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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Omofobia, l’Italia è ancora indietro e senza una legge: ma “al governo non interessa”

Mentre in tutto il mondo si ricorda la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, in Italia - dove crescono gli episodi di omo-transfobia - "di fatto c'è un vuoto normativo che è sotto gli occhi di tutti", tuona l'avvocata e attivista Cathy La Torre

Non sono passati nemmeno trent’anni da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità eliminò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Era il 17 maggio 1990 e dal 2004, per ricordare quella decisione storica, si celebra ogni anno la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, riconosciuta dall’Unione Europea e dall’Onu e promossa da più di 130 paesi. Italia compresa.

Omo-transfobia in Italia: i numeri

La stessa Italia che è passata in un anno dalla 32esima alla 34esima posizione (su 49 paesi), scivolando dal 27 al 22%, per quanto riguarda il rispetto dei diritti delle persone lgbtqi secondo il Rainbow Index di ILGA Europe, la regione europea dell’International Lesbian & Gay Association, il cui vicepresidente Micah Grzywnowicz ricorda come sia “cruciale” per le comunita “che ci siano leggi efficaci per il riconoscimento del diritto all’autoderterminazione delle persone trans, forti tutele contro la violenza e i discorsi omofobi, parità di accesso alle tecniche riproduttive e il divieto di intervenire chirurgicamente sui bambini intersex”. Per quanto riguarda il nostro Paese, il rapporto fa riferimento alle difficoltà per i richiedenti asilo lgbtqi di ottenere protezione internazionale dopo l’entrata in vigore del Decreto Sicurezza, la questione del controverso patrocinio del Governo e poi la partecipazione del vicepremier Matteo Salvini e del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana (di cui si ricorda anche la frase “le famiglie arcobaleno non esistono”) al Congresso delle Famiglie di Verona, i manifesti omofobi di ProVita affissi a Roma, oltre ai tanti casi di discriminazione e violenze.

Ancora, la stessa Italia dove – secondo i dati della Gay Help Line, il numero verde del Gay Center contro l’omo-transfobia diffusi in occasione dalla ricorrenza del 17 maggio – aumentano i casi di genitori che non accettano l’omosessualità dei figli nella fascia tra i 12 e i 21 anni, con oltre un giovane al giorno vittima di violenze in famiglia perché lesbica, gay o trans e dove crescono al 12% i casi mobbing e discriminazioni sul lavoro "dovuti sia alla recente normativa che abolendo l'articolo 18 ha dato minori tutele ai lavoratori e sia al fatto che molte coppie che si uniscono civilmente sono poi discriminate dai datori di lavori, sino ad arrivare al non rinnovo dei contratti o al licenziamento". Il dato che maggiormente emerge da queste rilevazioni, ha commentato Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center e responsabile del numero verde, è “il crescente livello di omofobia con un incremento del 2,5% (ora al 74,5% incremento del 4,5% in 2 anni) e un aumento del 6% delle discriminazioni sul lavoro a scapito delle persone lesbiche e gay (ora al 12%)”, insieme ai sempre più frequenti atti di bullismo.

Questi dati restituiscono la fotografia di un’Italia ancora indietro per quanto riguarda la tutela dei diritti, mentre molti chiedono a gran voce maggiori risorse e leggi a tutela. Nel nostro paese infatti manca ancora una legge contro l’omo-transfobia.

Cathy La Torre, attivista: "In Italia sull'omofobia c'è ancora un vuoto normativo"

“Nel nostro ordinamento c’è già la legge Mannino, ma non c’è una legge vera e propria che punisca il movente omofobo o transofobo, quindi sostanzialmente c’è un vuoto normativo che di fatto è sotto gli occhi di tutti, come è evidente anche il clima di odio che c’è”, dice a Today Cathy La Torre, avvocata, giurista e attività lgbtq, ex consigliera comunale di Bologna e co-fondatrice di Gaylex, un’associazione di legali che difendono i diritti delle persone lesbiche, gay, bisex e trans. Lei stessa è stata più volte minacciata per il proprio orientamento sessuale e il suo attivismo. “Se si fa una legge sulla legittima difesa con 17 casi in tre anni, non si capisce perché non se ne possa fare una quando ci sono stati nello stesso arco di tempo migliaia di casi per quanto riguarda discriminazioni e violenze omotransfobiche”, spiega La Torre, ricordando tra l’altro come nel 2018 l’Italia sia risultata il secondo Paese dell’area europea per il maggior numero di omicidi di persone transgender secondo il report del Trans Murder Monitoring Project.  

“Ma al governo non c’è interesse per questo”, ammette La Torre, che salva però il sottosegretario Vincenzo Spadafora (M5S), riconoscendogli il merito di aver aperto un importante tavolo permanente con le associazioni lgbt e di avere molta sensibilità per questi temi, ma soprattutto “in Parlamento non ci sono i numeri per fare quella legge”.   

“Noi, come attivisti, combattiamo la discriminazione tutti i giorni dell’anno ma il 17 maggio è necessario ricordare quanto sia forte e cogente questo tema”, ribadisce La Torre.

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