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Martedì, 16 Aprile 2024
Dati e grafici

Perché in Italia ci sono così tanti incidenti mortali sulle strade

Nel nostro Paese si muore di più che in Germania, Regno Unito e Spagna. Le cause principali sono distrazione, mancato rispetto delle norme e velocità eccessiva. E c'è un altro aspetto molto spesso taciuto: sulle nostre strade ci sono troppe auto

In Italia di sicurezza stradale si parla poco, anzi anche meno di poco, eppure gli incidenti mortali sono all'ordine del giorno. Non è solo una frase fatta. Secondo i dati di Istat e Aci nel 2021 le vittime della strada sono state 2.875, in aumento del 20% rispetto all'anno precedente (il dato è viziato dalla ripresa della mobilità dopo la pandemia), mentre nel primo semestre del 2022 si sono contati 1.450 morti, dato ancora una volta in aumento rispetto allo stesso periodo del 2020 (+15,3%). E ancora: nelle prime settimane del 2023 ci sono stati già 85 decessi solo nei fine settimana. I numeri questa volta sono dell'Asaps, associazione amici e sostenitori della Polizia stradale. Nel dato vengono considerate le vittime registrate nelle 72 ore che vanno dalla mezzanotte del venerdì alle 24 della domenica. 

L'ultima tragedia è avvenuta a Roma dove cinque giovanissimi hanno perso la vita la notte scorsa dopo che l'auto su cui viaggiavano si è ribaltata. La domanda dunque è più che mai di stretta attualità: stiamo facendo abbastanza per ridurre i morti sulle strade? Il presidente Asaps, Giordano Biserni, non ha dubbi. In Italia, dice, "manca una cultura della sicurezza, ormai sgualcita rispetto alla comunicazione dei decenni precedenti. Sono calate a picco negli ultimi dieci anni le pattuglie sulle strade, anche di notte". 

Incidenti stradali: in Italia si muore più che in Francia, Germania e Spagna

I numeri degli incidenti sembrano purtroppo dargli ragione. A fotografare la situazione è l'ultimo report dell'European transport safety council (Etsc), organizzazione no profit con sede a Bruxelles impegnata a ridurre il numero delle vittime della strada. Ebbene, nel 2021 in Italia si sono contati 48 morti per milione di abitanti, mentre in Francia sono stati 45, in Spagna 31,8 e in Germania e Regno Unito rispettivamente 30,9 e 23,9. Un dato dunque, quello italiano, tutt'altro che confortante se paragonato alla mortalità di altri Stati europei simili per caratteristiche.

Ci sono Paesi che fanno peggio del nostro, è vero, ma questo non può consolarci. Anche perché il calo della mortalità, che pure dal 2011 ad oggi c'è stato, non ci vede affatto tra gli Stati più virtuosi, come sarebbe stato lecito aspettarsi visto che i numeri di partenza erano comunque più alti di altri Paesi a noi simili. Nel dettaglio, negli ultimi 10 anni in Italia i morti sono scesi del 26,8%, in Francia del 25,6% e in Germania del 35,9%.

Le cause degli incidenti 

Secondo l'Etsc un terzo delle collisioni mortali registrate nei Paesi dell'Unione europea avviene a causa della velocità eccessiva e inappropriata. Correre troppo ovviamente non è l'unico motivo di incidenti. Sulle strade italiane, lo segnala il rapporto Aci-Istat, i fattori che incidono di più in città sono la distrazione alla guida e il mancato rispetto della precedenza, mentre sulle strade extraurbane le cause principali di incidenti sono la guida distratta, l'andamento indeciso e la velocità. Non sempre però dietro le tragedie c'è un comportamento errato del conducente. Tra i fattori di rischio che vengono presi in considerazione da chi si occupa di sicurezza, c'è anche lo stato dei veicoli e delle stesse strade (che in Italia sono tutt'altro che impeccabili...), senza contare l'abuso di alcol e sostanze stupefacenti prima di mettersi alla guida.

In Italia ci sono troppe auto 

Forse però bisognerebbe farsi anche un'altra domanda. E vale a dire: non è che gli italiani usano troppo l'automobile? In effetti sembrerebbe essere così. Stando ai dati di Acea (European automobile manufacturers' association) in Italia ci sono 666 auto ogni mille abitanti, un dato altissimo che ci vede secondi in Ue alle spalle del Lussemburgo. In Germania, per fare qualche esempio, il numero è di 580, in Francia 570 e in Spagna 532.

È un fatto poi che nel nostro Paese il trasporto pubblico abbia sempre fatto fatica ad imporsi, così come sono poco utilizzati mezzi alternativi all'automobile come bici o monopattini (anche per mancanza di infrastrutture). Il risultato è che per spostarsi gli italiani usano la macchina, un'abitudine che neppure la pandemia è riuscita a scalfire. 

Il piano per ridurre del 50% la mortalità entro il 2030

Il quadro dunque è piuttosto desolante, anche se - è comunque bene ribadirlo - negli ultimi 10 anni c'è stato comunque un calo importante degli incidenti mortali. L'obiettivo indicato nel Piano nazionale sicurezza stradale 2030 messo a punto dal ministero delle Infrastrutture è ambizioso: ridurre del 50% entro il 2030 le vittime e i feriti gravi degli incidenti rispetto al 2019.

Per raggiungere il target sono previsti interventi su più fronti: miglioramento delle infrastrutture stradali, implementazione delle così dette 'zone 30' nelle città (ne abbiamo parlato qui), una più efficace azione di controllo, ma anche campagne di sensibilizzazione. Un aiuto potrà forse arrivare dalla tecnologia. Oggi anche le auto di fascia medio-bassa sono dotate di sistemi di ausilio alla guida che le rendono molto più sicure che in passato. Il parco auto italiano però è piuttosto vetusto: l'età media delle vetture è infatti prossima ai 12 anni. 

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