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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il caso / Regno Unito

Tornano a respirare dopo essere stati dichiarati morti: ora potrebbe cambiare il test per la morte cerebrale

Era tecnicamente morto da due settimane ma un bambino ha ripreso a respirare da solo: ora medici ed esperti di etica inglesi stanno riscrivendo i criteri legali per la morte cerebrale utilizzati dagli ospedali per porre fine al trattamento di supporto vitale

Da due settimane era stato dichiarato morto ma a causa di una controversia legale un bimbo di 4 mesi è rimasto attaccato alle macchine che ne garantivano il supporto vitale. Fino a quando una infermiera si è accorta che stava respirando autonomamente. Ha fatto scalpore quanto accaduto a Londra lo scorso luglio e ora una commissione medico scientifica sta revisionando il test che sancisce la cosiddetta morte cerebrale di un individuo. Un parere anche etico perché da questo test discende poi la decisione su quando e se staccare le macchine che tengono in vita un individuo.

Il medico che aveva in cura il piccolo testimoniando ieri alla corte ha spiegato di come nessuno si aspettasse che il bambino potesse riprendere a respirare: "Abbiamo continuato a ventilare un bambino morto, nessuno di noi ha mai visto una cosa del genere prima". Tuttavia la notizia dell'inaffidabilità del test del tronco cerebrale ha fatto scaturire un forte dibattito. Il test clinico viene eseguito quando vi sono prove evidenti di gravi danni cerebrali che non possono essere curati. Si tratta di una serie di mini test per controllare le funzioni automatiche del cervello, inclusa la reazione alla luce negli occhi, l'acqua ghiacciata nell'orecchio e un breve periodo senza ventilatore per vedere se un paziente tenta di prendere respiro.

Tuttavia il caso di Londra è solo l'ultimo di una serie di "avvenimenti impossibili ma che comunque si registrano con una certa frequenza. Nel marzo 2021, il diciottenne Lewis Roberts è stato dichiarato morto dopo un incidente stradale, ma ha iniziato a respirare in modo indipendente poche ore prima che i suoi organi fossero estratti per la donazione. Oggi sta abbastanza bene tanto da essere tornato a giocare a calcio e basket.

Ora si potrebbe andare verso una modifica dei criteri per la dichiarazione della morte cerebrale e un allungamento dei tempi per valutare le lesioni, soprattutto nei bambini più piccoli. Nuove linee guida sono attese in Inghilterra entro il 2023. Ma un simile provvedimento potrebbe avere riflessi anche in altri paesi.

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