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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Nave italiana attaccata dai pirati in Messico: equipaggio derubato, ci sono feriti

Un commando composto da 7-8 persone ha assaltato la "Remas" nel Golfo del Messico. Due marittimi sarebbero stati colpiti, ma nessuna delle persone a bordo è in pericolo di vita

Una nave italiana è stata attaccata da un commando di pirati mentre si trovava nelle acque del Golfo del Messico. Secondo informazioni riportate dalle agenzie di stampa, ad assaltare la “Remas” sarebbe stato un gruppo di 7-8 pirati, che ha raggiunto la nave italiana con due barchini veloci. Una volta a bordo il commando ha aperto il fuoco contro l'equipaggio, derubandolo di quanto possibile.

Due marittimi italiani sono rimasti feriti nell'assalto, un pugliese colpito da un oggetto contundente alla testa ed un ravennate ferito da un colpo d'arma da fuoco al ginocchio: nessuno dei due è in pericolo di vita.

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Messico, nave italiana attaccata dai pirati: a bordo 35 persone

Dopo aver rubato la refurtiva i pirati hanno abbandonato l'imbarcazione e si sono allontanati. Al momento dell'assalto, sulla nave si trovavano 35 persone, compreso un ufficiale della Marina mercantile messicana, che ha poi coordinato i contatti con le autorità locali. I due feriti sono stati sbarcati nel porto di Ciudad del Carmen, dove la "Remas" è arrivata scortata da una unità militare messicana e dove si trovava il personale medico allertato per soccorrere i due marittimi.

Messico, nave italiana attaccata dai pirati: la Farnesina segue il caso

L'Unità di Crisi del ministero degli Esteri segue con la massima attenzione e in raccordo con l'ambasciata d'Italia a Città del Messico il caso della nave italiana attaccata da un gruppo di pirati nel Golfo del Messico. La conferma arriva dalla Farnesina.

Messico, nave italiana attaccata dai pirati: cosa fa la "Remas"

La "Remas", la nave dell'armatore ravennate Micoperi attaccata oggi da pirati in Messico, è un Offshore Support Vessel (Ovs), un'imbarcazione di supporto per le operazioni offshore di petrolio e gas. Nasce come nave progettata appositamente per accedere e operare nel mar Caspio. Dal design all'avanguardia, la sua flessibilità le permette di supportare differenti tipologie di operazioni offshore, tra cui immersioni, supporto alle piattaforme e sistemi di navigazione subacquea controllati da remoto (Rov). "Remas" è lunga 75,42 metri, larga 16,40 metri e il pescaggio massimo è di 5,5 metri. La sua ampiezza contenuta le permette la navigazione anche in canali stretti e nei fiumi. Al momento dell'assalto dei pirati l'equipaggio era comporto da 35 membri, ma la nave è studiata per averne 59 e un massimo trasportabile di 60.

Navi attaccate dai pirati in Messico: i precedenti

L'attacco alla nave italiana 'Remas' non è certo un caso isolato. Negli ultimi anni, le acque del Golfo del Messico sono state teatro di centinaia di episodi di pirateria ai danni delle piattaforme petrolifere offshore o delle navi di supporto, come quella assaltata da un commando di uomini armati, che ha ferito due marittimi italiani. "Anche se il furto di benzina, gasolio e petrolio è un fenomeno vecchio di decenni, negli ultimi quattro anni c'è stato un aumento delle attività criminali", ha riferito a Fox News Johan Obdola, fondatore della Global Organization for Security. Da quando è entrato in carica nel dicembre dello scorso anno, il presidente messicano Andrés Manuel Lopez Obrador ha promesso di fare del furto di pterolio una delle priorità per la sicurezza nazionale. A gennaio di quest'anno le autorità hanno chiuso numerosi oleodotti della Pimex (l'azienda petrolifera statale), nel tentativo di ridurre i furti e gli atti di pirateria. Obrador si è anche impegnato a mantenere una sorveglianza marittima continua, per fermare i pirati.

Ma secondo i dati del Maritime Herald, i furti, le aggressioni e i saccheggi, compresi quelli ai danni delle navi, sono cresciuti nel 2018 del 310 per cento e sono in aumento anche quest'anno. Gran parte degli atti di pirateria si sono concentrati contro le piattaforme della Pemex, con proventi per organizzazioni criminali stimati nell'ordine di un miliardo di dollari all'anno. Negli ultimi due anni, la marina messicana ha presentato oltre 300 rapporti relativi al furto di idrocarburi dalla petroliere e di altri materiali e attrezzature, che vengono poi rivenduti al mercato nero. Gli investigatori messicani hanno anche documentato numerosi casi di atti di pirateria ai danni di navi petrolifere, trasferimenti di petrolio da una nave all'altra e assalti alle piattaforme petrolifere a scopo di rapina. Altri episodi hanno interessato imbarcazioni di turisti che navigavano nelle acque messicane.

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