggio si contavano 800 arrivi a Lampedusa in appena 24 ore.

L'sos da due imbarcazioni al largo di Malta

Il mar Mediterraneo centrale sta vivendo in queste ore una vera e propria emergenza: due barche in pericolo sono state segnalate da Alarm Phone al largo della Libia, in zona Sar maltese. A bordo di una imbarcazione di legno che sta imbarcando acqua vi sarebbero 80 migranti. 

Altre 55 persone sarebbero inoltre su una seconda imbarcazione.

Migranti, decuplicati gli sbarchi

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I numeri degli arrivi di migranti a bordo di carrette del mare tornano a farsi sostenuti dopo due anni in cui l'emergenza sbarchi sembrava sotto controllo. Nei primi 5 mesi di quest'anno sono oltre 10mila le persone sbarcate sulle coste italiane senza un regolare permesso, per lo più provenienti dalla Tunisa (1.512), Costa d'avorio (1.243) e Bangladesh (1.216). 

Secondo i dati dell'agenzie delle Nazioni Unite per i rifugiati Unchr si stimano in oltre 620 le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale dall'inizio del 2021. Ma i dati potrebbero essere ben più drammatici.

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I respingimenti in mare dell'Ue hanno portato alla morte di 2mila migranti

Secondo quanto denuncia un'analisi condotta dal Guardian sulla base dei dati delle Nazioni Uniti e di diverse Ong, migliaia di rifugiati, compresi bambini in fuga dalle guerre, sarebbero stati respinti dai confini comunitari attraverso l'utilizzo di tattiche brutali e illegali dagli Stati membri dell'Ue, supportati dall'agenzia Frontex. Durante pandemia sarebbero oltre 40mila i richiedenti asilo allontanati dai confini dell'Europa , anche con violenza: un atteggiamento disumano che potrebbe aver portato alla morte oltre 2mila persone. 

Dati recenti suggeriscono un aumento delle morti di migranti che tentano di raggiungere l'Europa e, allo stesso tempo, un aumento della collaborazione tra gli Stati membri con Paesi terzi come la Libia, che ha portato al fallimento di diverse operazioni di salvataggio", ha spiegato Fulvio Vassallo Paleologo, esperto di diritti umani e immigrazione. "In questo contesto, le morti in mare dall'inizio della pandemia sono direttamente o indirettamente collegate all'approccio dell'Ue volto a chiudere tutte le porte".

Secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, nel 2020, quasi 100mila immigrati sono arrivati ​​in Europa via mare e via terra rispetto ai 130mila del 2019 e i quasi 200mila del 2017. Come si legge nel rapporto del giornale britannico, nonostante il calo numerico, Stati come Italia, Malta, Grecia, Croazia e Spagna da gennaio 2020 avrebbero accelerato i loro programmi di accoglienza dura, adottando chiusure parziali o complete delle frontiere per limitare la diffusione del coronavirus. Questi Paesi avrebbero quindi pagato Stati terzi e arruolato navi per intercettare le imbarcazioni e indirizzare i passeggeri nei centri di detenzione. Nell'analisi si parla di persone picchiate, derubate, abusate sessualmente, spogliate e lasciate addirittura in mare. Tuttavia, Frotex ha ribattuto "le autorità, inclusi noi, hanno fatto tutto ciò che era umanamente possibile per salvare i migranti" e ha respinto le accuse. 

Uno degli esempi più gravi evidenziato nel rapporto è quello della Croazia, che ha intensificato la violenza sistemica nei confronti dei migranti della Bosnia, iniziando addirittura a respingerli più frequentemente. Il Consiglio danese per i rifugiati (Rdc) ha registrato quasi 18mila esclusioni dall'inizio della pandemia. Alcuni migranti avrebbero riportato di essere stati verniciati a spruzzo con croci rosse in testa da agenti croati che dicevano loro che quella era la "cura contro il coronavirus". "Nonostante l'impegno della Commissione europea con le autorità croate negli ultimi mesi, non abbiamo praticamente registrato alcun progresso, né sulle indagini, né sullo sviluppo di meccanismi indipendenti di monitoraggio delle frontiere", ha affermato Nicola Bay, direttore della Rdc per la Bosnia. "Ogni singolo respingimento rappresenta una violazione del diritto internazionale e dell'Ue, che si tratti di violenza o meno" ha spiegato Bay.

Ma anche lo Stato greco ha aumentato le esclusioni e ha bloccato alla frontiera più di 6mila richiedenti asilo, secondo i dati di Border Violence Monitoring Network (Bvmn). Anche in questo caso si parla di "uso sproporzionato ed eccessivo della forza". Secondo Bvmn sono stati registrati "esempi estremamente crudeli di violenza della polizia, incluse percosse prolungate, spesso su corpi nudi, immersione in acqua, abuso fisico di donne e bambini e l'uso di barre di metallo per infliggere ferite". Addirittura una causa intentata contro lo Stato greco ad aprile presso la Corte europea dei diritti umani ha accusato Atene di aver abbandonato in mare dozzine di migranti su zattere di salvataggio dopo averli picchiati. Inoltre, Unhcr ha detto che dall'inizio della pandemia, le autorità libiche, con il sostegno italiano, hanno intercettato e respinto a Tripoli più di 15mila richiedenti asilo. Questa strategia ha provocato il ritorno forzato di migliaia di persone nei centri di detenzione libici dove, secondo i rapporti, subiscono torture. 

"Nel 2020 la pratica dei respingimenti violenti non solo è continuata, ma aumentata, con un ruolo sempre più importante svolto da Frontex, che con i suoi aerei avvista le barche in mare e comunica la loro posizione alla guardia costiera libica", ha detto Matteo de Bellis, ricercatore sulla migrazione di Amnesty International. "Quindi, mentre l'Italia ad un certo punto ha persino usato la pandemia come scusa per dichiarare che i suoi porti non erano sicuri per lo sbarco delle persone soccorse in mare, non ha avuto problemi con la guardia costiera libica che ha rimpatriato le persone a Tripoli. Anche quando la Libia era sotto bombardamento o quando centinaia di persone sono attaccate a colpi d'arma da fuoco subito dopo lo sbarco ". 

"Le operazioni di push e pull-back sono diventate routine, così come le forme di abbandono marittimo in cui centinaia di persone sono state lasciate ad annegare", ha detto un portavoce di Alarm Phone, un servizio di hotline per migranti in difficoltà in mare. "Abbiamo documentato così tanti naufragi che non sono mai stati ufficialmente contabilizzati e quindi sappiamo che il vero bilancio delle vittime è molto più alto. In molti casi, le guardie costiere europee si sono rifiutate di rispondere: hanno preferito lasciare che le persone annegassero. Anche se tutte le autorità europee cercano di rifiutare la responsabilità, sappiamo che la morte di massa è il risultato diretto sia delle loro azioni che delle loro inazioni" accusa il portavoce di Alarm Phone.

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