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Venerdì, 29 Marzo 2024
la svolta / Ucraina

Il ritorno dell'olio di semi in Italia: cosa cambia per i prezzi al supermercato

Le navi in partenza dai porti dell'Ucraina possono sbloccare le difficoltà per l'approvviggionamento di alcuni prodotti alimentari, tra cui l'olio di semi di girasole. Ma dov'è finito il grano promesso?

La normalizzazione delle rotte alimentari dall'Ucraina è ancora lunga, ma qualcosa si muove, e dei prodotti che mancavano da un po' per le difficoltà legate alla guerra e che per questo avevano avuto dei forti aumenti di prezzo ora stanno tornando verso la normalità. Tra questi prodotti c'è l'olio di semi di girasole, molto richiesto in Italia per friggere, ma anche dalla stessa industria alimentare per produrre creme spalmabili e salse, ad esempio la maionese. Come altri alimentari, l'olio di semi ha subìto decisi aumenti di prezzo nei mesi scorsi, anche per i comportamenti irrazionali dei consumatori che ne avevano fatto scorta svuotando gli scaffali dei supermercati. Ora, quattro navi con prodotti alimentari sono partite dai porti ucraini del Mar Nero dopo l’accordo di Istanbul tra Ucraina e Russia mediato dalla Turchia e dall’Onu per sbloccare l’export alimentare via mare, che si aggiungono ad altre quattro partenze dei giorni scorsi. Tutti i mercantili si fermeranno a Istanbul per essere ispezionati dal Joint Coordination Center, come previsto dall’accordo.

Arriva l'olio di semi: cambia il prezzo

Come riportato l’agenzia di stampa turca Anadolu, che cita il ministero della Difesa turco, le navi “Mustafa Necati”, “Star Helena” e “Glory” hanno lasciato il porto di Cornomorsk, mentre la nave “Riva Mind” ha lasciato il porto di Odessa. Il mercantile “Mustafa Necati“ trasporta 6mila tonnellate di olio di girasole con direzione Italia, al porto di Monopoli, dove potrebbe arrivare in tempi rapidi se i controlli sul Bosforo saranno positivi. La nave “Star Helena“, con a bordo 45mila tonnellate di semi di girasole, ha per destinazione la Cina; la nave “Gloria“, che trasporta 66mila tonnellate di mais, e la nave “Riva Wind“, che trasporta 44mila tonnellate di grano, sono entrambe attese a Iskenderun in Turchia.

L'arrivo dell'olio di semi segna un punto di svolta, non del tutto risolutivo, ma che potrebbe iniziare a contribuire a una discesa dei prezzi al supermercato. Dall’inizio del conflitto, i prezzi di questo ingrediente sono infatti aumentati del 66% (maggior impennata del paniere alimentare), davanti a burro (+31,9%) e farina (+21,5%). La ripresa delle importazioni dall’Ucraina – che concorre per il 46% all’import italiano di olio di girasole – appare quindi destinata, secondo Coldiretti, "ad avere effetti anche sull’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari che a luglio sono cresciuti in media del 9,6%". Una buona notizia per i consumatori e naturalmente per le imprese produttrici di conserve, salse, maionese e di altri condimenti spalmabili del dinamico comparto nazionale.

Dov'è finito il grano

Lunedì scorso, dal porto di Odessa è partita la prima nave carica di grano ucraino da quando le esportazioni si sono bloccate a causa della guerra. La "Razoni" –  già ispezionata a Istanbul – trasporta 26mila tonnellate di grano e sarebbe dovuta arrivare questa mattina al porto libanese di Tripoli. L’ambasciata di Kiev a Beirut non dissolve il mistero. "Arrivo posticipato", è la comunicazione. "Informazioni sulla cerimonia verranno fornite più tardi, quando sapremo il giorno e l’ora esatti dell’arrivo ", recita una nota di ambasciata.

La ripresa dell'export del grano ucraino incide sull'intera catena di approvvigionamento globale: secondo le Nazioni Unite, circa il 50% del grano bloccato nei porti ucraini è destinato a progetti del World Food Programme in Africa, con diversi paesi dell'Africa subsahariana sull'orlo della carestia. Allo stesso tempo la crisi alimentare già in corso in Europa ha causato un aumento dei prezzi destinato a non arrestarsi. Sempre in base ai dati delle Nazioni Unite, nel 2019 la Russia ha prodotto 118 milioni di tonnellate di grano, l'Ucraina 74. I due Paesi sono rispettivamente al quarto e quinto posto per produzione di grano dopo Cina, Usa e India. Nell'ultima rilevazione, la Razoni è stata localizzata al largo delle coste turche. 

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