rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
La nuova missione all'estero

Soldati italiani inviati in Ungheria e Bulgaria: come stanno le cose

Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha spiegato che all'Italia sarà affidata la guida della missione della Nato per rafforzare la deterrenza sul fianco est dell'Alleanza Atlantica

Se il Parlamento sarà d'accordo, con la prossima delibera missioni militari italiani potrebbero essere inviati in Ungheria e Bulgaria. Lo ha detto ieri al Tg1 il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, aggiungendo che ai nostri contingenti sarà affidata "la guida di questa missione della Nato per rafforzare la deterrenza sul fianco est". La deterrenza - ha spiegato - "serve per prevenire i conflitti e per rafforzare le condizioni di sicurezza". Per rispondere all'aggressione subita dall'Ucraina, ha poi sottolineato, "l'Italia sta agendo con tutta la Comunità internazionale sostenendo le sanzioni, rinnovando tutti gli sforzi diplomatici per arrivare alla pace, e attraverso il supporto alla resistenza ucraina, delle Forze Armate ucraine con materiale che serve all'Ucraina per difendersi dall'aggressione. Questa è la scelta che ha fatto il Parlamento e il Governo si sta muovendo nel solco di queste direzioni".

Sul conflitto in corso in Ucraina è nuovamente intervenuto ieri anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che non ha invitato per il concerto al Quirinale in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno gli ambasciatori di Russia e Bielorussia. "Trovarsi, nel continente europeo, nuovamente immersi in una guerra di stampo ottocentesco, che sta generando morte e distruzioni - ha affermato - richiama immediatamente alla responsabilità; e la Repubblica italiana è convintamente impegnata nella ricerca di vie di uscita dal conflitto che portino al ritiro delle truppe occupanti e alla ricostruzione dell'Ucraina".

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è invece tornato a parlare della grave crisi alimentare provocata dalla guerra e ha ribadito la disponibilità del Paese "a partecipare alle eventuali operazioni di sminamento" dei porti ucraini. L'Italia, ha sottolineato, intende anche "favorire un ruolo centrale delle Nazioni Unite ed eventualmente di altri partner, come la Turchia, nell'effettivo svolgimento e coordinamento delle operazioni". "Stiamo premendo affinché' vengano creati corridoi marittimi per il trasporto delle materie prime alimentari, anzitutto il grano, dai porti ucraini. Perché ciò si realizzi - ha concluso - è necessario sminare le acque antistanti i porti, in particolare quello di Odessa, a fronte della garanzia da parte russa del transito sicuro dei carichi".

Missioni militari italiane all'estero

Attualmente i militari italiani sono impegnati: in Bosnia-Erzegovina nella missione europea EUFOR Althea (dal 2004), in Kosovo dal 1999, in Iraq con circa 250 unità​ in seno all'Operazione internazionale anti Isis "Inherent Resolve" dal 2014, in Libano con due missioni di pace con l'Onu dal 2006 e bilaterale dal 2015, in Libia dal 2018, in Mali dal 2013, in Marocco dal 1991, in Somalia dal 2010.

Come si legge dagli ultimi dati disponibili in Parlamento il maggior numero di missioni è presente nel continente africano, ma con riferimento alla consistenza numerica delle unità impiegate nei diversi teatri operativi, il maggior numero di militari autorizzato è in Asia.

Per quanto concerne l'Europa, le missioni che impegnano il maggior numero di militari italiani sono la missione NATO Joint Enterprise nei Balcani (638 unità, 230 mezzi terrestri e un mezzo aereo) e la missione dell'Unione europea denominata EUNAVFORMED Irini (596 unità, due mezzi navali e 3 mezzi aerei). Per quanto concerne l'Asia, la partecipazione italiana più significativa si rinviene nella missione Resolute Support in Afghanistan, di cui sono in corso le procedure di ritiro (1.000 unità, 127 mezzi terrestri e 16 mezzi aerei),. Segue la missione UNIFIL in Libano (1.000 unità, 127 mezzi terrestri e 66 mezzi aerei) e la partecipazione alla coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (900 unità, 84 mezzi terrestri e 11 mezzi aerei). Con riferimento al continente Africano, la presenza italiana più consistente è nella missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (400 unità, 69 mezzi terrestri, 2 mezzi aerei e mezzi navali tratti nell'ambito della missione " Mare sicuro"). Segue il dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nel Golfo di Guinea, dove sono presenti 394 unità di personale militare, due mezzi navali e due mezzi aerei e la missione UE antipirateria denominata ATALANTA dove gli assetti sono rappresentati da 388 unità di personale militare, 2 mezzi aerei e 4 mezzi navali. Per quanto riguarda, in generale l'area del Mediterraneo centrale, si segnala, inoltre, che nell'ambito del potenziamento del dispositivo aeronavale nazionale di sorveglianza e di sicurezza di questa area (cosiddetta "Operazione Mare Sicuro"), l'Italia partecipa con 754 unità di personale militare e con l'impiego di 6 mezzi navali e 8 mezzi aerei. Infine, nell'ambito della partecipazione del personale militare italiano al potenziamento di dispositivi NATO, le consistenza più rilevanti riguardano il dispositivo per la presenza in Lettonia ( 238 unità di personale militare e 135 mezzi terrestri) e la missione per la sorveglianza navale dell'area sud dell'Alleanza (235 unità di personale militare, un mezzo aereo e due mezzi navali più una on call).

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Soldati italiani inviati in Ungheria e Bulgaria: come stanno le cose

Today è in caricamento