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Giovedì, 25 Aprile 2024

Violetto Gorrasi

Giornalista

Se nessuno ha il coraggio di decidere sul lockdown

Persino De Luca ha perso la "vicienzitudine", dismettendo i panni dello sceriffo di quartiere che a colpi di ordinanze cerca di frenare la corsa del virus nella sua regione. "L'ultima stupidaggine che ho sentito riguarda la chiusura di territori interi, come Milano e Napoli. Nessuno si permetta di immaginare misure ‘mezze mezze’. Per il livello di gravità a cui è arrivato oggi il contagio, le uniche misure non solo serie, ma efficaci, sono misure di carattere nazionale. Il resto è tempo perso", ha detto il governatore della Campania in una delle sue ultime infervorate dirette Facebook.

Il rimpallo governo-regioni sul lockdown nel nuovo Dpcm

Come lui Alberto Cirio (Piemonte), Attilio Fontana (Lombardia), Giovanni Toti (Liguria): i governatori respingono l'idea dei lockdown circoscritti nelle grandi città nel timore di dover pagare in prima persona il conto economico e sociale di un'eventuale stretta locale. E per questo chiedono con insistenza al governo misure nazionali, una chiusura unica e valida per tutto il Paese, una sorta di coprifuoco su tutto il territorio dopo le 18 o dopo le 21. Un tweet dell'ex ministro Andrea Orlando descrive bene l'atteggiamento ambiguo e pilatesco dei governatori: "Sono federalisti quando le cose migliorano. Centralisti quando peggiorano. Spero almeno che non attacchino le misure adottate dal governo su loro richiesta mezz'ora dopo che sono state adottate".

Il premier Conte, invece, propende per misure diversificate e restrizioni mirate decise dalle regioni a seconda dei dati sul contagio emersi dal report del Comitato tecnico scientifico. Conte immagina un piano fondato sulle zone rosse più a rischio, con le restrizioni che scattano sui singoli territori automaticamente se l'indice Rt supera un certo livello di guardia.

Il sonno del nuovo Dpcm genera mostri

Visioni opposte. Il capo del governo non vuole chiudere tutto il Paese, i governatori non vogliono lockdown regionali. E staremo a vedere se dopo questa impasse per molti versi imbarazzante si arriverà ad una sintesi-compromesso tra governo e regioni, se Conte terrà il punto sulla sua linea o se la spunteranno i governatori. Nel frattempo, il sonno del nuovo Dpcm - il quarto in appena due settimane - genera mostri.

La verità è che le "ordinanze di Cenerentola" (tutti a casa prima che si rompa l'incantesimo del contagio!) con un coprifuoco tardo-pomeridiano non bastano più, ma nessuno vuole prendersi l'onere di una scelta difficile come quella del lockdown. La verità è che nessuno vuole assumersi la responsabilità di varare provvedimenti fortemente impopolari, forse necessari sul piano della salute pubblica ma deleteri per l'economia del Paese, guardando - persino in un momento tragico come questo - al proprio orticello del consenso e giocando allo scaricabarile istituzionale, mentre il virus corre e non attende. Non rimane molto tempo. La verità è che ci vuole coraggio per decidere, ma nessuno a quanto pare ne ha.

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