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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il caso

Orsini fa causa al Corriere: "Vergognoso, e quella foto inserita a caso..."

Il professore di sociologia del terrorismo accusa il direttore Luciano Fontana di essere "un manipolatore": "Il Copasir ha indagato su di me e non ha trovato niente"

Alessandro Orsini non ci sta. Il professore di sociologia del terrorismo farà causa per diffamazione al Corriere della Sera. Lo annuncia oggi il Fatto Quotidiano, dopo l'articolo del quotidiano diretto da Luciano Fontana sulle indagini del Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) riguardo alla presunta rete italiana di Vladimir Putin, con opinionisti e influencer che farebbero propaganda per Mosca. Nell'articolo in questione, Alessandro Orsini viene chiamato in causa perché avrebbe ripreso le tesi di Manlio Dinucci, geografo e promotore del comitato "No guerra no Nato", e viene definito come un "docente licenziato dall'università Luiss dopo il clamore suscitato dalle sue apparizioni televisive". Il riferimento è alla rimozione dalla direzione dell'Osservatorio internazionale dell'università di Confindustria. Orsini rimane comunque professore associato presso il dipartimento di scienze politiche dell'ateneo.

Le accuse di Orsini al Corriere della Sera

Dopo la pubblicazione dell'articolo firmato da Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni, Orsini ha attaccato il direttore del Corriere della Sera, accusandolo di essere un "manipolatore": "Caro Luciano Fontana, scrivo per denunciare l'ennesimo falso del quotidiano da lei diretto, il "Corriere della Sera", che oggi pubblica un articolo vergognoso con la mia foto, intitolato: "La rete di Putin in Italia: chi sono influencer e opinionisti che fanno propaganda per Mosca". Chiunque legga il contenuto di questo articolo si rende conto immediatamente che la mia foto è stata inserita a caso, immotivatamente, senza alcun senso - ha scritto Orsini su Facebook -. Il Copasir ha indagato su di me e non ha trovato assolutamente niente. Lei stesso, nell'articolo in questione, cita le indagini del Copasir senza indicare nemmeno una parola del Copasir contro di me. Sono una persona pulitissima. Se, nella mia vita, ho avuto contatti con un governo, questo è stato soltanto il governo italiano".

"Tuttavia il suo articolo ha avviato una nuova campagna di odio contro di me - continua Orsini -. Il web inizia a pullulare di articoli scritti da suoi lettori decerebrati che, privi di capacità di discernimento e quindi manipolabilissimi dal suo giornale, esultano convinti che il Copasir abbia trovato delle prove contro il professor Orsini. Caro Luciano Fontana, so che il suo desiderio è di vedermi dietro le sbarre, ma sarà frustrato. Nessuno mi arresterà ed io continuerò a parlare contro le politiche inumane del governo Draghi in Ucraina volte a sirianizzare quella guerra dietro richiesta della Casa Bianca".

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L'indagine del Copasir sulla presunta rete filorussa in Italia

Il 4 maggio scorso, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha avviato un'indagine conoscitiva "sulle forme di disinformazione e di ingerenza straniere, anche con riferimento alle minacce ibride e di natura cibernetica", per la quale sono in programma nelle prossime settimane nuove audizioni, trasferte a Washington e Bruxelles e una relazione al Parlamento sull'attività svolta. L'obiettivo del Copasir, più volte ribadito dal presidente Adolfo Urso, è fare chiarezza su un'eventuale minaccia rappresentata dalla Russia, che tenterebbe di influenzare il dibattito sulla guerra nei Paesi occidentali, attraverso propaganda, disinformazione, fake news su media e social.

Il Copasir ha raccolto varie testimonianze sul ruolo svolto in queste ultime settimane sia da soggetti russi, sia da personaggi che avrebbero fatto da cassa di risonanza alle linee del Cremlino nella guerra all'Ucraina. Nomi che farebbero parte di una presunta "rete" che si sarebbe attivata, sfruttando i media, per attaccare i politici che sostengono le posizioni di Kiev. Agli atti dell'indagine sono finite anche una serie di note, provenienti da diversi ambiti. Il Copasir, insieme alla commissione di vigilanza Rai, sta approfondendo in particolare il tema degli ospiti in tv, giornalisti ed esperti russi che, secondo le accuse, potrebbero essere espressione diretta del Cremlino.

Elementi ulteriori potrebbero essere acquisiti nelle missioni che il Comitato farà a Washington dal 12 giugno. Negli Stati Uniti sono in programma incontri con gli "omologhi" alla Camera e al Senato. Successivamente il Copasir farà tappa a Bruxelles, dove avverrà un confronto con gli organismi e i gruppi di lavoro che in ambito comunitario sono impegnati sulle stesse tematiche.

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