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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il caso

Perché si torna a parlare di morti per Covid o con il Covid: "Conti sbagliati"

L'infettivologo Matteo Bassetti ha segnalato al ministero della Salute che "si stanno facendo dei conti sbagliati: se il malato Covid che va in rianimazione vale come quello, pure positivo, ricoverato per un'altra patologia, si fa confusione"

Ci risiamo. Il professor Matteo Bassetti, professore ordinario di Malattie infettive all'Università di Genova e primario all'Ospedale San Martino del capoluogo ligure, ha segnalato "al ministero della Salute che si stanno facendo dei conti sbagliati: se il malato Covid che va in rianimazione vale come quello, pure positivo, ricoverato per un'altra patologia si fa confusione". Un ritorno alla polemica sui morti per Covid o con il Covid? "Sì, ma da infettivologo - dice alla Stampa Bassetti -  devo distinguere tra malati e portatori sani. Bisogna contare solo chi ha febbre, insufficienza respiratoria, segni radiologici e tampone positivo. Altrimenti in una fase di contagio come questa si evidenziano troppi positivi tra chi soffre di altre patologie".

L'ultimo bollettino riporta 16.213 i contagi da coronavirus in Italia e altri 137 morti (il numero più alto di decessi quotidiani da mesi a questa parte. Per trovare un bilancio peggiore bisogna risalire al 27 maggio scorso, quando furono 171 le vittime). I più di cento morti al giorno sono di Covid o no? "Capirlo non è immediato. Per vedere come va l'epidemia bisogna guardare le terapie intensive, dove su 30 ricoverati 25 non sono vaccinati. I restanti 5 sono immunodepressi che non hanno reagito al vaccino o ricoverati per altre ragioni con tampone positivo - continua Bassetti - Nei reparti ordinari invece il 50-60 per cento non è vaccinato, mentre poco meno della metà è vaccinato con due dosi da più di sei mesi. La metà di questi ultimi, circa un 25 per cento dunque, è affetta da patologie diverse dal Covid e andrebbe scorporata dai conti". Se ne parlerà ancora, poco ma sicuro.

Non certo da oggi la considerazione che si fa strada nel "revisionismo statistico" sui decessi da Covid e che viene rilanciata anche da autorevoli esperti ruota attorno a un postulato dalle conclusioni frettolose: tra i morti per Covid, solo una bassa percentuale sarebbe effettivamente dovuto al Sars-CoV-2, perché solo questa percentuale di pazienti era priva di altre patologie quando è stata contagiata - a fronte dell'ampia percentuale alle prese con una o più malattie. Insomma, se così fosse la portata della pandemia sarebbe da riconsiderare. Il punto è che nessuno nega le gravi e spesso concomitanti malattie presenti nei deceduti con positività al virus, tuttavia molti malati di patologie "comuni" come ipertensione arteriosa e diabete ad esempio non sarebbero decedute se non fossero state contagiate dal Covid. Non è corretto affermare che le patologie riscontrate nei deceduti Sars-CoV-2 positivi avrebbero comunque portato a decesso "in tempi brevi". La concomitanza di più patologie croniche nella stessa persona costituisce di per sé elemento di fragilità in genere compensato con appropriate terapie: il contrarre una infezione come il Covid si traduce in un aumentato rischio di complicanze e di morte. La presenza di patologie croniche nella popolazione anziana è molto comune. In considerazione del fatto che le patologie croniche rappresentano un fattore di rischio per decesso da Covid-19 e che queste sono molto comuni, non deve sorprendere l’alta frequenza di queste condizioni nella popolazione deceduta Sars-CoV-2 positiva.

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