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Giovedì, 28 Marzo 2024
Tra le pieghe del nuovo decreto

Nuovo Dpcm: il rebus (già risolto) del divieto di asporto dopo le 18

Nessun via libera ai bar, viene consentito con il nuovo decreto l'asporto solo fino alle 22 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande. La precisazione del Ministero della salute arriva dopo i dubbi di Decaro (Anci), che si chiedeva: "Scuole chiuse ma movida libera?". Il Dpcm sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile

In molti si erano domandati il senso della decisione. Ne seguono polemiche e precisazioni, fino alla precisazione del ministero che arriva a tarda serata. Resta il divieto di asporto dopo le ore 18 per i bar: la possibilità di asporto fino alle 22 varrà solo per enoteche e simili. Lo precisa il ministero della Salute in una nota, dopo le polemiche sollevate in particoalare dal presidente dell'Anci Antonio Decaro, per quello che sembrava un via libera ai locali.

Nuovo Dpcm e il rebus dell'asporto dopo le 18

"A proposito delle notizie di stampa riguardanti la disciplina delle 'attività dei servizi di ristorazione' in relazione all'asporto, si precisa - recita la nota - che è rimasto il divieto di asporto per le attività dei bar (codice ATECO 56.3) dopo le 18, come per gli altri esercizi commerciali della stessa tipologia. Viene consentito ora l'asporto solo fino alle 22 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25). Resta, ovviamente, vietato il consumo sul posto".

Dopo l'approvazione del nuovo Dpcm 2 marzo 2021, era stato Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci, a farsi sentire: "Scuole chiuse ma movida libera. Il nuovo Dpcm sembra dire esattamente questo. Con una mano si chiudono le scuole e con l'altra si elimina il divieto di asporto per tutti dopo le 18, favorendo così di fatto gli assembramenti nei luoghi della movida e nei pressi di bar e locali frequentati per lo più dai ragazzi".

La possibilità di asporto fino alle 22 varrà solo per enoteche e simili 

"Se si consente l'asporto di bevande e drink si favoriscono gli assembramenti. Lo abbiamo detto e ripetuto al precedente governo così come all'attuale. Anche oggi. Le uniche misure di restrizione sembrano riguardare le lezioni in presenza. Gli stessi ragazzi che il Governo dice di voler preservare dai luoghi del contagio, consentendo la sospensione delle lezioni in presenza, vengono autorizzati ad affollare i luoghi della movida".

Lamentava Decaro: "Sinceramente così a non capire il senso delle norme non sono soltanto genitori, ragazzi e cittadini in genere, ma anche noi sindaci che rischiamo di diventare solo il bersaglio delle richieste di fare controlli senza averne neanche la competenza. Ci aspettiamo quantomeno una spiegazione visto che nessun componente dell'esecutivo presente oggi nella cabina di regia ha sollevato l'argomento né ha parlato di questa norma di liberalizzazione dell'asporto che si stava pensando di introdurre".

Rebus risolto nel giro di poche ore. La possibilità di asporto fino alle 22 varrà solo per enoteche e simili (ovviamente non riguarda la Sardegna zona bianca, dove i bar aperti fino alle 21). Il Dpcm sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile 2021 e conferma, fino al 27 marzo, il divieto già in vigore di spostarsi tra regioni o province autonome diverse, con l'eccezione degli spostamenti dovuti a motivi di lavoro, salute o necessità.

Il nuovo Dpcm 2 marzo 2021 e le regioni verso la zona arancione scuro e rossa

Aggiornamento 10.55 -  "L'esclusione delle enoteche dal divieto di asporto è certamente un passo avanti. Ma il divieto, anche se ora a carico dei soli bar, rimane un provvedimento iniquo e incomprensibile". Così Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti. "Lo stop all'asporto crea un grave danno alle sole imprese di somministrazione senza cucina - bar, caffetterie, etc - mentre minimarket e grande distribuzione potranno infatti continuare tranquillamente a vendere bevande, anche alcoliche, negli orari in cui ai bar la vendita d'asporto è preclusa". "La verità - continua Banchieri - è che si limita l'attività delle imprese nella speranza di limitare la mobilità sociale: in sostanza, si colpisce l'asporto per colpire gli assembramenti. Gli assembramenti, però, continueranno comunque anche con i bar chiusi per decreto. È infatti evidente che la strategia non stia dando i frutti sperati: la cronaca di questi giorni segnala numerosi casi di feste private e 'assembramenti spontanei' di persone che niente hanno a che fare con le imprese della somministrazione. Bisogna cambiare metodo, così non funziona: si deve fare di più contro gli assembramenti, smettendola di accanirsi sulle sole imprese".

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