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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Teste mozzate e fatine sadomaso: la rivolta dei genitori di Cremona per i poster in città

É bufera su 'Affiche', l'annuale mostra a cielo aperto organizzata nella città lombarda. Esposte le opere dell'illustratrice Nicoletta Ceccoli, ritenute ambigue e fuorvianti per un pubblico infantile. Genitori e insegnanti sul piede di guerra, ma il sindaco Galimberti tace (e i cartelli restano affissi)

Una bambina angelica che mozza la testa a un coniglio di peluche. É questa l'immagine che campeggia da giorni in una via di Cremona, nei pressi di un asilo, e che ha fatto mobilitare decine di genitori. Affiche, l'annuale mostra a cielo aperto organizzata nella città lombarda dall'associazione Tapirulan - e patrocinata dal Comune - ha ospitato per la nona edizione i disegni di Nicoletta Ceccoli, illustratrice di San Marino famosa per la sua arte onirica in cui non mancano mondi immaginari poco rassicuranti e personaggi angoscianti. Un'esposizione lunga 20 chilometri con 43 opere piazzate negli spazi solitamente riservati alle affissioni pubblicitarie, dove il coniglio sgozzato non è l'unico disegno a preoccupare i genitori. C'è anche una fatina che sottomette Pinocchio con una frusta, in atteggiamenti sadomaso.

Messaggi chiaramente ambigui - a volte violenti, altre ipersessualizzati - che turberebbero i bambini. L'autrice stessa in qualche modo lo ammette, rispondendo a uno dei tanti messaggi di condanna su Facebook: "Non le ho pensate affatto per bambini, è questo l'equivoco". Equivoco al quale l'amministrazione comunale di Cremona avrebbe dovuto rispondere, e invece ancora tace. Perché se da un lato è vero - come spiega Tapirulan sul suo sito - che la mostra non è dedicata espressamente ai bambini, dall'altro è anche vero che il carattere fantasioso di queste illustrazioni, sparse per la città, attira la loro attenzione e il contenuto, secondo i genitori, li disorienterebbe.

La denuncia di un papà: "Non siamo mai stati ascoltati"

Genitori, ma anche parecchi insegnanti, si sono mobilitati fin da subito, chiedendo all'amministrazione comunale la rimozione di certe affissioni, come dichiara a Today.it Giovanni, papà di una bambina di 7 anni. "La nostra mobilitazione è partita quando abbiamo visto che per le strade campeggiavano queste affissioni e abbiamo preso una posizione di denuncia - spiega - Siamo certi che il bene dei nostri figli derivi anche dalla fruizione di un certo tipo di arte che è congeniale alle loro categorie mentali e che vada di pari passo con la loro capacità di apprendimento. Il loro stadio intellettivo è tale per cui noi genitori siamo in grado di conoscere fino a dove certi contenuti possono fare male e fin dove possono essere cosa buona. Avendo visto queste locandine e il tipo di mostra, abbiamo capito che non fosse un bene per loro. Questo è stato il nostro giudizio". 

"Non abbiamo mai voluto stigmatizzare l'artista né la mostra di per sé - continua il signor Giovanni - quanto la scelta dell'amministrazione comunale di aderire in modo così entusiastico alla cosa, al punto da affigere delle immagini molto discutibili in luoghi strategici, in prossimità delle scuole, soprattutto delle scuole primarie e degli asili". Segnalazioni culminate con una manifestazione, che si è tenuta domenica 11 ottobre sotto il Comune, ma senza risultati. La rimozione delle opere 'incriminate' non solo non è avvenuta, ma i disegni continuano ad essere affissi nonostante la mostra sia terminata da diversi giorni: "Noi ancora oggi vediamo questi manifesti campeggiare, questo significa che non siamo mai stati ascoltati".

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La reazione dei bambini

Una battaglia combattuta per i bambini, ma come hanno reagito i bambini davanti a queste illustrazioni? "A mia figlia, che ha 7 anni, gliele ho mostrate io - spiega ancora Giovanni - Ero curioso di capire come avrebbe potuto reagire. Il suo giudizio non era di profondo turbamento, ma alcune cose le facevano paura o comunque la disorientavano. Ho raccolto testimonianze anche di altri genitori e la sensazione era sempre quella: sconcerto nel vedere accostate figure di dolci fanciulle con chiari riferimenti a fate e principesse del mondo delle fiabe con elementi oscuri e surreali tratti dal repertorio horror. Disorientamento, quello sì e anche un senso di paura nel soffermarsi a guardarle".

Nessuna risposta da parte del sindaco di Cremona

A sposare la battaglia dei genitori di Cremona, CitizenGo. L'associazione attivista si è battuta in prima linea per chiedere la rimozione delle immagini, promuovendo una petizione che è arrivata a 13 mila firme e scendendo in piazza domenica. Non solo la rimozione non è mai avvenuta, ma il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, continua a tacere. "Abbiamo chiesto un'azione di rimozione immediata insieme a 13 mila famiglie che hanno firmato la petizione - dichiara a Today Matteo Fraioli, direttore di CitizenGo Italia - Il sindaco Galimberti non si è esposto e continua a non esporsi. Com'è possibile che un'autrice che definisce la propria arte un po' horror e sensuale, con certi contenuti, possa arrivare a essere patrocinata dal comune di Cremona ed essere pubblicizzata davanti alle scuole? Esiste una commissione cultura che deve vagliare un progetto, ma l'amministrazione l'ha scavalcata. Noi di CitizenGo siamo sconvolti che Galimberti non risponda. Si è fatto un mondo totalmente suo. Essendo un sindaco deve stare in contatto con i cittadini, ma a quanto pare non lo fa".

"Basta turbare l'infanzia dei nostri figli"

É stato questo il grido di genitori e insegnanti che domenica hanno protestato sotto il Comune per le immagini ambigue e fuorvianti protagoniste di Affiche. "La bambina che taglia la testa al coniglio, la fatina che tiene a bada Pinocchio con una frusta, sono immagini chiaramente allusive - prosegue il direttore di CitizenGo Italia - Per un pubblico adulto passano, ma non per un pubblico infante. Questo tipo di arte ha anche un carattere fantasioso, quindi attira l'attenzione del bambino, ma i messaggi che porta sono complessi e vissuti dall'autrice in una certa maniera e con una certa ambiguità. Ovviamente è lecito per lei esporre, secondo quelli che sono i suoi criteri di arte, ma non è lecito che un'amministrazione pubblica sponsorizzi con soldi pubblici questo tipo di progetti all'interno della città". 

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