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Giovedì, 28 Marzo 2024
La riapertura prossima ventura

Il nuovo decreto di Draghi e il coprifuoco alle 23

Palazzo Chigi studia la nuova norma che modificherà l'orario del ritiro. Ma ogni decisione potrebbe essere rimandata al 22 o al 24 invece che arrivare il 17. Perché così l'esecutivo avrebbe il tempo per studiare l'andamento della curva dei contagi. E cambiare i parametri dei colori delle Regioni

Il coprifuoco resta anche se l'orario di ritiro verrà probabilmente allungato fino alle ore 23. L'idea di portare il coprifuoco a mezzanotte da lunedì 17 maggio sembra perdere punti nel governo Draghi anche se nel nuovo decreto che l'esecutivo si prepara a varare si potrebbe arrivare a una revisione dei parametri che determinano il cambio di colori delle regioni. E al posto dell'indice di contagio potrebbe diventare determinante l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva. 

Il nuovo decreto di Draghi e il coprifuoco alle 23

Nel nuovo decreto del governo Draghi ci sarà anche altro: il settore del wedding ripartirà a metà giugno mentre i centri commerciali potranno tornare ad accogliere clienti anche nei fine settimana forse già dal 22 maggio. Ma attenzione a questa data perché potrebbe essere determinante. In teoria infatti si attende il nuovo provvedimento sulle riaperture entro il 17 maggio, che dovrebbe essere la prima data utile per varare la modifica del coprifuoco. Essendo un lunedì, per quella data potrebbero anche entrare in vigore le eventuali ordinanze sulle zone nelle regioni

Ma per adesso una cabina di regia nel governo e il successivo consiglio dei ministri che mette a punto le decisioni non sono ancora in programma. Perché Draghi potrebbe anche convocare le riunioni nel week end tra il 15 e il 16 maggio. Dopo aver valutato i dati del contagio presenti nel report dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute. E dopo aver soppesato anche quello che ha fatto notare il ministro Roberto Speranza. Ovvero, spiega oggi il Corriere della Sera, che le misure per il lockdown di Natale, con tutta l'Italia in zona arancione o rossa fino al 7 gennaio, avevano raffreddato la curva dei contagi ma l'effetto si rese apprezzabile a 22 giorni di distanza, ovvero il 29 gennaio. 

Quel giorno si era toccata la soglia più bassa di contagi. E proprio il parametro delle tre settimane potrebbe essere utilizzato per valutare le riaperture del 26 aprile. Ovvero l'ultimo decreto dell'esecutivo. Le tre settimane scadono esattamente il 17 maggio. E quindi il nuovo decreto il governo potrebbe vararlo dopo quella data. E farlo entrare in vigore a partire dalla settimana successiva o da quel week end. E quindi il 22 o il 24 maggio. Intanto tra il 5 e il 20 giugno chiudono le scuole. Lo stop alle lezioni in presenza dovrebbe giovare all'indice di contagio Rt. 

In più il 15 maggio scade l'ordinanza che impone la quarantena di 5 giorni a chi entra in Italia da un Paese europeo e Speranza e Di Maio hanno già detto che non sarà rinnovata, per favorire il turismo. La quarantena per chi rientra dagli Stati Uniti potrebbe finire due settimane più tardi: il 3 giugno i ministri della Salute del G7 discuteranno la proposta di Speranza che ha chiesto a Usa, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania e Giappone di far cadere reciprocamente l'obbligo di isolamento. 

Il coprifuoco a mezzanotte dal 17 o dal 22 maggio?

La verifica dei prossimi giorni sarà poi l'occasione per indicare anche gli interventi che interessano quei settori che non hanno ancora ripreso l'attività. Il wedding, ad esempio, dovrebbe ripartire il 15 giugno; e una data dovrebbe arrivare anche per le piscine al chiuso. Il centrodestra è in pressing per anticipare già a lunedì prossimo l'apertura dei ristoranti al chiuso e delle palestre (prevista invece per il 1 giugno), dei centri commerciali nei fine settimana mentre per i parchi tematici si punta al primo giugno (ora fissata al primo luglio) ma difficilmente le richieste verranno accolte.

Poi c'è il problema dell'indice di contagio Rt. Le Regioni chiedono di rivedere il parametro. Con il sistema in vigore se si va sopra l'1 si rischia di passare in zona arancione e sopra l'1,25 arriva la zona rossa. Con i numeri di oggi, scrive l'agenzia di stampa Ansa, tre grandi regioni rischiano il passaggio: Lombardia, Veneto e Campania. "A partire dalla prossima settimana l'Rt rischia di aumentare e ci potranno essere nuove zone arancioni - conferma l'analisi del Gimbe - ma se il governo dice che le riaperture sono irreversibile a questo deve corrispondere un cambiamento dei parametri". Mercoledì ci sarà una riunione tra il ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, Roberto Speranza e le Regioni con queste ultime che continuano a chiedere di tenere in considerazione per l'attribuzione dei colori non più l'indice di diffusione del contagio ma l'Rt ospedaliero e la percentuale dei vaccinati tra le categorie più a rischio. 

Ma intanto nella maggioranza c'è fibrillazione. "La priorità è riaprire. Basta con il coprifuoco, fidiamoci degli italiani. Già a inizio maggio si può prendere atto che i dati migliorano. Bisogna premiare gli italiani", ha detto ieri Matteo Salvini. "Conto che entro la settimana il governo prenda atto che non si può continuare a tenere chiuse centinaia di attività. Si può tornare a vivere", ha aggiunto il leader della Lega.

Intanto le scene di rilassamento e abbandono delle precauzioni sanitarie viste in Spagna nella notte tra sabato e domenica, la prima senza coprifuoco in gran parte del Paese, hanno fatto scattare l'allarme tra gli epidemiologi, che temono un aumento di contagi di Covid soprattutto fra i giovani. Siccome questa fascia della popolazione non è ancora vaccinata, per queste persone "i rischi e le probabilità di contagiarsi sono le stesse di prima" ha detto in conferenza stampa Fernando Simón, responsabile dell'emergenza Covid del ministero della Sanità.

"Fino a due giorni fa", ha affermato, "avrei detto che avevamo buone possibilità di evitare una quarta ondata. Adesso non lo so". La sua speranza, ha aggiunto, è che un eventuale incremento dei casi sia "circoscritto" e non generalizzato. "Non c'è dubbio che nei prossimi giorni ci sarà un'esplosione di casi, perché i gruppi che sono stati più coinvolti in questo tipo di attività sono proprio quelli meno protetti", ha sostenuto da parte sua l'epidemiologo Quique Bassat, intervistato dalla televisione pubblica spagnola (Rtve). "C'è il rischio di un'ondata o incremento dei casi in estate tra persone più giovani", ha aggiunto Daniel López Acuña, consultato dalla stessa televisione.

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