rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024

Alessandro Rovellini

Direttore responsabile

No, i novax "istruiti ma dubbiosi" non vanno compatiti

Immaginate un mondo con i “pro belt” e i “no belt”. Chi vuole mettere la cintura in auto e chi non la mette. Questi ultimi dicono che la cintura stringe troppo, e che può provocare escoriazioni al collo. A supporto del loro scetticismo, portano i dati dei morti in incidenti stradali: qualcuno deceduto indossava la cintura. La narrazione ovviamente è monca. Nel computo, non ci sono milioni di persone salvate. Perchè la cintura fa una cosa semplicissima: ti incolla al sedile riducendo le conseguenze dell’impatto (arti, tronco, testa). Senza, i corpi si muovono come fantocci negli abitacoli. E si muore. Quasi sempre. Nessuno si sognerebbe di difendere i “no belt”. Nessuno, con un minimo di sale in zucca, penserebbe che vanno compatiti, compresi. Mettere la cintura salva la vita. E’ pacifico e accettato. Se la gente non lo fa, interviene il Codice della strada con l’obbligo.

Sui vaccini, per qualche motivo esacerbato da comunicazioni istituzionali claudicanti, non si mantiene la stessa lucidità. Perchè fanno la stessa cosa: proteggono da eventi (in questo caso le malattie) potenzialmente letali. Qualche volta con una copertura pressoché totale, qualche volta. meno. L’obbligo vaccinale palesato dal presidente del Consiglio Draghi - è facilissima previsione - creerà malumori e proteste. E il tutto ha un fondo: il libero arbitrio sulla propria salute. Che, si badi bene, non è il diritto a contagiare gli altri e intasare le terapie intensive. Se, e soprattutto, la scienza ha in mano un’arma efficace e funzionante.

In un video del 2017, il duo filosofico Tlon, usando mille preamboli vuoti, invita a “non giudicare” chi decide liberamente di non vaccinarsi, come se fosse una scuola di pensiero, un ideale, una corrente salutista. Il vaccino è accostato “all'ideologia”. Non mi vaccino e deve essere “una tua rispettabile scelta”. Non c’è alcuno stigma sociale, invero presente nei confronti di chi fuma, di chi si droga, di chi è alcolizzato. Chi si massacra di eroina è prima evitato, poi isolato, poi emarginato nell’oblio e infine, forse, aiutato. I “no vax” no. Hanno “diritto di scelta”. Ed è un pensiero che si inerpica, sospinto da una destra becera e populista, anche in chi il vaccino l’ha fatto, ma “controvoglia”. Perchè “è terapia genica”. Perchè “è sperimentale”. Perchè “non si conoscono le conseguenze”. Proprio come i fascisti dicono di non essere “nè di destra nè di sinistra”, i novax “non sono anti-vaccino ma sono per la libertà vaccinale”.

Qualche anno fa, in una conferenza all’Istituto di oncologia molecolare di Milano, il gerontologo Valter Longo disse una cosa (vado a memoria) che mi colpì molto: “La vita umana si può allungare. E forse si sa anche come. Ma lo scoglio più grande è costringere le persone oggi, giovani e sane, a prendere terapie in pastiglie che un domani, da anziane, ne aumenteranno la longevità”. In letto di morte si è disposti a qualsiasi manovra invasiva pur di salvarsi. I meccanismi intellettivi, tuttavia, faticano a concepire “lo scudo preventivo” che porta a rarissime conseguenze: febbre, malessere, in poche decine di casi tromboembolie su milioni di dosi. Come si fa a essere così ciechi e non vedere i benefici sui rischi? In due anni di pandemia, quanti morti e quante ospedalizzazioni ancora serviranno per capire che il green pass non è contrattabile, non invade la privacy ed l’unico strumento che restituirà un mondo convivente con il virus e non soggiogato?

In ambito vaccinale non si demanda agli esperti, come l’uomo comune farebbe in qualsiasi altro comparto dell’esistenza. Ad esempio viaggiare in aereo, a 1.200 km/h orari a 39mila piedi d’altezza, è potenzialmente rischioso. Ma non ci poniamo il problema, compriamo il biglietto e confidiamo nelle competenze aeronautiche di chi ha costruito il velivolo, controllate da rigorose procedure degli enti regolatori. Fidiamoci di questo benedetto vaccino. Non blateriamo di dittature sanitarie. E soprattutto smettiamola di essere indulgenti di chi avvalla paure sciocche e immotivate, anche tra persone colte. Citando la risposta di un avvocato a una lavoratrice che chiedeva lumi, via Whatsapp, per le azioni da intraprendere a contrasto dell’obbligo di green pass in mensa, l’unica replica è una e una soltanto: “Si vaccini. E basta”. E così dovrebbero sempre terminare i ridicoli panegirici con le “persone istruite ma dubbiose”.

Si parla di

No, i novax "istruiti ma dubbiosi" non vanno compatiti

Today è in caricamento