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Venerdì, 19 Aprile 2024
I motivi

Nati morti triplicati durante il lockdown: lo studio italiano

Uno studio realizzato da un team dell'Università Sapienza di Roma, spiegato i motivi per cui durante il periodo di isolamento, è triplicato il numero di nati morti. E il Covid non c'entra

Soltanto adesso, a diversi mesi dall'inizio della pandemia, si iniziano a vedere alcuni effetti provocati dal lungo lockdown vissuto in primavera per contrastare i contagi: durante il periodo di isolamento è triplicato il numero dei nati morti. A rivelarlo è uno studio italiano condotto dal team di Mario De Curtis dell'Università Sapienza di Roma pubblicato su 'Archives Disease in Childhood'. L'Italia, ricordano i ricercatori, è stato in Europa il primo Paese colpito violentemente dall'onda epidemica. Le drastiche misure adottate nell'immediato per frenarla, anche se certamente necessarie, hanno determinato una serie di effetti negativi e in particolare una crisi economica e sociale che ha interessato milioni di persone.

Il triplo dei nati morti durante il lockdown

Nel periodo del lockdown si sono verificati anche la sospensione e un rinvio dei controlli sanitari che hanno riguardato anche le donne in gravidanza. "Abbiamo effettuato uno studio epidemiologico per determinare i principali dati perinatali della regione Lazio, dove vivono circa 5,8 milioni di persone e nascono circa il 10% di tutti i nati italiani", spiega De Curtis. Lo studio retrospettivo ha valutato il numero di tutti i nati, dei nati molto pretermine (<32 settimane di età gestazionale), moderatamente pretermine (32-36 settimane), a termine (37-41 settimane) e post termine (>41 settimane). E' stato determinato il numero dei nati morti e dei tagli cesarei (sono stati considerati come nati morti tutti i neonati non vitali alla nascita con un'età gestazionale maggiore di 22 settimane).

L'indagine ha preso in considerazione tutti i nati dei centri nascita della regione nei mesi di marzo, aprile, maggio 2020, cioè del periodo del lockdown. Questi dati sono stati paragonati agli stessi osservati nello stesso periodo del 2019. "Per evitare fattori confondenti sono stati presi in considerazione solo i neonati singoli e non i nati da gravidanze multiple". Ebbene, "si è registrata una diminuzione del numero dei nati. Questo fenomeno è linea con la diminuzione della natalità che è presente in Italia e nel Lazio da più di 10 anni", si legge nello studio. Ma "si è osservato un aumento di 3 volte dei nati morti".

I motivi di questo aumento: il Covid non c'entra

Questo dato sembrerebbe essere non l'effetto dell'infezione da Covid-19, anche perché l'incidenza della malattia nelle donne in gravidanza nell'Italia centrale, secondo l'Istituto superiore di sanità, è stata molto bassa (circa 1 per 1.000). Sembrerebbe, piuttosto, essere la conseguenza del fatto che molte donne, per paura di contrarre l'infezione in ospedale, non hanno effettuato adeguati controlli in gravidanza. L'aumento della natimortalità è stato segnalato anche recentemente in un ospedale di Londra ('Jama') e in uno studio effettuato in Nepal (riportato anche su 'Nature'). La diminuzione dei nati moderatamente pretermine (i nati tra 32 e 36 settimane), che rappresentano la gran parte dei nati pretermine (prima di 37 settimane di età gestazionale), può essere interpretato "come effetto del riposo forzato, della sospensione del lavoro fuori casa, della ridotta attività fisica a cui sono state costrette anche le donne in gravidanza durante il lockdown", continuano i ricercatori.

La prevenzione della natimortalità "è un dato che dovrebbe essere tenuto presente nei prossimi lockdown che vengono annunciati", sottolineano gli autori. Questo studio conferma inoltre che il riposo rappresenta un fattore molto importante per ridurre la prematurità che riconosce vari fattori scatenanti e rappresenta una delle cause principali della mortalità infantile.

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