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Giovedì, 28 Marzo 2024
Le morti bianche

Sei morti sul lavoro in una settimana, Draghi annuncia: "Subito assunzioni per fare più controlli"

Il piano per incrementare le ispezioni era già presente nel recovery plan. Il premier: "Siamo molto distanti alla Germania, faremo tutto il possibile"

Sono sei le persone morte sul lavoro nell'ultima settimana. Ma si tratta di un dato che purtroppo non deve stupire. Come ha ricordato oggi il premier Mario Draghi, "con una media di oltre 3 morti al giorno" sui posti di lavoro, "l'Italia si conferma al di sopra della media dei Paesi UE". Siamo in una "posizione di poco migliore della Francia, ma molto distante dalla Germania" ha aggiunto il presidente del consiglio in Aula alla Camera per il Question time. Per questo il governo ha immediatamente disposto la convocazione della Cabina di regia per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza, prevista dal Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

"In quella sede - ha detto Draghi  - intendiamo valutare gli interventi per il rafforzamento delle attività ispettive che vogliamo adottare subito, con i prossimi provvedimenti legislativi". "Questi interventi - ha proseguito il presidente del Consiglio - si inseriscono nel quadro previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che dedica una specifica linea di riforma proprio alla lotta al lavoro sommerso e al potenziamento delle attività di vigilanza".

In aula Draghi ha espresso "il cordoglio del governo per la morte di Buona D'Orazio e degli altri cinque, ben cinque, lavoratori deceduti sul lavoro nell'ultima settimana" ha detto citando i lavoratori morti per nome e cognome. "Non dobbiamo dimenticare ed intendiamo fare tutto il possibile per evitare il ripetersi di questi episodi".

I controlli sono pochi e molte imprese non sono in regola

Il piano è quella di assumere più personale. Come avevamo spiegato già in un altro articolo, l'ultimo rapporto dell'ispettorato nazionale del lavoro parla chiaro: il 79,3% delle aziende ispezionate l'anno scorso per verificare la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro è risultata irregolare. In particolare, nel 15% dei casi gli ispettori hanno rilevato la presenza di attrezzature di lavoro e dispositivi di protezione individuali non conformi, mentre in un altro 14% la valutazione dei rischi è risultata mancante o inadeguata. L'anno scorso le aziende ispezionate per verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza sono state più di 10mila, una goccia nel mare rispetto al numero di imprese attive in Italia. Per questo serve un cambio di passo. 

In aula Draghi ha spiegato cosa intende fare. "È prevista una strategia d'azione nazionale per rafforzare l'Ispettorato nazionale del lavoro, quale agenzia nazionale per la vigilanza sul lavoro, e incrementare strutturalmente i controlli" ha detto il premier, ricordando che con il recovery fund "sono state già avviate le procedure per l'assunzione di 1.084 unità di personale nel corpo dell'Ispettorato del lavoro e, a legislazione vigente, è prevista la possibilità di assumere altre 1.000 persone, a fronte delle 4.500 unità di personale attualmente in servizio. A queste - ha aggiunto - devono aggiungersi le ulteriori assunzioni che potranno essere effettuate con le risorse presto stanziate in un prossimo provvedimento normativo. Questo ci si deve augurare, permetterà un significativo rafforzamento delle attività di ispezione e vigilanza nei luoghi di lavoro".

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Sbarra (Cisl): "E' un bollettino di guerra, rilanciare subito ispezioni e controlli"

Bastera? I sindacati sono battaglieri. "Non è sui corpi dei lavoratori che ricostruiremo il paese. Non lo permetteremo" ha detto oggi il segretario generale Cisl, Luigi Sbarra, all' Assemblea Nazionale di Cgil, Cisl, Uil ricordando le tante stragi sul lavoro. "Oggi si apre un fronte di lotta e mobilitazione. Non c'è un segmento produttivo che sia fuori da questa terribile piaga. È un bollettino di guerra. E' un'emergenza nazionale che offende i valori della Costituzione" ha ricordato Sbarra. "Vogliamo per questo lanciare un messaggio chiaro alla politica ed alle associazioni imprenditoriali. Non possiamo abbassare la guardia, dobbiamo fermare questa strage. La sicurezza è un investimento non un costo".

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