Quanti neonati vengono affidati agli ospedali ogni anno?
Vista l'attenzione mediatica che ha portato a dibattiti, polemiche e, anche e purtroppo, alla diffusione di dati a volte personali e a volte discordanti, facciamo chiarezza grazie alla SIN, ovvero la Società Italiana di Neonatologia
Due neonati affidati alle cure degli ospedali in tre giorni: il piccolo Enea, lasciato nella Culla per la vita della Clinica Mangiagalli di Milano, e una bimba nata in un capannone dismesso, in zona Quarto Oggiaro, e poi portata dalla madre all'Ospedale Buzzi. Ma quanti sono i bambini affidati ogni anno agli ospedali? E quali sono le storie dietro a questi numeri? Vista l'attenzione mediatica, che ha portato a dibattiti, polemiche e, anche e purtroppo, alla diffusione di dati a volte personali e a volte discordanti, la SIN, ovvero la Società Italiana di Neonatologia, ha deciso di intervenire per fare chiarezza.
Tutti i numeri
Il dato di “3000 neonati abbandonati ogni anno”, utilizzato in più riprese, è ormai superato, fa sapere la SIN, in quanto risalente al 2005. Il dato più recente disponibile è invece quello emerso dall'ultima indagine* realizzata tra luglio 2013 e giugno 2014: condotta su un campione nazionale di 100 centri nascita, la ricerca parla di un numero molto più basso, ovvero di 56 neonati non riconosciuti dalle mamme italiane su un totale di 80.060 bambini nati. Pertanto, il fenomeno dei bambini non riconosciuti alla nascita incide a livello nazionale per circa lo 0,07% sul totale e, quindi, riguarderebbe circa 300 neonati nel 2022. Dati più recenti, e dunque aggiornati, non sono disponibili.
Dietro a questi numeri ci sono donne di tutte le età e condizioni sociali, che vivono con difficoltà la maternità e che, per motivi diversi, ritengono di non avere alternative. Ci sono disagi economici e sociali, oppure la solitudine, ma sono scelte coraggiose, dettate dalla volontà di dare un futuro migliore al bambino. Nel 62,5% dei casi si tratta di neonati non riconosciuti da madri straniere e nel 37,5% da mamme italiane, con un’età compresa tra i 18 e i 30 anni nel 48,2% dei casi.
Partorire in anonimato per proteggere il bambino
"Lasciare un bambino alle cure degli ospedali è sicuramente una decisione estrema e dolorosa", afferma il Dott. Luigi Orfeo, Presidente della SIN. “Dobbiamo però considerare che la possibilità di affidare i neonati a queste strutture, dà loro la possibilità di essere assistiti al meglio ed immediatamente. Ciò garantisce a questi bambini una migliore prospettiva di vita, rispetto a quelli che ancora, purtroppo, vengono lasciati in altri luoghi, in situazioni non protette e rischiose". La grande opportunità che prevede il nostro sistema legislativo è il parto in anonimato, come ricorda Orfeo: dopo il parto in ospedale, la mamma può lasciare il piccolo nella struttura senza riconoscerlo e restando completamente anonima. Ad occuparsene sarà il personale competente, almeno sino all’affidamento ad un’altra famiglia. Sino al lieto fine, come quello di Enea, che ha già trovato una mamma e un papà.
Riprese e montaggio Alberto Pezzella, Today.it
*L'indagine è stata effettuata dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN) in collaborazione con ninna ho, progetto a tutela dell’infanzia abbandonata, promosso da Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus e dal Network KPMG in Italia.