Cosa significa "morti dopo il vaccino" e la psicosi sul caso AstraZeneca
Nel Regno Unito ci sono stati 275 decessi tra le persone vaccinate, ma le statistiche evidenziano una mortalità che è uguale a quella della popolazione non vaccinata. È ancora presto per farsi prendere dal panico
I Carabinieri dei Nas stanno effettuando il sequestro cautelativo su tutto il territorio nazionale delle dosi del lotto di vaccino di AstraZeneca n. ABV2856, sospeso dall'Aifa presso tutti gli hub di distribuzione e i centri di vaccinazione dove sono state complessivamente consegnate 249.600 dosi.
Il caso ormai è arci-noto. Ieri l’Aifa ha vietato l'utilizzo in Italia del lotto numero ABV2856 "a seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi". Si tratta di un lotto diverso da quello distribuito in 17 Paesi europei e bloccato da cinque, ultima ieri la Danimarca (dopo Austria, Lituania, Estonia e Lussemburgo), anche in questi casi per eventi avversi di tipo trombotico. In tutto sarebbero una trentina i casi di morti da tromboembolia polmonare in Europa di cittadini che avevano ricevuto la prima dose del preparato. Casi che rischiano di minare la fiducia nei confronti del vaccino prodotto e sviluppato dalla multinazione anglosvedese.
Come stanno le cose? Già l’altro ieri l’agenzia europea del farmaco (Ema) aveva spiegato che "il rischio di coaguli di sangue non è maggiore nei vaccinati" e che "le informazioni disponibili finora indicano che il numero di eventi tromboembolici nelle persone vaccinate non è superiore a quello osservato nel resto della popolazione".
Ciò nonostante, l’Aifa ha comunque deciso di sospendere un lotto del vaccino in via precauzionale. Si dovrà dunque far chiarezza, anche sulle cause dei decessi. Nelle prossime ore sarà effettuata l’autopsia sul corpo del sottoufficiale della Marina militare Stefano Paternò, morto 12 ore dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid di AstraZeneca. Le autorità sanitarie vogliono vederci chiaro, ma per adesso è ancora presto per farci prendere dal panico.
In primo luogo, come hanno evidenziato tutti gli esperti, al momento non è stata accertata alcuna correlazione di causalità tra la somministrazione del farmaco e i decessi. In secondo luogo, come ha spiegato ieri la stessa AstraZeneca, "da un'analisi dei nostri dati di sicurezza su oltre 10 milioni di somministrazioni non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di eta', sesso, lotto o in qualsiasi paese in cui è stato utilizzato il vaccino AstraZeneca contro Covid-19". Il numero di questi eventi è infatti significativamente inferiore nei soggetti vaccinati rispetto al numero osservato nella popolazione generale.
Un’analisi di parte, certo, ma comunque che trova conferma nella nota dell’Ema che abbiamo citato prima. Infine bisogna capire cosa si intende con l’espressione "morto dopo il vaccino" che anche noi giornalisti abbiamo spesso usato (e di cui abbiamo forse abusato).
Le "morti dopo il vaccino" non devono allarmarci (fino a prova a contraria)
Come spiega EuropaToday, nel Regno Unito, dove la campagna vaccinale procede a ritmo serrato con oltre 23 milioni di iniezioni già somministrate, le autorità non hanno deciso di sospendere la campagna vaccinale, nonostante secondo i dati ufficiali siano morte 275 persone alcuni giorni dopo che a loro erano state somministrate le dosi AstraZeneca. Anche se può sembrare una scelta sconsiderata questi numeri, come ha sottolineato la stessa Agenzia europea del farmaco Ema per i casi di coagulazione del sangue, vanno contestualizzati nella mortalità naturale della popolazione e non ci sono al momento prove o connessioni accertate che facciano ipotizzare un nesso di causa ed effetto tra l'inoculazione e la morte, se non quello temporale che può essere del tutto casuale.
Sul sito del governo britannico, che sta fornendo un'ampia trasparenza sulla campagna vaccinale, si legge: “L'Mhra (l'agenzia del farmaco nazionale, ndr) ha ricevuto 227 segnalazioni nel Regno Unito di sospette reazioni avverse al vaccino Pfizer / BioNTech in cui il paziente è morto poco dopo la vaccinazione e 275 segnalazioni per il vaccino dell'Università di Oxford / AstraZeneca e 4 in cui la marca del vaccino non era specificata”. Subito dopo poi continua spiegando che “la maggior parte di queste segnalazioni riguardava persone anziane o persone con malattie di base", e che "l'uso di AstraZeneca è aumentato rapidamente” e anche “la segnalazione di eventi fatali con un'associazione temporale con la vaccinazione”, ma tuttavia “questo non indica un legame tra la vaccinazione e le vittime riportate”, e anzi “la revisione delle segnalazioni individuali e dei modelli di segnalazione non suggerisce che il vaccino abbia svolto un ruolo nella morte”. L'associazione insomma è solo temporale, ma del tutto casuale e gli studi fatti sulle persone decedute, tutte regolarmente segnalate alle autorità, lo dimostrerebbe.
Perché dobbiamo guardare al tasso di mortalità tra vaccinati e non
Il Regno Unito non è certo un caso isolato. Negli Stati Uniti, secondo i Centers for disease control, ci sono state addirittura 1.637 segnalazioni di morte tra le persone che hanno ricevuto un vaccino COVID-19. Messa così i numeri possono spaventare, ma in realtà si tratta dello 0,0018% del totale. Fino ad oggi però le dosi inoculate negli Stati Uniti sono state oltre 92 milioni. Che significa tutto questo? Come spiega la Abc, ogni giorno negli Stati Uniti muoiono circa 8mila persone. E considerato il numero di somministrazioni, non è improbabile che alcune di loro possano aver ricevuto il vaccino nelle ore o nei giorni precedenti al decesso. “Il fatto che questi eventi si verifichino in prossimità del vaccino non significa che siano stati causati dal farmaco" ha tagliato corto alla Abc John Brownstein, epidemiologo al Boston Children's Hospital.
Insomma essendoci un numero di vaccinazioni sproporzionato alla norma, quello che bisogna tenere presente è che nella società normalmente le persone muoiono per le ragioni più disparate, e se la percentuale di morti tra i vaccinati non è superiore a quella della popolazione generale, non si può concludere automaticamente che il vaccino abbia avuto un ruolo nel decesso e non bisogna spaventarsi. Ciò non toglie che su alcune morti “sospette” non si debba indagare. Ed è proprio quello che sta avvenendo. Così come non si deve tacere sugli effetti collaterali meno gravi del farmaco su cui continua a vigilare l’Aifa. Ma finché non si stabilisce un nesso causale e non temporale, l’espressione “morire dopo il vaccino” non dovrebbe metterci in allarme come invece - per ragioni più che comprensibili - sta avvenendo. Come ha sottolineato ieri Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova, "la decisione dell'Aifa dimostra che in Italia c'è un ente regolatorio che agisce proprio dalla parte dell'utente” e “in questo caso chi sta facendo le vaccinazioni, garantendo la sicurezza".
"Vaccinata con il lotto sospeso di AstraZeneca, ora devo prendere la cardioaspirina"
Resta il fatto che tra chi è stato vaccinato con il lotto finito sotto la lente degli enti regolatori sono ore di apprensione. RavennaToday ha raccolto la testimonianza di un’insegnante 37enne che ha ricevuto la prima dose del farmaco solo ieri pomeriggio.
"Un'ora dopo aver fatto il vaccino ho iniziato a leggere le notizie che parlavano della sospensione del vaccino - racconta la donna - Io e le mie colleghe, quelle già vaccinate e quelle che avrebbero dovuto fare il vaccino a giorni, abbiamo iniziato a scambiarci informazioni e preoccupazioni. Alle 18 mi ha chiamato la mia dottoressa dicendomi che avrebbero fatto una riunione per organizzarsi". E qui l'amara scoperta: il vaccino fatto da Sofia, le conferma il medico, fa parte del lotto sospeso. "Alle 20 il medico mi ha richiamata per dirmi che si era incontrata con gli altri colleghi del Comune e che avevano deciso, in via precauzionale, di somministrare a tutti i loro pazienti vaccinati con quel lotto la cardioaspirina, per dieci giorni. Certo, i casi di reazioni gravi sono stati sporadici e sono ancora da verificare, ma loro per precauzione hanno deciso di fare così".
L'insegnante in serata ha manifestato alcuni sintomi tipici del post-vaccino: "Sono stata bene fino alle 22, poi ho iniziato ad avere male alle ossa e a sentirmi stanca. Alle 23.15 ho iniziato ad avere i brividi, sono andata a dormire e mi sono svegliata all'una con 38,2 di febbre e un forte spasmo alle gambe. Ho preso una tachipirina e stamattina (venerdì, ndr) ho 37,1. Però mi sento molto acciaccata, come se mi fosse passato un camion addosso. La maggior parte dei miei colleghi che hanno fatto il vaccino hanno avuto gli stessi sintomi".
La 37enne, che non ha nessuna patologia pregressa, è comunque comprensibilmente agitata. "Ero molto titubante già prima di farlo, mi sentivo un po' la pecora nera tra i miei colleghi - dice Sofia - Poi mi sono convinta a farlo, ma ora dopo quello che è successo se potessi tornerei indietro. I casi sono percentuali bassissime, è vero, ma un po' ho paura. Giovedì sera ho avuto un'ora di forte ansia, ero molto agitata, poi ci ho messo una pietra sopra".