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Sabato, 10 Giugno 2023
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Cosa succede con i controlli di polizia con il nuovo Dpcm

Le nuove regole saranno più complicate da far rispettare. I consigli del ministero dell'Interno sull'autocertificazione e le difficoltà nel far rispettare l'ordine pubblico: "Sarà impossibile controllare tutto"

Il nuovo Dpcm è stato firmato in nottata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E mentre si attendono i dati del Comitato Tecnico Scientifico, dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero per la divisione dell'Italia in zone rosse, arancioni e verdi, al ministero dell'Interno sono consapevoli del fatto che per le forze di polizia sarà molto più complicato effettuare i controlli rispetto al lockdown di marzo. 

Cosa succede con i controlli di polizia con il nuovo Dpcm

Il Fatto Quotidiano scrive oggi in un articolo a firma di Alessandro Mantovani che la chiusura generalizzata dell'inizio dell'anno in un certo senso facilitava i controlli perché era facile "beccare" chi violava le regole. Il nuovo Dpcm invece porta con sé una serie di distinzioni che le forze dell'ordine dovranno applicare di volta in volta. Nelle zone rosse, arancioni o verdi molti andranno a lavorare anche se si incentiverà lo smart working nel pubblico e nel privato, tante attività resteranno comunque aperte, così come le stazioni che avranno un traffico passeggeri molto superiore rispetto al lockdown di marzo. 

“Non si potrà nemmeno pensare di chiudere tutti gli accessi in stazioni come Roma Termini, Milano o Napoli Centrale senza creare code. Lo stesso vale per le strade, urbane e non. “Immagini tra il Lodigiano, chiuso, e il Piacentino, che invece dovrebbe rimanere aperto”, spiega al quotidiano un questore con una certa esperienza. Tornerà l'autocertificazione, di notte e di giorno, che secondo il Viminale dovrebbe essere compilata a casa e poi firmata. Verranno cinturate le zone rosse? 

I posti di blocco ci saranno, ma “i controlli potranno essere solo a campione”, spiegano al ministero dell’Interno. Le modalità, non appena saranno emanati i provvedimenti, le stabilirà una circolare del capo di gabinetto, prefetto Bruno Frattasi, d’intesa con la ministra Luciana Lamorgese. Poi il capo della polizia Franco Gabrielli le tradurrà in indicazioni operative per le questure.

Si riproporrà anche il problema delle manifestazioni di piazza che si susseguono in varie realtà italiane, nei giorni scorsi anche con incidenti: il Viminale è già stato costretto a rifiutare ai sindaci di Firenze e Genova l’impiego dei reparti mobili (ex Celere) per controllare le zone cittadine chiuse.

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Intanto proprio ieri si è riunito il Comitato Nazionale per l’Ordine e la sicurezza, presieduto ieri dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Il punto in discussione era l'emergenza terrorismo anche se non ci sono attualmente segnali specifici che possano far presagire un imminente attentato in Italia sullo stile di quanto accaduto a Vienna e prima ancora in Francia. In ogni caso i controlli ai valichi saranno rafforzati con l'esercito. 

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