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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Non solo portuali

Gli operai contro il green pass: "Inconcepibile che si debba pagare per lavorare"

Non solo portuali e autotrasportatori. Il 15 ottobre sit-in dei lavoratori alla Bosch di Bari: "L'azienda paghi i tamponi"

Non solo portuali e autotrasportatori. Il primo giorno con l'obbligo della certificazione verde Covid-9 sul lavoro potrebbe iniziare con eventuali blocchi. Sono diverse le professioni per cui sindacati e lavoratori temono il caos, dal rischio scioperi e assenteismo a quello della disponibilità dei tamponi per chi non è vaccinato. Il governo Draghi pensa a piccoli aggiustamenti in corsa, ma non a tamponi gratuiti: si va avanti con il green pass nonostante le proteste. Palazzo Chigi non ha dubbi: da qui a domani, 15 ottobre, si valuteranno minimi correttivi, ma il pass funzionerà.

La protesta dei lavoratori alla Bosch: "L'azienda paghi i tamponi"

Proteste anche a Bari, dove si terrà un sit-in che tutti i rappresentanti Rsu dei lavoratori della Bosch hanno indetto per venerdì 15 ottobre davanti ai cancelli della fabbrica della zona industriale. Chiedono che l'azienda, come accadrà per l'Ilva di Taranto, si faccia carico del costo dei tamponi dei lavoratori, costretti a entrare a partire da quel giorno, secondo il nuovo decreto del governo, col green pass. Certificazione che non tutti hanno, anche se la percentuale risulterebbe essere minima.

"È inconcepibile che un lavoratore debba pagare per lavorare, già fa 10 giorni di cassa integrazione", dice Riccardo Falcetta, segretario Uilm. "Le aziende hanno proposto ai dipendenti un sondaggio le scorse settimane su base volontaria - spiega ancora Falcetta - per capire chi avesse o meno il green pass. Un 15% non ha risposto. Tra questi, si presume, una parte è vaccinato. Questo fa capire comunque che parliamo di numeri davvero bassi. L'azienda può far fronte ai tamponi. C'è poi una soluzione sul controllo che sta prendendo piede ed è quella del monitoraggio a campione. Su 12 tornelli di ingresso sarebbe difficoltoso controllare a ogni lavoratore il green pass, così avviene il monitoraggio a campione. Per questo - aggiunge il sindacalista - ci aspettiamo leggerezza da parte di alcuni che senza certificazione proveranno a entrare, rischiando".

Una situazione ingiustificata per il sindacalista che sottolinea come "l'applicazione di tutti i protocolli di sicurezza in azienda è già sufficiente, con mascherine, distanze, controllo della temperatura, igienizzazione, del resto i metalmeccanici sono stati gli ultimi ad aver lasciato il posto di lavoro e i primi a esserci tornati senza la presenza dei vaccini, ora questo accanimento ci risulta ingiustificato". La speranza dei sindacati è che il governo torni indietro sui suoi passi sull'obbligo del green pass. "Nel frattempo - conclude Falcetta - solo venerdì potremo sapere quanti ne siano sprovvisti e che conseguenze ci possano essere sulle produzioni".

Green pass obbligatorio: i settori a rischio caos

Uno dei settori in cui si temono più disagi è quello dei porti. I lavoratori dello scalo di Trieste hanno già dichiarato - nonostante le aziende che operano nel porto si siano offerte di pagare i test ai non vaccinati almeno fino al 31 dicembre 2021 - che da domani le operazioni saranno bloccate "a oltranza". Si chiede al governo di cancellare del tutto l'obbligo di certificazione verde.

E si teme un notevole impatto dell'obbligo di green pass sulle imprese di trasporto e logistica. Le conseguenze colpirebbero tutto il mercato: il 90% delle merci in Italia viaggia con i trasporti su gomma. I vertici di Conftrasporto sottolineano come il 30% degli impiegati nel settore non siano vaccinati e che, in ogni caso, molti autisti sono lavoratori stranieri, spesso vaccinati con farmaci non riconosciuti in Italia (è il caso, ad esempio, dei lavoratori dell'Europa dell'est vaccinati con il siero russo Sputnik).

Anche qualora venisse concesso agli autisti esteri di viaggiare in Italia per non bloccare il commercio, il problema potrebbe diventare quello di una disparità di trattamento con i cittadini italiani. "Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il green pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion. Ci auguriamo di no, ma ne stiamo discutendo", ha dichiarato Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto-Confcommercio.

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